Il progetto di Musumeci: “La Sicilia protagonista del Sud”

16 giugno 2019

Ieri a Palermo raduno di #DiventeràBellissima, il movimento politico del presidente della Regione. Adriana Vitale ha seguito i lavori. E non ha ravvisato un’alleanza acritica con la Lega di Salvini. Anzi, come racconta nell’articolo, il presidente Musumeci, nella cornice di centrodestra, ha rivendicato orgogliosamente alcune differenze rispetto alla Lega: a cominciare dalla questione migranti, sottolineando l’indole caritatevole dei siciliani. L’idea forte è la Sicilia capofila di un Partito del Sud

di Adriana Vitale

Ieri, a Palermo, il presidente della Regione siciliana, Mello Musumeci, durante il raduno dei tanti sostenitori e simpatizzanti della sua creatura #DiventeràBellissima ha tracciato le linee guida del suo disegno politico, sciogliendo i dubbi su ‘cosa farà da grande’ il suo movimento politico. Un appuntamento che lo stesso Musumeci ha voluto chiamare “Festa di popolo” fatta insieme a chi crede che non sia giusto in Sicilia continuare con lo “Sciopero della speranza”.

Ha parlato siciliano, il presidente, andando oltre il siciliano: ha provato a parlare le lingue del Sud dello Stivale, in un contesto europeista, provando a riannodare l’origine nobile dell’unione di popoli, bacchettando aspramente la supremazia della finanza e la farraginosità burocratica che ingessa sviluppo e progetti.

Ha parlato italiano, nella necessità di bilanciare l’avanzata della Lega al Nord, rivendicando l’amicizia con il leader leghista Matteo Salvini e la convergenza politica con la stessa Lega, pur rimarcando le differenze di visione su alcuni temi, a cominciare dall’emigrazione: a tal proposito Musumeci si è soffermato sull’indole caritatevole del popolo siciliano di salvare le vite umane, picconando ancora una volta l’Europa nella gestione dell’accoglienza; e non si è lasciato sfuggire l’occasione per una ‘stilettata’ sulle quote tonno.

Il presidente Musumeci ha chiesto “l’aiuto di Dio, ma senza Rosario”: ed è in questa battuta che si colgono sottili, ma significativi differenze di stile e visioni tra Musumeci e Salvini.

Il suo progetto politico parte dalla necessità di creare un ‘contenitore’ capace di intercettare e catalizzare le anime del centrodestra, che lui ritiene siano la maggioranza morale, la vera vocazione del popolo siciliano. Un soggetto politico, insomma, che cammini a fianco, con pari dignità, rispetto alle altre forze politiche del centrodestra. Con una precisazione: la richiesta di interventi veri e tangibili a favore della Sicilia come condizione irrinunciabile.

Una kermesse, quella di ieri a Palermo, nella quale il presidente della Regione siciliana ha toccato molti temi, dalle macerie nella quali ha trovato ‘immersa’ la Regione fino ad arrivare ad un’intuizione: una visione futura, ambiziosa, nella quale candida la Sicilia come Regione capofila di un Partito del Sud: una Sicilia protagonista del Mezzogiorno.

Musumeci ha rivendicato con orgoglio alcune riforme già incassate e altre in fase di elaborazione. L’aspetto strettamente politico si riassume in alcuni passaggi fondamentali che sciolgono dubbi e mettono a tacere mire ambiziose di chi sperava di cambiare lo scacchiere politico siciliano; ha rinnovato con forza la fiducia alla sua squadra di governo, annunciando che si limiterà a riempire le caselle mancanti.

Quindi una precisazione che guarda al futuro: non si ritirerà in campagna a fine mandato. Così dicendo ha spento sul nascere le aspirazioni di chi già si dimena come possibile successore, infiammando la piazza che ha accompagnato la sua dichiarazione con un lungo applauso.

Un lungo e scrosciante applauso è stato poi riservato al ricordo dell’assessore Sebastiano Tusa.

Tante le certezze di Musumeci spezzate solo dal suo rivendicare il diritto al dubbio, che mette a nudo un travaglio interiore, una sofferenza, una fragilità umana che con umiltà cerca strade, conferme e verità.

“Ogni Alba ha i suoi dubbi”,citazione di Alda Merini che accompagna l’inizio di un nuovo percorso.

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