Ricordiamoci che un morto ammazzato prima di essere ladro era un uomo

12 giugno 2019

Pippo Giordano riflette sull’omicidio di Biella: un uomo di origine moldava, che cercava di rubare, ammazzato dal titolare dell’esercizio commerciale. L’autore dell’articolo si chiede: se tutte queste persone, che esternano felicitazioni, avessero visto una minima parte degli uomini ammazzati che i miei occhi, ahimè, han visto, avrebbero il coraggio di festeggiare? Appello ai Giudici: non ricorrete a scarcerazioni facili  

di Pippo Giordano (nella foto sotto)

Nei primi anni ’90 sono stato in missione per conto della DIA a New York, svolgendo attività con FBI, riconducibile ai noti fratelli Gambino, dell’omonima “famiglia” mafiosa newyorchese. Sono stato invitato nelle case di alcuni special agent e ho constatato, con particolare meraviglia, che le loro abitazioni erano sprovviste di recinzioni e cancelli, o da altri manufatti che impedissero accessi abusivi nelle pertinenze delle stesse abitazioni. E, quindi, ho chiesto il motivo. Mi è stato risposto che la legislazione americana tutelava la proprietà privata e che le pene erano adeguate per scoraggiare incursioni nelle abitazioni.

Detto questo, voglio evidenziare un gravissimo fatto di cronaca, purtroppo non è l’unico, avvenuto in Piemonte, e precisamente a Biella, dove un tabaccaio, nella notte del 7 c.m., ha sorpreso tre ladri nelle pertinenze della sua abitazione ed ha esploso alcuni colpi di pistola – regolarmente denunciata – ferendo mortalmente uno di loro, mentre gli altri due si sono eclissati nel buio della notte.

Il tabaccaio, un 67enne, allo stato è indagato per eccesso di legittima difesa. Un atto dovuto, afferma il procuratore della Repubblica. Il ladro ucciso era di origine moldava. Questi i fatti.

Giova dire, che la nuova normativa voluta dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha modificato gli artt 52 e 55 del codice penale, rafforzando la tutela di chi subisce aggressioni di questo tipo. Inoltre, sono state aumentate le pene per ladri, rapinatori e scippatori, oltre a celebrare processi con corsie rapide.

Nel merito di questa Legge avrei tante cose da dire, ma mi limito a poche considerazioni. E’ assodato che non serve proprio a nulla aumentare le pene, quando in un Paese come l’Italia, la certezza della pena risulta essere una “presa per i fondelli”.

La Repubblica italiana è una sola, ma le Procure della Repubblica sono tante ed ogni autorità giudiziaria, in ambito giurisdizionale, applica le leggi in maniera diversa. Quindi, non c’è univocità di giudizio.

Bisognerebbe prevedere, in caso di sentenza di condanna primo grado, che il condannato, se straniero, venga immediatamente allontanato dal territorio nazionale e recluso nelle patrie galere del Paese d’origine. Per quanto concerne gli altri gradi di giudizio, ovvero appello o Cassazione, oggi ci sono gli strumenti tecnici, come le video-conferenze e quindi non occorre la presenza de visu dell’imputato.

Inoltre, bisognerebbe prevedere la possibilità, di fronte al flagrante reato, del sequestro cautelativo di tutti i beni mobili e immobili, sino a raggiungere la confisca a sentenza passata in giudicato.

Infine, un appello ai Giudici: non ricorrete a scarcerazioni facili, perché state creando frustrazioni nelle Forze di polizia.

E ora la nota dolente in cui l’Italia è scivolata in questi ultimi anni.

L’episodio di Biella, ha scatenato in rete una ridda di commenti gioiosi, festanti e di compiacimento per la morte dell’uomo. Ho letto alcuni commenti, dove si afferma, “e uno…altri cento”, che mi hanno fatto rabbrividire. Confesso d’essere rimasto allibito da tutte queste espressioni di odio, e soprattutto dal fatto che gioire per la morte di un uomo è sconcertante. E’ fuori dalla mia visione del Mondo.

Mi son chiesto: se tutte queste persone, che esternano felicitazioni, avessero visto una minima parte degli uomini ammazzati, che i miei occhi ahimè han visto, avrebbero il coraggio di festeggiare?

Noto con rincrescimento che in questi ultimi tempi in Italia c’è tanto odio da poterlo affettare col coltello. Penso che tutto questo gioire sia un brutto segno di imbarbarimento e non è accettabile in una società civile.

Per favore, ferma restando la condanna verso chi commette reati, cerchiamo di rimanere almeno umani, perché un morto prima di essere ladro era un uomo.

Foto tratta da torinotoday

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