Le mani di Lega e industriali sul grano duro del Sud e sulla CUN? Sui grani antichi non basta la parola!/ MATTINALE 302

6 giugno 2019

Dopo l’operazione grano duro Senatore Cappelli – che il Centro Nord Italia ha scippato al Sud – l’interesse colonialista del Centro Nord si sta concentrando sul controllo della CUN (leggere prezzi del grano duro) e sul tentativo di mettere le mani sui grani duri antichi del Sud e della Sicilia. Il ruolo della Lega di Salvini e del Ministro leghista Centinaio. Il disegno di legge di Saverio De Bonis. Il silenzio dei grillini 

Una società del Nord Italia, nel silenzio generale, ha sostanzialmente privatizzato la varietà di grano duro Senatore Cappelli, gloria e vanto della granicoltura del Sud (QUI UN NOSTRO ARTICOLO). Sui grani duri antichi – che fanno parte della storia del Mezzogiorno – è in corso il solito, volgare tentativo di ‘colonizzazione’ da parte del solito Centro Nord Italia. Ormai basta entrare in un qualunque centro commerciale per scoprire che, in vendita, ci sono pacchi di pasta di tutti i tipi a base di “grani duri antichi” prodotti, in buona parte – superfluo precisarlo – da aziende del Centro Nord Italia! Poi, magari, si scopre che ci sono problemi: ma che importa? L’importante è che sia pasta di grani duri antichi… (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).

Insomma, cosa c’entra il Centro Nord con il grano duro? Nulla! Eppure, come già ricordato, il Nord ha scippato al Sud una delle più note cultivar di grano duro antico – il Senatore Cappelli – e produce pasta con il grano duro Senatore Cappelli e ha pure ha iniziato a produrre pasta con i grani duri antichi della Sicilia!

“Basta la parola?”, si chiedono Dario Dongo e Paolo Caruso in un bell’articolo che vi consigliamo di leggere (LO TROVATE QUI).

Ma la bramosia di controllare la granicotura del Sud, da parte del Centro Nord, non si ferma ai grani antichi. Incredibile, ad esempio, quello che sta succedendo con la CUN, la Commissione Unica Nazionale che dovrebbe controllare gli scambi commerciali di grano duro, ponendo fine alla speculazione al ribasso del prezzo del grano duro che sta uccidendo la granicoltura del Mezzogiorno d’Italia.

La CUN, o meglio, la legge nazionale che ha istituito la CUN (fino ad ora istituita solo sulla carta) è stata approvata nella scorsa legislatura grazie a GranoSalus (un’associazione di produttori di grano duro del Sud che raccoglie anche tanti consumatori) e grazie ai grillini. Allora, è noto, c’era un Governo nazionale del PD, partito ferocemente antimeridionale. Risultato: la CUN è rimasta, come già ricordato, sulla carta.

Un anno fa si è insediato il Governo Giallo-Verde. Nel ‘Contratto di Governo’ il Ministero delle Politiche agricole è finito alla Lega (per la precisione il Ministro si chiama Gian Marco Centinaio, altro antimeridionale per antonomasia).

Gli agricoltori del Sud – per la precisione, i produttori di grano duro – pressano il Governo per far funzionare la CUN. Ma finora è stato tutto inutile.

Il Ministro leghista si è preso un anno di tempo. Dopo un anno (e dopo i voti incassati nel Sud dai meridionali ingenui che hanno votato questa forza politica) il Ministro Centinaio non può più rimandare. La CUN si farà, a patto che la sede sia piazzata a Bologna.

La cosa è veramente incredibile: la zona d’elezione per la produzione del grano duro in Italia è il Sud dai tempi dell’Antica Roma. Oggi l’80% e forse più del grano duro italiano viene prodotto nel Sud. Ma la sede della CUN che deve analizzare l’andamento del prezzo del grano duro per tutelare i granicoltori deve essere piazzata a Bologna!

Cosa succederebbe, secondo voi, se un Governo nazionale decidesse di valorizzare la carne della Chianina – razza bovina toscana – mettendo la sede di un ipotetico consorzio per la valorizzazione di questa razza bovina in Sicilia o in Sardegna? La cosa non è nemmeno pensabile!

Invece è normale che il “Pecorino romano”, prodotto (almeno così ci dicono) con l’80% del latte sardo si chiami, appunto, ‘Pecorino romano’, così com’è normale che la sede della CUN non trovi posto in Puglia, nella zona della ‘Capitanata’, area d’elezione per la produzione del grano duro, ma a Bologna, dove il grano duro è solo una forzatura: area dell’Italia che, in ogni caso, non ha nulla a che vedere con la tradizione di questa coltura!

Perché la sede della CUN deve essere piazzata a Bologna? Perché così gli industriali – ai quali conviene tenere basso il prezzo del grano duro del Sud Italia – possono controllare tutto. E la Lega regge il gioco agli industriali, contro gli interessi dei produttori di grano duro del Sud.

Del resto, se alle recenti elezioni europee gli elettori del Sud gli hanno pure dati i voti – in Sicilia la Lega di Salvini è addirittura oltre il 20%, anche se con il 35% circa di votanti effettivi (che significa, sì e no, il 6-7% di elettori leghisti) – perché non dovrebbero farlo? Significa che questi elettori siciliani – che non sono molti, lo ribadiamo, ma che ci sono – sono d’accordo con i leghisti!

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno è intervenuto il senatore Saverio De Bonis, eletto nel Movimento 5 Stelle, oggi nel gruppo misto. De Bonis ha presentato un disegno di legge per superare l’attuale impasse:

“La CUN – dice De Bonis – è al palo perché non la vogliono gli industriali nel mio disegno di legge viene data facoltà alla parte agricola di costituire la CUN grano anche senza la presenza dell’industria. I membri della filiera ‘possono’ costituire la CUN all’unanimità non ‘devono’ come c’è scritto adesso. Il grano dopotutto è degli agricoltori, non faremmo altro che allinearci al mercato. La materia prima ovunque la decidono i produttori non i trasformatori”.

Certo in un Paese libero è così. Non è il caso dell’Italia dove, da sempre, la politica agricola la dettano gli industriali. E, soprattutto, dove il Sud è considerata una ‘colonia’ del centro Nord Italia da sfruttare. Abbiamo già ricordato l’incredibile vicenda del grano duro Senatore Cappelli, varietà scippata agli agricoltori del Sud ai tempi del Governo nazionale del PD, scippo confermato dall’attuale Governo Giallo-Verde che, fino ad oggi, non hanno mosso un dito su questa storia (è noto, dopo un anno di Governo, il ‘meridionalismo’ dei grillini, dall’ILVA di Taranto alla TAP del Salento, fino all’abbandono dell’agricoltura del Sud…).

E se De Bonis continua a chiedere la sede della CUN a Foggia (“Non lo dico io – precisa il senatore della Basilicata – lo prevede la legge istitutiva delle Cun: ‘L’indicazione della sede avviene là dove c’è una rilevanza economica’. E non credo che si possa mettere in discussione il primato di Foggia sul grano duro. Che c’entra Bologna?), no invece siamo pessimisti, perché non crediamo che leghisti e industriali del Nord considerino il Sud Italia qualcosa di diverso da una colonia…

Resta da capire che cosa faranno i grillini. Che fino ad oggi, per il Sud – e per l’agricoltura del Sud, a parte le chiacchiere, non hanno fatto nulla.

Comunque andrà la racconteremo.

QUI L’ARTICOLO SULLA CUN DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

 

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