POLITICANDO/ Di Maio resterà. Ma resteranno anche i problemi. E Roberto Fico confessa che…

30 maggio 2019

Il responso della piattaforma Rousseau non dovrebbe riservare grosse sorprese: Luigi Di Maio resterà al proprio posto. Ma forse, in queste ore, più che ‘addrottrinarsi’ con Beppe Grillo, vale la pena di leggere le dichiarazioni del presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, che di temi ne affronta veramente tanti  

di Carmelo Raffa

“Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato. Nelle ultime quarantotto ore hanno detto di tutto contro di me. Dichiarazioni di ogni tipo da ogni parte. Ho letto anche i vostri tantissimi messaggi. Alcuni di incoraggiamento, altri che mi hanno fatto riflettere. E di questo vi ringrazio. La vita, per ognuno di noi, è fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno. Non mi sono mai sottratto ad alcuna responsabilità, in questi anni ci ho sempre messo sempre la faccia. Prima di ogni altra decisione, oggi ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola”.

Sono le frasi pubblicate sulla propria pagina di Facebook dal leader dei Cinque Stelle e vice Premier, Luigi di Maio.

Oggi gli iscritti militanti del movimento fondato da Beppe Grillo eserciteranno il diritto di voto on line collegandosi alla piattaforma informatica di Casaleggio.

L’esito del voto sembra essere scontato, poiché ieri è sceso in campo per sostenerlo politicamente in un momento politico molto triste il capo carismatico Beppe Grillo pubblicando il proprio punto di vista sul proprio blog.

Beppe Grillo, ha affermato:

“Dopo due giorni di Radio Maria e musica classica, dico questo: il Movimento ha subito una sconfitta e questo Movimento deve reagire a quello che è successo. La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, è un ferita per me. Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima. Forse può sembrare incredibile che una persona, che ha cercato in tutti i modi possibili di portare a casa risultati nel mondo reale, perda strada rispetto ad un personaggio unicamente virtuale, ma è quello che è successo: svolazzare nei cieli del Paese parlando di immigranti che non partono quasi più da un pezzo ha riscosso più simpatie rispetto al lavoro che la nostra parte di ‘governicoli’ ha realizzato”.

“Non bastasse, la corruzione – prosegue Grillo -: vogliono anestetizzarci tutti per liberare la loro regina rinchiusa nella torre: Formigoni. Abbiamo fatto la prima legge vera contro i corrotti ed i corruttori, credo che stiamo pagando questo. Si fingono sommelier di questioni economico/finanziarie ma è semplicemente il colpo di coda di quella parte marcia del Paese che crede di nascere assolta per diritto ereditario. Siamo di fronte ad un fenomeno di rigetto dell’Italia peggiore nei confronti del Movimento: si vince e si perde insieme quando la minaccia non viene da dentro, deve restare chi è ancora in gara, nessuna espiazione. Il nostro ‘sbaglio’ è sacro: cercare di restituire dignità al Paese al di là del bullismo oppure delle comparse storiche che lo hanno sempre avuto in mano. Gli errori di metodo, certo ci sono, ma nulla hanno a che fare con l’aver agito nel rispetto delle nostre premesse”.

Altri interventi sono stati fatti in favore del leader, reduce del crollo elettorale, ma secondo noi sono di circostanza e non sentiti.

Alessandro Di Battista, che da mesi e mesi brillava per l’assenza dall’Italia e le troppe vacanze all’estero si è lasciato andare prima dichiarando che se la Lega provocasse le elezioni anticipate lui è pronto a autopromuoversi Generale del Movimento per combattere. Dopodiché, capendo di aver esagerato e di avere urtato la sensibilità di Luigi Di Maio e dei suoi fedelissimi, ha corretto il tiro dicendo che “sarò pronto fra quattro anni” e quindi oggi continuerà a dare fiducia a Di Maio.

Ma il fatto strano che notiamo in proposito è l’invasione dell’alleato-nemico Matteo Salvini in casa “Cinque Stelle” che ieri nella riunione dei parlamentari della Lega e secondo quanto riportato dall’Agenzia AGI avrebbe affermato: “La Lega dice ‘no’ a un Movimento 5 stelle in cui dovessero prevalere le idee di Alessandro Di Battista. È quello che ha precisato Matteo Salvini ai suoi parlamentari durante l’assemblea a Montecitorio, stando a quanto riferito da chi ha partecipato alla riunione.

Salvini ha ribadito ai suoi che è sua intenzione portare avanti il governo purché i 5 stelle tornino alla linea di prima dell’inizio della campagna elettorale. Se questo non avverrà, tutto sarà messo in discussione e se prevarrà la linea di Di Battista si vedrà, ha detto. Lo hanno visto anche loro – ha poi aggiunto, parlando sempre dei 5 stelle – che la linea delle critiche e delle Procure non paga”.

