All’Ars si vota contro gli interessi della Sicilia o è in tilt il voto elettronico?

27 giugno 2019

Nessuna delle due ipotesi può essere considerata un fatto positivo. Nel primo caso siamo davanti a un Governo regionale che non ha una maggioranza in Aula. Nel secondo caso c’è un Parlamento con un sistema elettronico del voto difettoso. A noi il secondo caso sembra strano, mentre il primo è il più probabile. E potrebbe essere legato al rimpasto della Giunta di Nello Musumeci

Ieri, nel Palazzo Reale di Palermo, sede del Parlamento siciliano, con gli echi ancora ‘freschi’ degli taglio delle pensioni “d’oro” agli ex alti burocrati dell’Assemblea regionale siciliana, è andata in scena una mezza sceneggiata che, a prescindere dall’origine, ha provocato danni alla gestione dell’ambiente e agli studenti, alle forze dell’ordine, agli anziani e ai disabili della nostra Isola.

Il Governo di Nello Musumeci è andato sotto due volte. Andare sotto, come i nostri lettori sanno, significa che in Aula il Governo è stato battuto. Il problema è che è stato battuto su argomenti importanti.

In Aula è all’esame il disegno di legge detto ‘Collegato alla Finanziaria’. Ebbene, con 27 voti contro 26 sono state ‘bocciate’ alcune norme sul trasporto pubblico locale: ovvero i bus gratis per le forze dell’ordine, per gli studenti, per gli anziani e per i disabili. Come potete notare, a parole i parlamentari siciliani dicono di lavorare per la Sicilia, nei fatti lavorano per se stessi e, pur di raggiungere obiettivi di basso cabotaggio, non esitano a sacrificare anche le fasce più deboli della popolazione.

Con 25 voti contro 23 voti l’Aula ha poi ‘bocciato’ una convenzione che avrebbe consentito agli uffici della Regione di verificare la corretta gestione dei rifiuti e l’eventuale presenza di contaminanti nelle acque. Attenzione: in questo secondo caso i parlamentari hanno detto “no” a una spesa inferiore a 50 mila euro: praticamente nulla, solo il ‘piacere’ di mettere in difficoltà il Governo.

Lo stesso Governo regionale, per bocca dell’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, ha detto che il sistema elettronico del voto è andato in tilt. Infatti la seduta è stata sospesa e rinviata a martedì prossimo. Noi ci auguriamo che si sia trattato di un guasto al sistema elettronico, perché ‘bocciare’ norme così importanti è solo follia.

Le opposizioni, ovviamente, cavalcano il voto di ieri. Gli esponenti del Movimento 5 Stelle e del PD parlando di Governo senza maggioranza.

E se il capogruppo del PD, Giuseppe Lupo, parla di un tenttivo, da parte del Governo, di nascondere “un fallimento politico”, il capogruppo dei grillini, Francesco Cappello, dà, sul voto di ieri, una ‘lettura’ più articolata:

“Quando provi a mettere insieme i cocci di un vaso raccogliticcio succede che questo prima o poi andrà in frantumi. Così la maggioranza che sostiene Musumeci in Ars sta andando in frantumi anche per un nonnulla. Basta una votazione con voto segreto ad un emendamento neanche tanto importante in Aula per fare uscire i franchi tiratori che sconfessano Musumeci. Il Presidente prenda atto di questa ennesima sconfitta e tiri le somme”.

“Dalle uscite di Armao – aggiunge Cappello – ai malumori degli stessi esponenti di Diventerà Bellissima in tutta la Sicilia per le opinabili scelte di rimodulazione della rete ospedaliera dell’assessore Razza, ai mancati numeri in Aula, sono tutti segnali tangibili che testimoniano lo stato di pessima salute di Governo e maggioranza regionali. Se davvero Musumeci vuol rendere bellissima la Sicilia, valuti l’uscita di scena”.

Che dire? Ammesso che il sistema elettronico di voto non abbia nulla a che vedere i disastrosi risultati della votazione di ieri, la domanda è: perché il Governo Musumeci è senza maggioranza? La risposta è abbastanza semplice: perché, da mesi, la maggioranza di centrodestra non riesce a trovare la ‘quadra’ sul rimpasto della Giunta regionale.

Se è vero che, in questo momento, il centrodestra vince in tutta l’Italia (e su questo ci sono pochi dubbi), è anche vero che a vincere è la Lega di Matteo Salvini, mentre gli altri soggetti di quest’alleanza politica, a cominciare da Forza Italia, sono sempre più insignificanti.

Così, per fare un esempio: se a Forza Italia in Sicilia – con riferimento alle ultime elezioni europee – si tolgono gli oltre 80 mila voti presi dal capolista Berlusconi (primo degli eletti in questa lista), gli azzurri siciliani risultano essere sotto il 4%: praticamente scomparsi.

Non va meglio per gli ex democristiani del Cantiere Popolare, se è vero che quattro o cinque deputati regionali e tre assessori regionali non sono riusciti ad eleggere un parlamentare europeo!

Certo, a votare si è recato un siciliano su tre: ma questo aggrava la posizione di tutti i partiti, in testa Forza Italia e Cantiere Popolare. E ci dice che per riportare alle urne i siciliani e, in generale, i meridionali serve – oggi molto di più di ieri – un partito del Sud (COME HA SCRITTO MOLTO OPPORTUNAMENTE RAFFAELE VESCERA IN QUESTO ARTICOLO).

Su questo argomento – l’esigenza di un partito del Sud – torneremo in un altro articolo. Oggi vogliamo segnalare il ‘nervosismo’ di alcuni deputati regionali del centrodestra a caccia di poltrone, personaggi sempre più stanchi e sempre più lontani dai reali problemi della Sicilia – ci riferiamo soprattutto a Forza Italia, ma non solo a questa forza politica – che, pur di acciuffare un posto nel Governo, non esitano a votare contro gli interessi della Sicilia.

 

 

 

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