Agricoltura

Fondi europei in agricoltura, Ettore Pottino: “Il PSR 2014-2020 rischia di essere il più devastante di tutti i tempi”

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L’allarme lo lancia il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino. Ma anche le parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, Elena Pagana e Angela Foti. Il rischio è che si perdano decine e decine di milioni di euro. L’inghippo sta in parte nei regolamenti comunitari cervellotici e, in parte, nell’incapacità dei burocrati regionali di trovare soluzioni. Proviamo a illustrare – e credeteci: non è facile – che cosa sta succedendo e perché certe cose succedono…

“Lo può scrivere senza problemi: la mia previsione è che il PSR Sicilia 2014-2020, in ragione di com’è stato programmato, sarà il più devastante di tutti i tempi. Non solo rischiamo di non utilizzare le ingenti risorse finanziarie, ma stiamo andando incontro a una spaventosa ondata di ricorsi”.

Non ha peli sulla lingua Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia (nella foto). Siamo andati a chiedere ‘lumi’ su quello che sta succedendo con il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020. parliamo di una parte dei fondi europei destinati all’agricoltura siciliana: per la precisione, di quelli che passano per gli uffici della Regione.

Abbiamo affrontato l’argomento nel febbraio dello scorso anno (QUI LA NOSTRA INCHIESTA DELLO SCORSO ANNO). Oggi torniamo a parlarne, sollecitati da alcuni agricoltori che ci segnalano un po’ di “casino” con le Misure a superficie. Per correttezza, va detto che l’attuale caos non è il frutto di scelte dell’attuale Governo regionale, che ha la sola colpa di avere ereditato una programmazione che definire un po’ stramba è un eufemismo. I responsabili della confusione – e dei probabili danni che si materializzeranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni – sono imputabili a scelte adottate tra il 2010 e il 2013: quindi parliamo dei Governi regionali di Raffaele Lombardo e di Rosario Crocetta.

La precisazione è importante: perché è corretto informare i cittadini siciliani che, in materia di gestione dei fondi europei, le responsabilità politiche vanno individuate con chiarezza, per evitare di scaricare su altri – magari, come in questo caso sull’attuale Governo regionale – problemi, anche gravi, provocati da gestioni precedenti.

Interessante ci sembra un comunicato stampa diramato ieri dalla parlamentare regionale del del Movimento 5 Stelle all’Ars Elena Pagana (nella foto tratta da ennanotizie.info). Il comunicato fa riferimento a un incontro presso la commissione Attività produttive del Parlamento siciliano sollecitata dalla stessa parlamentare Pagana e da un’altra parlamentare grillina, Angela Foti.

All’incontro era presente l’attuale assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera. tema: fare il punto sulle questioni relative agli interventi in favore dell’agricoltura biologica, sulle Misure a superficie, sul Piano zootecnico e sulla prossima riprogrammazione del PSR.

Il comunicato delle parlamentari grilline lancia l’allarme:

“Bandi scritti letteralmente con i piedi, agricoltori a bocca asciutta nonostante gli investimenti, una pioggia di ricorsi e misure totalmente insufficienti a coprire i beneficiari. Ad esempio, per la misura 10.1 B del PSR ci sono domande accolte in graduatoria per oltre 164 milioni per il quinquennio, a fronte di una disponibilità di soli 25 milioni di euro, secondo i dati aggiornati a marzo. Il nuovo PSR è servito addirittura a pagare la passata programmazione. Gli agricoltori sono le vere vittime di una politica e di una burocrazia folle e irresponsabile”.

La storia delle graduatorie, in verità, è un po’ più complicata. L’utilizzazione dell’attuale Programmazione per “pagare la passata Programmazione”, come si legge nel comunicato, è cosa vecchia: si tratta del cosiddetto “trascinamento” che va avanti da quando esistono le Programmazioni.

Totalmente condivisibile la parte del comunicato in cui si dice che “Gli agricoltori sono le vere vittime di una politica e di una burocrazia folle e irresponsabile”.

La parte seguente del comunicato – almeno dal nostro punto di vista – non è molto chiara:

“La Regione siciliana – spiega Angela Foti (nella foto tratta da teleradiosciacca) – per dare copertura al fabbisogno di 300 milioni di euro, a tanto ammontano le richieste incamerate e per cui gli agricoltori hanno assunto e mantenuto degli impegni, dovrebbe prevedere somme per quattro o cinque volte superiori rispetto a quelle messe in campo a quelle previste. C’è la necessità che il Comitato di Sorveglianza e l’autorità di gestione si attivino per interfacciarsi con il Ministero e la Commissione Europea per chiedere delle sostanziose variazioni e una riprogrammazione che potrebbe avvenire in autunno che in ogni caso deve essere autorizzata. Diversamente si rischia un disimpegno delle somme con la Regione che dovrebbe poter dare copertura attraverso il bilancio Regionale”.

Da quello che abbiamo capito, le richieste degli agricoltori, accolte dagli uffici della Regione, prevedono una spesa che è maggiore, “per quattro o cinque volte”, della disponibilità finanziaria. Forti dell’accoglimento della richiesta presentata agli uffici regionali, molti agricoltori siciliani hanno già assunto impegni economici non indifferenti. Solo che, adesso, causa meccanismi complessi – che con molta probabilità la burocrazia regionale non non ha saputo padroneggiare – si rischierebbe il disimpegno: ingenti fondi europei destinati all’agricoltura siciliana che non potranno essere utilizzati, come ha paventato il presidente di Confagricoltura Sicilia, Pottino.

