L’Italia si è dotata di una moneta complementare alla faccia del Trattato di Lisbona?

2 giugno 2019

Le premesse ci sono. Anche se in queste ore prende le distanze dell’iniziativa, anche il PD, lo scorso 28 maggio, alla Camera dei deputati, ha votato a favore della mozione che punta a introdurre in Italia una moneta complementare all’euro. A nostro modesto avviso, il messaggio che il Parlamento italiano ha lanciato ai massoni della UE dell’euro è chiaro: l’Italia non farà la fine della Grecia del ‘socialista’ Tsipras!  

Se dobbiamo essere sinceri, nemmeno noi ci eravamo accorti che subito dopo le elezioni europee – per la precisione il 28 maggio – la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità una mozione che impegna l’attuale Governo Giallo-Verde a mettere nel conto la possibilità di pagare “i debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni” anche mediante l’emissione di “titoli di Stato di piccolo taglio”. Si tratta dei minibot, uno strumento presente nel ‘Contratto di governo’ tra Movimento 5 Stelle e Lega. Un atto politico e parlamentare che, secondo molti osservatori, si configura come il primo passo verso la liberazione dell’Italia dal ‘lager’ monetario dell’euro attraverso quella che nei fatti sarà una moneta complementare.

La notizia è molto importante. Perché, di fatto, la mozione, approvata anche dal PD e da Più Europa, si mette sotto i piedi il Trattato di Lisbona, o meglio, quella parte del Trattato di Lisbona che vieta che i Paesi dell’euro facciano ricorso alle monete complementari (per la precisione, è l’articolo 106 del Trattato di Lisbona: Trattato contestatissimo che contiene astuzie e inganni COME POTETE APPROFONDIRE QUI).

Visto che l’attuale sistema monetario europeo è a pagamento, l’Italia ha finalmente imboccato la via corretta per non sottostare al ricatto della UE dell’euro. Il progetto, per ora, riguarda i crediti delle Pubbliche amministrazioni del nostro Paese che, in base a quanto prevede la mozione approvata da Montecitorio, dovrebbero cominciare ad essere pagare con questi minibot.

Per dirla in breve, lo Stato italiano, visto che è taglieggiato da una moneta – l’euro – che serve solo a indebitare il nostro Paese per sostenere le economie di Paesi che, alla fine, non sono altro che nostro competitori-avversari (solo gli ingenui, infatti, credono ancora che l’attuale Unione Europea sia quella dei “popoli”: figuriamoci!), punta a superare il problema emettendo titoli di Stato del taglio variabile da 5 euro a 100 euro.

Si tratterebbe, di fatto, di una moneta non assoggettata a fluttuazioni che lo Stato italiano utilizzerebbe per pagare se stesso, per un ammontare complessivo di poco meno di 60 miliardi di euro.

Sulla rivista statunitense Wired, Carlo Stagnaro, direttore dell’Osservatorio sull’economia digitale dell’Istituto Bruno Leoni, spiega con parole semplici l’iniziativa del Parlamento italiano:

“Il tema è il pagamento degli arretrati nella pubblica amministrazione, che può avere o meno i soldi in cassa. Nel primo caso, perché non pagare in euro? Se i soldi effettivamente non ci sono, le alternative sono due: indebitarsi o immettere un pezzo di carta con su scritto 100 euro. Per rinunciare al credito è necessario che quel pezzo di carta valga davvero 100 euro e la cosa può avvenire solo se ciò corrisponde a un credito fiscale e sia cedibile a terzi. Quella è una moneta”. (QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI WIRED).

Dopo che la mozione è stata approvata, come racconta un articolo de Il Fatto Quotidiano, i protagonisti di PD e Più Europa sembrerebbero pentiti.

“Il gruppo PD alla Camera, per rimediare – leggiamo ne Il Fatto Quotidiano – ha annunciato un ordine del giorno urgente al decreto crescita per escludere decisamente l’impiego di strumenti come i cosiddetti minibot”.

Anche Riccardo Magi, di Più Europa mette le mani avanti:

“Nella prima versione della mozione non c’era quel punto” (QUI PER ETESO L’ARTICOLO DE IL FATTO QUOTIDIANO).

Ma come stanno le cose? Noi, dalla Sicilia, possiamo solo provare a dare una nostra chiave di lettura.

A nostro avviso, l’Italia ha voluto lanciare un messaggio alla UE dell’euro. Della serie: se a Bruxelles hanno ancora intenzione di fare ‘strozzinaggio’, per ridurre il nostro paese come la Grecia, toccheranno duro, perché l’Italia è pronta a optare per una moneta complementare, fregandosene del Trattato di Lisbona, che diventerebbe carta straccia.

Anche le opposizioni – che oggi negano – sarebbero interessate a non far penalizzare l’Italia (anche perché – questa è una nostra deduzione – le pubbliche amministrazioni a trovarsi senza soldi se la UE dovesse procedere con lo ‘strozzinaggio’ sarebbero anche le regioni e i Comuni amministrati dal centrosinistra).

Insomma, questa potrebbe essere solo una mossa per far capire ai massoni dell’Unione Europea che l’Italia non ha alcuna intenzione di fare la fine della Grecia del ‘socialista’ Tsipras…

QUI IL GRANDE INGHIPPO MASSONICO DEL TRATTATO DI LISBONA 

QUI L’ARTICOLO DI WIRED

QUI L’ARTICOLO DE IL FATTO QUOTIDIANO

Foto tratta da stream24.ilsole24ore.com

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti