“Leoluca Orlando? Ormai siamo al delirio di onnipotenza”

13 giugno 2019

Così due esponenti della Lega descrivono le parole con le quali, qualche giorno fa, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nel corso di un’intervista, ha attaccato l’ex direttore artistico del Teatro Biondo Stabile di Palermo, Roberto Alajmo. Pur essendo lontani dalla Lega di Salvini, questa volta non possiamo che dare ragione ai due esponenti leghisti Elio Ficarra e Giovanni Callea 

“Un’umiliazione dopo l’epurazione che aveva portato, di fatto, al licenziamento di Roberto Alajmo da direttore del teatro Biondo. Il primo cittadino in modo arrogante, violenta ancora una volta il lavoro di un grande professionista della cultura e uno degli intellettuali più attivi di Palermo che, alla guida del Biondo, dopo gli anni bui delle gestioni precedenti, era riuscito ad aprire il Teatro agli artisti più e meno noti della città. E Alajmo, invece di ricevere un grazie per il lavoro svolto, è stato preso nuovamente a schiaffi da Orlando che lo aveva voluto al vertice dell’Ente”.

Registriamo questa dichiarazione di Elio Ficarra, responsabile degli enti locali della provincia di Palermo della Lega e vicecapogruppo del partito di Salvini al Comune di Palermo, e di Giovanni Callea, commissario del Circolo della Lega di Palermo.

Proprio noi che, sul piano politico e della proposta politica, partendo da fatti oggettivi, evitando grida scomposte e offese personali, stiamo cercando di smontare le tesi della Lega di Salvini nel Sud, siamo costretti a registrare una dichiarazione di due esponenti leghisti sul sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che non possiamo che condividere.

Anche noi abbiamo ascoltato, attoniti, le parole che il sindaco di Palermo ha pronunciato qualche giorno fa nel corso di una manifestazione culturale. Come tutti sanno, ormai con i cellulari di ultima generazione tutti sono diventati cronisti: basta registrare quello che si dice in un convegno pubblico e poi metterlo in rete.

Questa impossibilità di sfuggire al giudizio dei cittadini che ormai, in stragrande maggioranza, si informano sulla rete (anche perché “l’alternativa” non sempre è credibile: anzi…), dovrebbe portare i politici ad essere più attenti: non è il caso del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che invece pensa di essere sempre nella ragione e ormai va a ruota libera.

“Orlando, infatti, qualche giorno fa, nel corso della rassegna ‘Una Marina di libri’ – scrivono nel comunicato Fiarra e Callea – è ritornato sulla vicenda della rimozione Alajmo, reo secondo lui ‘di non essere riuscito a fare di Palermo la città del teatro’. Un gesto volgare e inopportuno – aggiungono i due esponenti della Lega – che denota come Orlando sia ormai in preda a un delirio di onnipotenza. Una sorta di lasciapassare per cui tutto gli sarebbe concesso, anche di calpestare dignità e professionalità”.

“Non vogliamo fare gli avvocati di Alajmo – precisano Ficarra e Callea -ma è sotto gli occhi di tutti che, oltre alle produzioni locali e alle collaborazioni con diverse strutture culturali cittadine, va ricordata l’attenzione equilibrata rivolta alla gestione finanziaria del Teatro. Per non parlare della scuola di teatro affidata ad Emma Dante e la produzione di diversi artisti quali: Andò, Enia, Cutino, Scuderi, Briguglia, Maresco, Palazzolo, Prosa, Collovà, Borruso, Pirrotta, Lo Cascio, Roberta Caronia, Caldarera, Ficarra e Picone e tanti altri”.

“Siamo anche convinti – concludono i due esponenti della Lega – che il nuovo direttore, Pamela Villoresi, potrà fare un buon lavoro soprattutto grazie agli sforzi compiuti da Alajmo di cui apprezziamo la sobrietà con la quale ha lasciato l’incarico, senza dare spazio ad alcuna polemica. E non possiamo che esprimergli tutta la nostra solidarietà per le parole ingenerose, sterili e denigranti che il Sindaco ha voluto riservargli”.

Ribadiamo: fino ad ora non siamo intervenuti su questa vicenda proprio per non attaccare un personaggio – Orlando – che a noi sembra ormai fuori dalla realtà politica e amministrativa di una città allo sbando totale, tra strade ridotte a letti di dolore, immondizia non raccolta in tante, troppe vie della città, servizi per il trasporto dei cittadini carenti e tasse e imposte comunali ai massimi livelli.

Riportiamo le dichiarazioni di Ficarra e Callea per onestà di cronaca, anche per dare atto all’ex direttore artistico del Teatro Biondo Stabile di Palermo, Roberto Alajmo, di aver operato in condizioni finanziarie difficilissime (occupandoci di finanza locale sappiamo benissimo in quali condizioni è andato avanti in questi anni il Teatro Biondo).

Non abbiamo titoli per esprimere giudizi sull’attività artistica del Teatro Biondo gestito da Alajmo: ognuno deve fare il proprio mestiere e noi, di mestiere, siamo cronisti e commentatori politici, non giornalisti che seguono, con l’attenzione che bisogna prestare sempre alla cultura, le attività culturali.

Detto questo, le accuse e, in generale, le parole utilizzate dal sindaco Orlando nell’intervista di qualche giorno fa non hanno descritto né il Teatro Biondo, né il suo ex direttore artistico: il sindaco di Palermo ha solo descritto se stesso e la sua parabola discendente che sta trascinando nel baratro la città.

Mmeci ‘i livari a munnizza ri ‘i strati il ‘u sinnacu voli ‘a “città del teatro”. Mah…

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