“Sono molto preoccupata – spiega ancora la deputata Foti – perché lo strumento di pianificazione, così come hanno evidenziato TAR e CGA, mostra chiaramente i segni di una pesante incapacità, da parte dell’Amministrazione, di dare risposte concrete a chi produce reddito. Sono testimone di una programmazione a cavallo tra i due Governi regionali, Crocetta e Musumeci e mi sento di affermare che i bandi sono stati utilizzati come strumento di propaganda politica e non come efficace leva per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile per il nostro territorio”.

In realtà, per quello che noi proviamo a capire, le responsabilità riguardano i Governi Lombardo e Crocetta.

“A fronte del grande sforzo dei nostri imprenditori – prosegue la parlamentare grillina Angela Foti – non ritrovo la stessa serietà da parte di chi decide nella stanza dei bottoni, nello scrivere i bandi. Grandi criticità ampiamente previste, emergono anche dalla misura 4.1, che era una tra le più attese e che era stata sbandierata dall’allora assessore Cracolici (Antonello Cracolici, ex assessore all’Agricoltura del passato Governo di Rosario Crocetta ndr) come uno tra i fiori all’occhiello della programmazione targata Regione Siciliana. Questa misura si è rivelata in realtà un disastro. Ancora oggi, la politica e la burocrazia regionale hanno il grande demerito di non ascoltare le numerose segnalazioni di incongruenze ed errori in fase di scrittura dei bandi, segnalazioni che arrivano dagli stakeholders e dal mondo delle imprese che siedono nel comitato di sorveglianza. Il risultato è che oggi, a metà 2019, le imprese stanno ancora aspettando”.

“Avrei voluto chiedere all’assessore Bandiera – aggiunge Elena Pagana – quale fosse la visione di agricoltura da parte della Regione siciliana anche per la prossima Programmazione. Il 25 giugno si riunirà il comitato di sorveglianza e noi – conclude – abbiamo già richiesto che l’assessore per l’agricoltura venga a riferire subito in Commissione Ars su quanto è emerso”.

Noi, prima di passare alla futura Programmazione, vorremmo capire cosa sta succedendo con le Programmazioni che, lo ribadiamo, sono il frutto dei Governi Lombardo e Crocetta e anche – questo va detto per onestà intellettuale – di regole cervellotiche imposte da un’Unione Europea che sembra faccia di tutto per complicare la vita.

Citiamo solo un esempio che è paradigmatico: i 5 milioni di euro stanziati per sostenere gli agricoltori che trasformano, per sette anni, i seminativi in pascoli. In un momento storico in cui la cerealicoltura del Sud Italia è in affanno, visto che gli speculatori hanno inchiodato il prezzo del grano duro del Meridione d’Italia a 18 euro al quintale, ovvero 4-5 euro in meno del costo di produzione!, una Misura del genere risulta importante.

Tanti agricoltori siciliani hanno aderito, affrontando spese e mancati redditi. Il problema è che non ci sono regole precise per la graduatoria: a parte le priorità (cioè presenza di condizioni particolari), tutti gli altri agricoltori sono sullo stesso piano.

Cosa sta succedendo, allora? Che 2,8 milioni di euro sono stati assegnati con le priorità; mentre per i restanti 2,2 milioni di euro non ci sono regole e tutti gli agricoltori sono sullo stesso piano. Come si fa, in assenza di regole, a stabilire chi ha diritto ai fondi e chi no?

Quello che abbiamo descritto è solo uno dei tanti esempi. A quanto pare, ci sono tante Misure che presentano questi problemi: e come ci dice Ettore Pottino, lo scenario è il seguente: se i fondi verranno assegnati ad alcuni agricoltori escludendone altri senza un criterio, ci sarà una pioggia di ricorsi e si potrebbe arrivare all’annullamento del bando; se i fondi non verranno assegnati in parte potrebbero essere utilizzati per altre Misure e in parte potrebbe andare in disimpegno.

“Mi rendo conto, noi agricoltori siamo i primi a rendercene conto – ci dice il presidente di Confagricoltura Sicilia – che i problemi ci sono. I regolamenti cervellotici ci sono, lo riconosciamo. Ma ci sono anche le soluzioni. Queste regole cervellotiche valgono per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Com’è possibile che le altre Regioni europee superino questi problemi e spendano tutti i fondi strutturali destinati al sostegno all’agricoltura e qui in Sicilia i burocrati non sanno cosa fare?”.

“Qui ci dobbiamo capire – aggiunge Ettore Pottino -. Negli uffici regionali ci sono dirigenti con retribuzioni che vanno da 250 a 300 mila euro all’anno. Ebbene, questi signori debbono capire che sono lì per risolvere i problemi, non per illustrarceli senza fornire soluzioni. Lo ripeto: qui la situazione è molto grave. Tra regolamenti comunitari cervellotici e burocrati che non riescono a trovare soluzioni rischiamo di perdere una barca di soldi. L’agricoltura siciliana, che già non naviga nell’oro, rischia di pagare un durissimo prezzo. Il mio augurio è che l’attuale Governo, che in questa storia non ha responsabilità, e gli attuali burocrati regionali trovino le soluzioni che altre Regioni europee hanno già trovato”.

P.s.

Cari politici siciliani: vi è piaciuto prendere i dirigenti ‘a come capita’, senza concorsi, con le promozioni per legge (regionale numero 10 del 2000). Prima o poi la realtà il conto lo presenta sempre. Il problema è che a pagarne le conseguenze, cari politici, non siete voi… 

 

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