Sulla tonnara di Favignana Musumeci chiede un incontro al Ministro Centinaio

1 giugno 2019

“Ho già chiesto al ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio – dice il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci – di fissare un Tavolo tecnico a Roma per riesaminare il decreto di assegnazione delle quote tonno, magari in un utile confronto con le autorità sarde. La Sicilia non può subire una così pesante e ingiusta penalizzazione”

di Adriana Vitale

Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, chiede al Governo nazionale di rivedere l’assegnazione delle quote di tonno che ha penalizzato la tonnara di Favignana.

In una nota Musumeci dichiara la sua disapprovazione per quanto accaduto e chiede un incontro tecnico al ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, per riesaminare la questione.

“Non ci sto! – dice Musumeci -. Lo dico lontano da ogni spirito polemico e nel rispetto della leale collaborazione tra le istituzioni. Dopo anni di chiusura, proprio ora che grazie a un imprenditore coraggioso la tonnara di Favignana è stata riaperta, la ripartizione delle quote di pesca, decise dal governo centrale per quell’impianto, non è compatibile con la sostenibilità finanziaria di un progetto serio. Per questo motivo ho già chiesto al ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, di fissare un Tavolo tecnico a Roma per riesaminare il decreto di assegnazione delle quote tonno, magari in un utile confronto con le autorità sarde. La Sicilia non può subire una così pesante e ingiusta penalizzazione. Al di là di ogni ragione regolamentare, spetta alla politica il compito di garantire equilibrio ed equità. Ed è quello che chiedo per la mia Isola al governo nazionale”.

In effetti, le nota del sottosegretario leghista, Franco Manzato, sulle quote attribuite alla tonnara di Favignana, non priva di polemica politica della quale facciamo volentieri a meno, risulta priva di qualsiasi visione politica verso uno sviluppo economico e sociale sostenibile nel settore della pesca siciliana. Una giustificazione tecnica, peraltro contraddittoria. E dire che sarebbe bastata più attenzione per evitare danni ingenti alla Sicilia.

Il Governo nazionale avrebbe dovuto ripartire le quote più equamente rispetto alla Sardegna e non affidarle ad una cessione volontaria.

Scrive, il sottosegretario leghista, che l’assegnazione è stata fatta “Tenendo conto dei dati storici”. In buona sostanza, la tonnara di Favignana, visto che è stata chiusa da 10 anni, dopo che a fatica apre, deve chiude perché negli ultimi anni non ha svolto alcuna attività: come dire ad un fornaio che apre un panificio di sfornare 10 chili di pane al giorno in base agli ultimi anni di attività…

Quando si parla di sviluppo, la ricerca delle soluzioni dev’essere politica: la soluzione avrebbe dovuto mettere al centro dell’attenzione la crescita socio-economica: dunque una distribuzione delle quote di tonno da pescare più equa tra Sardegna e Sicilia, senza peraltro violare le già rigide quote stabilite dall’ICCAT (la Commissione internazionale che si occupa della tutela dei grandi pesci pelagici) e poi ripartite dalla UE.

L’assoluta mancanza di attenzione politica verso la nostra terra, che costringe un imprenditore a chiudere la tonnara già avviata con tanta fatica e con notevole impiego di capitali è un delitto sociale e un’ulteriore schiaffo verso la Sicilia e le sue istituzioni. Una mazzata di impatto economico e sociale che riguarda anche la Regione, che ha investito in questo comparto tempo e risorse.

 

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