Cari Siciliani, fate quello che volete, tanto poi arriva lo Stato e risana tutto, dalla CMC a Catania!/ MATTINALE 314

18 giugno 2019

I miliardi spesi non si sa come per le strade, nei cantieri ferroviari, per spese pazze nei Comuni? Tutto a posto, Sicilia: tanto poi arriva Papà Stato e ripiana tutto. Volendo, è solo una minima parte dei miliardi che lo Stato, dal 2013, ha scippato alla Sicilia. Anche per gli sprechi nella gestione dei rifiuti, tranquilli: ci sono gli studenti e i percettori del Reddito di cittadinanza per ripulire giardini e strade…Futtitivinni!

Tutto strano, quello che succede in Sicilia. E tutto presentato come risolutivo, giusto, bello, solidale, attento al sociale. Tutti salvi, niente default. Tutto resta precario, senza un progetto, senza un respiro profondo. Lo Stato con una mano toglie alla Sicilia Cento e con l’altra mano dà Dieci. Ne mancheranno sempre novanta, ma almeno non si fallisce: si tira a campare. E, soprattutto, si tutelano i furbi che, negli anni passati, mentre lo Stato derubava la Regione siciliana, si ritagliavano spazi di mediazione e piccioli facili.

Ma andiamo con ordine.

Un ‘pedagogico’ comunicato stampa di due parlamentari nazionali grillini, Adriano Varrica e Azzurra Cancelleri, annuncia la soluzione – una sorta di ‘Pietra filosofale’ dei grandi appalti in salsa sicula sospesi – per la questione CMC.

“È stato appena approvato l’emendamento che istituisce il fondo ‘salva-opere’, via libera in commissione alla Camera nel decreto ‘crescita’. Salviamo così oltre 100 imprese siciliane che rischiavano il fallimento a seguito della crisi di CMC verso la quale sono creditrici per circa 60 milioni di euro”.

“Abbiamo creato uno strumento per superare il blocco dei cantieri dovuti alla crisi dell’impresa aggiudicataria, a partire dai cantieri della Palermo-Agrigento e della Agrigento-Caltanissetta – spiegano Varrica e Cancelleri -. Il Presidente Conte e il Ministro Toninelli, su impulso di noi parlamentari nazionali e regionali cinquestelle, già lo scorso marzo avevano preso l’impegno di trovare una soluzione. Per questo è stato istituito il tavolo interministeriale dove la misura è stata elaborata”.

“Durante l’ultima settimana abbiamo lavorato a stretto contatto con le strutture ministeriali del MIT, del MISE, del MEF e col Vice Ministro Laura Castelli per migliorare il testo – scrivono nella loro nota Varrica e Cancelleri – Il fondo ‘salva-opere’ verrà alimentato con lo 0,5% del valore dei ribassi, non sarà a carico delle imprese e servirà ad anticipare il 70% dei crediti vantati dai sub-appaltatori e sub-fornitori delle imprese aggiudicatrici o contraenti generali assoggettati a procedura concorsuale. Un decreto del MIT entro 30 giorni definirà il funzionamento del fondo, comunque garantendo l’anticipazione anche per tutte le procedure attivate dal 2018. Per garantire la piena funzionalità del fondo abbiamo stanziato 12 milioni per il 2019 e 33,5 per il 2020 ai quali si aggiungerà lo 0,5% dei ribassi delle gare a partire dall’entrata in vigore della legge. La nostra determinazione nel difendere le piccole e medie imprese, ed in particolare quelle siciliane, ci ha permesso di raggiungere il risultato prefissato” hanno concluso i deputati cinquestelle”.

E tutto quello che è avvenuto fino ad oggi con la gestione degli appalti delle strade Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta? Noi ce ne siamo occupati lo scorso anno in un’inchiesta (CHE POTETE LEGGERE QUI). Finirà con la tarantella napoletana, “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!2?

Stessa musica per il dissesto del Comune di Catania, un miliardo e 600 milioni di euro di debiti. Sul quotidiano La Sicilia leggiamo:

“Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno approvato l’emendamento dei relatori, riformulato, che passa allo Stato parte del debito storico della Capitale (1,4 miliardi) e prevede l’istituzione di un fondo ad hoc dove far confluire gli eventuali minori esborsi per rinegoziazione dei mutui da parte dell’attuale Commissario al debito di Roma, che serviranno per i debiti delle città metropolitane. Previste norme ad hoc oltre che per Alessandria anche per Catania e i Comuni della Provincia di Campobasso”.

Non sappiamo cosa sia successo a Campobasso, ma sappiamo cos’è avvenuto a Roma e a Catania.

A Roma le passate amministrazioni comunali di centrodestra e di centrosinistra hanno indebitato fino all’inverosimile il Comune. Corretto che lo Stato intervenga, perché l’attuale sindaca di Roma, Virginia Raggi, non può pagare per i debiti accumulati dai suoi predecessori.

Ci chiediamo: qualcuno chiederà conto e ragione a chi ha indebitato il Comune di Roma?

Lo stesso discorso vale per il Comune di Catania: da quello che leggiamo nell’articolo de La Sicilia, lo Stato aiuterà il Comune etneo. Va bene così. Ma qualcuno si occuperà di chiamare in causa chi ha provocato il ‘buco’ finanziario del Comune?

