Agricoltura

“Compra Sud” fa scuola: il parlamentare siciliano Figuccia invita i siciliani ad acquistare prodotti siciliani

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“I siciliani, ogni anno, per l’acquisto di prodotti agroalimentari – dice il parlamentare siciliano Vincenzo Figuccia – spendono circa 13 miliardi di euro, di cui solo 2 miliardi di euro per l’acquisto di prodotti siciliani”. da qui l’invito a invertire questo scenario, invitando i siciliani ad acquistare prodotti siciliani. Nei prossimi mesi manifestazioni nei piccoli e grandi centri della nostra Isola  

La battaglia “Compra Sud” – ovvero l’invito ai cittadini del Sud di acquistare prodotti del Sud per rilanciare l’economia del Sud (QUI TROVATE TRE NOSTRI ARTICOLI) – ‘sbarca’ in Assemblea regionale siciliana. Se ne fa portavoce – ‘sicilianizzandola’ – il parlamentare regionale dell’UDC e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia, Vincenzo Figuccia:

“Dobbiamo tornare ad acquistare da aziende, agricoltori, artigiani che abbiano la sede legale della propria attività in Sicilia, rilanciando la filiera corta, il chilometro zero e l’economia di piccola scala”.

“I siciliani, ogni anno, per l’acquisto di prodotti agroalimentari – prosegue Figuccia – spendono circa 13 miliardi di euro di cui solo 2 miliardi di prodotti siciliani. Partendo da un dato tanto significativo dobbiamo immaginare quanto sia altrettanto determinante rispolverare e porre al centro dei nostri stili di vita la cultura del consumo critico quale passaggio ineludibile per incentivare le nostre aziende, gli agricoltori e gli allevatori siciliani”.

Fuguccia ricorda il born in Sicily, che costituisce una garanzia che non ha eguali, certificata dai tantissimi marchi IGP e DOP: il Pecorino Siciliano, l’Olio Extravergine di Oliva, l’Arancia Rossa, il Cappero di Pantelleria, il Ficodindia dell’Etna, il Limone Interdonato Messina, la Pesca di Leonforte, il Pistacchio Verde di Bronte, il Pomodoro di Pachino, il Cioccolato di Modica. Ma il paradosso persiste e ci permettiamo ancora il lusso, nonostante le storiche penalizzazioni, di ergerci a ‘vivaio d’Italia’, granaio, vigneto, uliveto, ad uso e consumo del nostro Paese. Ecco perché le tavole del Nord e del resto d’Europa – aggiunge il parlamentare di Cambiamo la Sicilia – sono quotidianamente imbandite dei nostri prodotti succulenti che portano i segni dei nostri sacrifici, i colori del nostro clima, i sapori della dedizione e della professionalità dei nostri produttori”.

“E in Sicilia? – si chiede e chiede Figuccia -. Come vogliono le leggi di mercato, pur di assecondare le esigenze e il fabbisogno alimentare, si aprono le maglie alle multinazionali che, com’è noto, seguono la logica capitalistica del consumo di massa, spersonalizzato e standardizzato. Non meno importante è l’aspetto legato alla scarsa sicurezza alimentare che i prodotti globalizzati, carichi di veleni e di dubbia provenienza, esprimono”.

Da qui l’invito rivolto ai cittadini siciliani di acquistare prodotti siciliani, una sorta di ‘Compra siciliano’.

Basta, dice ancora il parlamentare dell’Ars, con i “pinoli pakistani”, con il “grano kazaco, il pesce dall’Africa, le carni dall’est Europa che riempiono gli scaffali dei nostri supermercati foraggiando la grande distribuzione e le grandi catene. Dobbiamo ri-personalizzare il consumo, il rapporto con i nostri venditori, con la bottega, la putìa siciliana, dove crescono sistemi di valori quali fiducia, reciprocità, territorialità”.

“Ecco che per queste ragioni – conclude Figuccia – nei prossimi mesi programmeremo una serie di giornate volte a promuovere i prodotti gastronomici presso le aziende e le realtà agroalimentare del territorio col fine di realizzare una vera e propria guida al consumo critico che orienti i siciliani nel consumo e sostenga i nostri produttori”.

 

 

Foto tratta da blogsicilia.it 

 

 

 

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