L’incontro romano su Formazione ed ex sportellisti: i Governi (nazionale e siciliano) prendono ancora tempo

26 giugno 2019

Ogni incontro romano su questa vertenza si conclude dicendo che nell’incontro successivo si arriverà a una soluzione. Il problema è che questa storia sta diventando una mezza tela di Penelope. Ieri altro rinvio al 5 luglio. Il resoconto dell’incontro. Le possibili soluzioni proposte. E la Regione sicilia che non sa se la legge regionale n, 25 del 1993 sia ancora vigente… 

Sul dramma della Formazione professionale siciliana e degli ex Sportelli multifunzionali la volontà di intervenire, almeno sulla carta, c’è. Ma, in tutta sincerità, stando a quanto leggiamo nel resoconto dell’incontro romano di ieri, non abbiamo ancora capito se, da parte del Governo nazionale e del Governo della Regione siciliana sia in corso qualcosa di serio, un gioco delle parti o uno scarica-barile.

Forse, ne sapremo di più il prossimo 5 luglio, quando andrà in scena un’ennesima riunione romana. Ma andiamo all’incontro di ieri a Roma.

Cominciamo con il dire che erano presenti Francesco Vanin, consulente del vice premier e Ministro del Lavoro, Luigi di Maio, l’assessore regionale al Lavoro, Antonio ScavoneLuca Sabatini per l’INPS e Paola Patasce e Carmela Francese per ANPAL. C’erano anche i rappresentanti delle seguenti organizzazioni sindacali: COBAS, Ex Sportellisti Liberi, Gli Irriducibili della Formazione professionale, SNLAV, USB.

Il dottore Vanin ha comunicato che sono state effettuate le valutazioni tecniche e politiche con l’obiettivo di arrivare a una soluzione positiva della vertenza.

I lavori del tavolo istituzionale si sono svolti seguendo la traccia proposta dalla Regione siciliana che, nell’ultimo documento inviato al Ministero, ha richiesto specifici interventi da parte del Governo nazionale.

Già la cosa è strana, perché se è vero che per i disoccupati della Formazione ci sono difficoltà, perché, dopo la privatizzazione della Formazione professionale siciliana, è difficile far ‘digerire’ ai privati la tutela dei lavoratori disoccupati di tale settore (il dubbio è che sia difficile farli ‘digerire’ anche ai politici che stanno dietro i privati che hanno vinto i ‘bandi’…), è anche vero che per gli ex sportellisti il Governo regionale ha sempre avuto a disposizione fondi e riferimenti legislativi per risolvere tale vertenza: ma fino ad oggi non l’ha fatto.

Questo, per grandi linee, il percorso che sarebbe stato individuato e che non dispiacerebbe alla Regione siciliana:

accompagnamento per i soggetti in prossimità di pensione attraverso l’utilizzo della NASPI (indennità di disoccupazione) pur in assenza dei requisiti previsti dalla legge;

verifica della compatibilità con le norme di settore (L.10/2011) di una misura “una tantum” a seguito della rinuncia all’iscrizione all’Albo;

prosecuzione della NASPI per i soggetti che ne abbiano già usufruito a determinate condizioni;

ricollocazione di parte degli iscritti in altri settori come da protocollo d’intesa ANPAL Servizi-Regione siciliana del 31/5/2018.

“La verifica sulle misure proposte – leggiamo nel verbale – può essere fatta alla sola condizione di completare il censimento del bacino storico iscritto all’Albo che ad oggi è carente per circa 2.500 posizioni lavorative, in quanto la percorribilità di tali misure è collegata alla spesa che esse possono generare in relazione alle risorse ad oggi disponibili sui relativi capitoli di spesa dello Stato. Per colmare la carenza dei dati attribuibili ai circa 2.500 lavoratori che non hanno risposto al questionario fatto all’epoca dalla Regione siciliana è stata valutata la possibilità di realizzare un ulteriore censimento sul territorio attraverso la sottoscrizione di una convenzione con INPS ed ANPAL, che a differenza del precedente censimento avrebbe sia ricognitivo sia consultivo/propositivo”.

L’assessore Scavone “ha completato poi il quadro illustrato dal dr. Vanin rassicurando i sindacati sulla piena disponibilità della Regione a risolvere l’attuale condizione del bacino degli ex formatori e sportellisti attraverso un piano di ricollocamento e stabilizzazione, il tutto in piena collaborazione con il Ministero. Ha infatti confermato la volontà di avviare con un gruppo di tecnici della Regione un tavolo tecnico che avrà il compito di mettere in campo tutte le soluzioni possibili partendo dalle ipotesi illustrate nel documento della Regione unitamente a specifici percorsi per gli ex sportellisti che potranno beneficiare anche del potenziamento dei CPI”.

E i sindacati? Alcuni hanno riconosciuto che sono stati fatti passi avanti, pur se non risolutivi, per altri la situazione è stata giudicata pressoché immutata.

I sindacalisti hanno suggerito alcune soluzioni tecniche per superare i limiti delle norme esistenti. Tutti i rappresentanti sindacali si sono detti d’accordo  “sulla necessità di mettere in atto la legge regionale nj. 25 del 1 settembre 1993 che pone interventi straordinari per l’occupazione produttiva in Sicilia: una legge, che secondo i sindacati, se applicata, risolverebbe i problemi.

La Senatrice del Movimento 5 Stelle, Nunzia Catalfo, ha chiesto all’assessore Scavone il perché, fino ad oggi, la legge regionale n. 25 del 1993 non è stata applicata. Anche Vanin ha posto al rappresentante del Governo siciliano la stessa domanda. A questa domanda l’assessore Scavone dovrà rispondere entro il 2 luglio.

Siamo curiosi di sapere che cosa risponderanno dalla Regione, visto che la motivazione della mancata applicazione di tale legge regionale è politica e non tecnica. L’assessore Scavone, da parte sua, ha dichiarato di non essere a conoscenza di tale legge (e questo è un po’ assurdo!) e si è impegnato a dare risposta, non prima di verificare con il suo ufficio legislativo “la sua vigenza nonché la sua applicabilità”: così almeno leggiamo nel verbale.

Può una legge regionale mai abrogata non essere vigente? Mah…

Per il 5 luglio sono attese soluzioni concrete. C’è da crederci?

Foto tratta da cislpiemonte

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