Non sappiamo a quanto ammonterà il ‘buco’ provocato dalle passate gestioni dei rifiuti in Sicilia. Né sappiamo a quanto ammontano gli sprechi – attuali – che vanno in scena nei Comuni, sempre per la gestione dei rifiuti.

Ma sappiamo che in molti Comuni della Sicilia – Palermo in testa – la raccolta differenziata ‘viaggia’ su percentuali basse, mentre i rifiuti si accumulano per le strade.

E mentre si continuano a pagare migliaia di persone (a Palermo – città sporchissima – l’azienda comunale che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti paga ogni mese mille e 840 dipendenti), la sporcizia trionfa. Però…

Però hanno trovato un metodo geniale: i volontari che, a costo zero, si sostituiscono a chi è pagato per svolgere male – o non svolgere affatto – il servizio di raccolta rifiuti. 

Ecco giovani studenti sorridenti – immortalati da foto sui giornali – che vanno per strade e giardini di questa o quella città a svolgere il lavoro di chi è pagato.

Anche in questo caso, grande ‘pedagogia’. Amministratori comunali, continuate a fare i cavoli vostri, tanto ‘a munnizza quacchirunu poi a cogghi… Naturalmente gratis!

Troveranno una soluzione così anche per la munnizza di Mondello, la ridente borgata a mare di Palermo?

Meraviglioso il comunicato stampa di Sabrina Figuccia, una delle poche voci di opposizione al Consiglio comunale di Palermo:

“Un posto al sole non si nega a nessuno, neanche ai rifiuti, che però hanno il vizio di non essere stati invitati. Ma Mondello è così accogliente che abbraccia tutti, anche i maleodoranti sacchi d’immondizia. E’ vero, c’è poco da scherzare, ma osservando l’attuale desolante situazione della nostra borgata marinara, l’unico antidoto resta l’ironia, che però sarà certo poco apprezzata da chi frequenta quotidianamente la spiaggia e il lungomare. Mentre in Consiglio comunale abbiamo appena discusso ed approvato il piano di riqualificazione della piazza mondelliana, con l’asfalto colorato, lo spostamento della fontana ed altre spese forse non urgentissime, mentre la stagione balneare sta entrando nel vivo, i difetti principali di Palermo emergono in tutta la propria tristezza. Da un lato, i soliti incivili che abbandonano rifiuti ad ogni angolo di strada, ma dall’altro, ancora peggio, un’azienda, la Rap, che non riesce a mantenere un minimo di decoro in città, né tantomeno a Mondello, che, proprio con l’arrivo dell’estate, dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello e che invece subisce questo scempio”.

Manderanno i cittadini-volontari – magari i percettori del Reddito di cittadinanza – anche a Mondello.

Una domanda ai grillini di Palermo tappa-buchi: non è che, tra un anno, gli spazzini-percettori del Reddito di cittadinanza chiederanno di essere ‘stabilizzati’ al Comune?

Lavoro, scuola, cultura, sottocultura: tutto si mescola, oggi, in Sicilia.

Del resto, il renzismo ci ha regalato l’alternanza scuola-lavoro (o l’alternativa alla scuola, come sussurra qualche maligno…): meno studio e più olio di gomiti. ‘A gratis’, naturalmente.

La scuola-lavoro dà una mano alle imprese, mentre la pulitura di strade e giardini da parte di cittadini volenterosi dà una mano alle amministrazioni comunali che fanno sparire il denaro pubblico chissà come…

Bello però, no?

Invece di chiedere conto e ragione a chi ha gestito appalti miliardari su strade e ferrovie siciliane si ripiana tutto al ritmo della Tarantella.

Invece di spingere i cittadini a chiedere il rimborso della TARI per aver pagato la Tassa sull’immondizia in cambio un servizio carente si mandano studenti e volontari a pulire strade e giardini. Ribadiamo: una grande ‘pedagogia’: i furbi incassano e nessuno li persegue, i fessi pagano e vanno pure a lavorare ‘a gratis. Non è ‘meraviglioso’?

E delle ex Province siciliane ne vogliamo parlare? “Evitato il dissesto”, dice il vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao.

Tutto a posto, allora? Sì, nel senso che si continueranno a pagare gli stipendi ai circa 6 mila dipendenti. E delle strade provinciali se ne occuperanno le ex Province? No, per quelle i soldi non ci sono. Se ne dovrebbe occupare il Governo nazionale. Per la precisione, il Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

Ma allora a che serve tenere in piedi le ex Province siciliane? Per pagare gli stipendi e basta? Ma quante domande che poniamo! E chi siamo la Corte dei Conti?

Sì, tutto virtuoso. Del resto, per i giovani siciliani che frequenteranno le università – possibilmente non siciliane – poi ci sarà il premio Erasmus: in giro per la grande ‘Unione Europea’, magari anche a lavare piatti. Volete mettere?

Scuola-lavoro, pulire strade e giardini, lavare i piatti in giro per l’Europa. E lo studio? Ancora attaccarsi queste cose ‘antiche’! Non vi basta la ‘dotta’ relazione-frullato su nazismo-fascismo-campi di concentramento e italia di oggi confezionata da una scuola di Palermo? Tutto fa brodo, ormai…

Foto tratta da lacooltura.com

 

 

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