E no, caro Matteo Salvini, ciò potrebbe essere presa dai Cinque Stelle come un’interferenza sulle loro decisioni e sicuramente se presa in debita considerazione danneggiare l’immagine di Luigi Di Maio agli occhi degli elettori grillini.

Ma d’altronde a Lei ciò importa poco, poiché è riuscito con la sua capacità mediatica a dimezzare i voti degli alleati a vantaggio del suo movimento.

Comunque siamo certi che nessun danno sarà realmente prodotto e che oggi Luigi Di Maio verrà rafforzato dall’esito delle consultazioni.

Le questioni vere dovranno essere affrontate nei prossimi giorni con scelte che, se il Movimento Cinque Stelle non mediterà bene, potrebbe avere effetti negativi: il Movimento si potrebbe sgretolere e potrebbe scomparire, così com’è avvenuto nel secondo dopoguerra col movimento “Uomo qualunque”.

E a tal proposito è utile pubblicare le considerazioni di Roberto Fico, esponente del Movimento Cinque Stelle e Presidente della Camera dei Deputati, rilasciate a ADNKRONOS:

“Il problema non è Luigi, ma siamo tutti e dobbiamo lavorare insieme. Serve più lavoro sul territorio”.

Fico, che non è d’accordo con la votazione su Rousseau, ha aggiunto:

“E’ da vecchia politica mettere in discussione il capo politico dopo una sconfitta. Almeno abbiamo un vertice, il problema è che mancano gli altri. Dobbiamo riprendere i nostri valori e capire quali sono quelli fondanti. Se io devo dirvi oggi che cosa siamo, se devo fare una radiografia di questo Movimento, la mia risposta è che non lo so. Non lo so più che cos’è questo Movimento”.

Parole che hanno ricevuto l’apprezzamento dei parlamentari, che hanno applaudito il presidente della Camera.

“Se fossi fuori dal Movimento – ha detto sempre il presidente della Camera dei deputati – lo potrei votare questo Movimento se non comprendo che cosa è? Quali sono i nostri valori e i nostri principi? Non dobbiamo abdicare ai nostri principi, ai nostri valori. Se io conosco i miei valori, non me li ‘scamazza’ nessuno. La nostra identità oggi qual è, chi siamo, dove stiamo andando? In un mare in tempesta vince chi ha più identità, è come un’ancora nel mare agitato. E noi questa l’abbiamo persa”.

“Le cose che non vanno sono tante e vanno risolte – ha detto sempre Fico -. Ci sono tante cose che vanno, ma quelle che non vanno dobbiamo affrontarle con coraggio. Oggi dobbiamo mettere una linea di demarcazione sulle cose che non vanno. Le dobbiamo risolvere e ce le dobbiamo dire. Dobbiamo dirci tante cose. Possiamo dirci che in questo anno tante scelte sono state scelte dettate da un’idea di comunicazione malata, che non corrisponde ai nostri valori. Se la comunicazione si mangia la politica, si è mangiata tutto. E anche noi stessi. Su tante questioni abbiamo guardato prima un sondaggio, siamo caduti negli errori fatti dagli altri partiti. Oggi tante cose le facciamo in modo incoerente… Non si può più procrastinare un cambiamento. Da oggi voglio che le cose cambino”.

“Dobbiamo risolvere alcune situazioni – affermato ancora il presidente dell’assemblea di Montecitorio -. La linea politica come si mischia con quella comunicativa? Riusciamo a separarle nettamente? Come la costruiamo la linea politica? La costruiamo con più persone che decidono? Allora queste persone che decidono come sono elette? Ed è un problema, non è uno scherzo. Se vengono elette in un certo modo, poi fai una struttura, poi devi fare l’assemblea, poi devi fare il congresso e poi sei diventato un partito politico… E allora però non possiamo diventare un partito, ma siamo nel peggio del partito politico, perché abbiamo solo il vertice e ci manca tutta la filiera democratica dietro. E non può funzionare neanche questo”.

“Vogliamo provare a diventare un partito politico classico, oppure vogliamo provare a fare il M5S, che è molto più difficile? Non ho soluzioni, penso che dobbiamo solo trovare una via”.

Meditate big dei Cinque Stelle e fate scelte che non danneggiano ancora una volta i vostri elettori del Sud e della Sicilia, ma che diano loro risposte positive, poiché è lì che batte il cuore per voi, ma fino a quando?

Foto tratta da ilpost.it

 

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