E’ normale che la Sardegna, un milione e 600 mila abitanti, rimanga senza deputati al Parlamento europeo?

31 maggio 2019

Sì, nell’attuale Unione Europea dell’euro è normale. Anzi è il segnale che un’area dell’Eurozona è più debole e più essere depauperata e ‘colonizzata’ facilmente. Sotto questo profilo, la vicenda della Grecia, massacrata, fatta a ‘pezzettini’ e acquistata a prezzi stracciati dai predoni-padroni della ‘Grande Europa dell’euro’ ha fatto scuola

A noi non piace l’Unione Europea dell’euro. Ma non dovrebbe piacere nemmeno agli abitanti della Sardegna – oltre un milione e 600 mila persone – che sono rimasti senza nemmeno un parlamentare europeo! In pratica, la Sardegna non avrà neanche un deputato al Parlamento europeo. E questa la dice lunga su quanto sia sbagliata l’attuale Unione Europea anche per come sono state ‘confezionate’ le circoscrizioni in Italia.

La Sardegna è finita con la Sicilia. Solo che nella circoscrizione Sicilia-Sardegna quest’ultima viene sacrificata, perché ha circa 3 milioni e mezzo di abitanti in meno.

Per quale motivo ogni Regione italiana non debba potere eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo è un po’ misterioso. O meglio, se fino a qualche anno fa era misterioso, oggi è piuttosto chiaro: il mondialismo imperante – del quale l’Unione Europea dell’euro è espressione – deve fare sparire, possibilmente distruggendole, tutte le peculiarità e tutte le tradizioni di ogni Nazione europea e di ogni Regione europea. 

Le aree della UE più deboli debbono essere ‘trasformate’ per prime e possibilmente stravolte.

I cittadini europei debbono diventare, in prospettiva, tutti uguali: la storia, il passato, deve sparire (e infatti vogliono cancellare la storia dai programmi scolastici). I popoli di debbono mescolare, come in un ‘flullatore’:a questo serve il tanto decantato Progetto Erasmus: a fare perdere l’identità culturale alle giovani generazioni.

Il mondialismo dell’attuale Unione Europea dell’euro – che è tutt’uno con il liberismo economico – considera i cittadini non come uomini che pensano, ma come essere dediti al solo consumo: meno cose sanno, anche (anzi, soprattutto) sul loro passato, meglio è.

 

Il legame tra eletti e territorio, nel Parlamento europeo, conta fino a un certo punto: tant’è vero che gli eletti, spesso, votano contro gli interessi dei propri territori (basti pensare agli europarlamentari siciliani e, in generale del Sud Italia che, nella passata legislatura, nel Parlamento europeo, hanno votato in favore del CETA, della ‘invasione’ dell’olio d’oliva tunisino eccetera eccetera.

Per ora l’attacco alle identità e alle sovranità (politiche e alimentari) non va in tutta l’Unione Europea, ma solo nella parte mediterranea della UE i cui rappresentanti sono chiamati a penalizzare i propri territori del nome del bene ‘supremo’ rappresentato dalla stessa Unione Europea, ufficialmente portatrice di pace e di prosperità, praticamente produttrice di poveri, disoccupati e diseguaglianze sociali.

Proprio la Sardegna è oggetto di un’ingiustizia che parte proprio dall’Unione Europa: l’attacco al latte ovino, frutto del latte prodotto in altre parti d’Europa a costi più bassi.

Con questo ‘scherzetto’ dei principi liberisti applicati all’Eurozona, alcuni Paesi forti impoveriscono i Paesi deboli e poi li vanno a ‘colonizzare’ e a ‘svuotare’, come hanno fatto con la Grecia e come vorrebbero fare con il Sud Italia.

E’ in questo scenario di guerra economica e sociale – e non certo di pace e solidarietà – che si inserisce la vicenda della Sardegna lasciata senza rappresentanti al Parlamento europeo. Segnale di marginalità che prelude a un finale – che in realtà riguarda tutto il Sud Italia – che non è difficile immaginare…

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