Appello per liberare la Sicilia dal triste primato delle scuole intestate a Vittorio Emanuele III di Savoia (VIDEO)

12 giugno 2019

La cosa incredibile è che solo in alcune città del Sud – Palermo in testa – si intitolano scuole a questo pessimo sovrano, forse il peggiore tra tutti i Savoia, regnanti che sono stati un disastro per l’Italia e, soprattutto, per il Mezzogiorno. Il testo dell’appello dei docenti universitari Salvatore Nicosia e Paolo Monella. E un’intervista con lo stesso Nicosia realizzata da Ignazio Coppola  

Il nostro amico Ignazio Coppola ci ha recapitato il testo di un appello per liberare la Sicilia dal triste primato delle scuole intestate a Vittorio Emanuele III di Savoia. L’appello, che risale al 10 ottobre dello scorso anno, è firmato dai docenti universitari, Salvatore Nicosia (che è il presidente dell’Istituto ‘Antonio Gramsci’ della Sicilia) e Paolo Monella.

Ecco il testo dell’appello:

“Palermo e la Sicilia detengono il primato delle scuole intestate, a parte gli altri membri di casa Savoia, addirittura a Vittorio Emanuele III. A Palermo sono ben due: il grande Istituto Tecnico Industriale di via Duca della Verdura e l’Istituto Comprensivo Statale di via Cesare Terranova. Il Liceo di Patti (ME), anch’esso intitolato a quel sovrano, completa il quadro del savoiardismo siciliano: un record che nessun’altra regione potrà contenderci.

Fuori della Sicilia, infatti, si conta soltanto l’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico di Lucera (FG), mentre il “re soldato” condivide addirittura con il “poeta sommo”, in una raccapricciante commistione, il patrocinio di una “Scuola secondaria di I grado Vittorio Emanuele III-Dante Alighieri” ad Andria in Puglia. Siamo sempre al Sud. Per il resto d’Italia, nulla,
nessuna intestazione lusinghiera per quel sovrano, neppure in Piemonte: e ci sarà pure una ragione.

Poiché uomini politici, autorità, dirigenti e docenti non sembrano provare alcun disagio, è bene ricordare a quale personaggio sono intitolate tali prestigiose istituzioni. Vittorio Emanuele III, re d’Italia dal 1900 al 1946, fu un sostenitore della criminale espansione colonialista (Libia 1911, Etiopia 1935); ratificò l’avvento della dittatura fascista (1922), e la fiancheggiò per tutta la sua durata; appose la sua firma in calce alle leggi razziali del 1938; non seppe opporsi all’entrata dell’Italia (1940) in una guerra disastrosa; toccò il fondo dell’ignominia quando, all’indomani dell’8 settembre 1943, abbandonò Roma e l’Italia centro-settentrionale alla mercé dei
nazifascisti e si mise in salvo con i suoi cari nella Puglia già liberata dagli Americani.

Il referendum del 2 giugno 1946 cacciò via dall’Italia la dinastia per manifesta indegnità. Convinti come siamo che sia profondamente diseducativo intestare istituzioni educative a personaggi così unanimemente condannati dalla storia per i loro crimini contro la nazione, chiediamo alle competenti autorità di cambiarne la denominazione, invitando docenti, studenti, genitori e cittadini a sostenere questa battaglia culturale per l’espulsione di Vittorio Emanuele III dalle scuole e dalle istituzioni culturali.

Non abbiamo da suggerire nomi sostitutivi: nella certezza che, su chiunque cada la scelta della nuova intitolazione, non potrà mai essere più inadeguata e oltraggiosa di quella attuale”. 

Non si può non essere d’accordo con questo appello che firmiamo senz’altro.

I Savoia, per il Sud Italia, sono stati un disastro: basti pensare alle stragi compite dai generali dei Savoia all’indomani dell’unificazione italiana: argomento che il nostro Ignazio Coppola ha trattato in tanti articoli. Ben venga, allora, questo appello.

QUI UN’INTERVISTA AL PROFESSORE NICOSIA REALIZZATA DALLO STESSO IGNAZIO COPPOLA 

Foto tratta da panorama.it

QUI POTETE FIRMARE L’APPELLO LANCIATO DAI DOCENTI UNIVERSITARI SALVATORE NICOSIA E PAOLO MONELLA

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti