Post elezioni: tra Forza Italia, Saverio Romano e Cateno De Luca è l’ora dei veleni

29 maggio 2019

Si sono messi insieme perché ormai, con l’avanzata della Lega, Forza Italia, Cantiere Popolare e UDC rischiavano di non superare lo sbarramento del 4%. Ma più che un’alleanza politica era una necessità spacciata per virtù… E siccome, alla fine, Forza Italia di Gianfranco Miccichè, con l’elezione di Giuseppe Milazzo, ha ‘soffiato’ il seggio a Saverio Romano, vanno in scena le solite recriminazioni elettorali. Con una rivelazione da parte di Cateno De Luca… 

La sconfitta di Forza Italia e degli ex democristiani alle elezioni europee brucia. E dà la stura a polemiche astiose, soprattutto da parte di qualche candidato sconfitto. Abilissimo nel gioco delle preferenze – considerato che ormai ha alle spalle un’esperienza di 25 o giù di lì – Gianfranco Miccichè, questa volta, ha messo nel sacco gli ex democristiani di scuola cuffariana, che sulla materia, fino a quando operava in prima persona Totò Cuffaro, erano praticamente imbattibili. Non altrettanto si può dire per gli eredi dell’ex presidente della Regione, che infatti, come già accennato, si sono fatti mettere nel sacco da Miccichè.

Le polemiche di queste ore non sono altro che la ‘coda’ di uno scontro che, per tutta la campagna elettorale, è andato in scena nella lista che ha visto insieme – più per convenienza che nel nome di un’alleanza – Forza Italia da una parte e gli ex democristiani e il sindaco di Messina, Cateno De Luca (che non è un ex democristiano, ma un battitore libero con un suo partito-movimento, Sicilia Vera) dall’altra parte.

Saverio Romano, scuola democristiana, ha combattuto e perso la battaglia elettorale contro Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia all’Ars e vicino al coordinatore degli azzurri siciliani, Gianfranco Miccichè.

Romano, a quanto pare, non avrebbe ‘digerito’ bene la sconfitta. A suo dire, Miccichè e Milazzo si sarebbero messi d’accordo con Cateno De Luca (che alle elezioni sponsorizzava, sempre nella stessa lista Dafne Musolino) per fare eleggere lo stesso Milazzo. In cambio De Luca avrebbe incassato da Miccichè la promessa della candidatura alla presidenza della Regione.

Una ricostruzione – a nostro avviso un po’ prematura, se non fantasiosa – che vedrebbe sacrificato l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, al quale verrebbe tolta la possibilità della ricandidatura.

La replica di Cateno De Luca non si fa attendere:

“Ho appreso dagli organi di Stampa che Saverio Romano ha fatto riferimento a me e al ‘Patto della Madonnina’ sottoscritto con il Presidente Micciché, che vedrebbe la mia persona come futuro candidato alla Presidenza della Regione. Preciso che io ho sostenuto il Presidente Musumeci e, se lo stesso vorrà ricandidarsi, lo continuerò a sostenere. Intanto, sulla scorta delle sue dichiarazioni, ci stiamo organizzando per un lavoro di cui eventualmente potrà beneficiarne lo stesso Musumeci”.

Dopo di che arriva la ‘stilettata’:

“Non consento a Saverio Romano – sottolinea Cateno De Luca – di insinuarsi nei miei rapporti con il Presidente Musumeci, che tra l’altro sono ottimi. Tale astio forse è dovuto al mio rifiuto circa la sua richiesta di un patto nell’ultima settimana di campagna elettorale, che prevedeva uno scambio reciproco di 5 mila voti che gli avrebbero consentito di superare Giuseppe Milazzo?”.

Insomma, la ricostruzione dei fatti del sindaco di Messina è un po’ diversa da quella di Romano: sarebbe stato quest’ultimo a chiedere allo stesso De Luca uno “scambio” di voti (è noto che alle europee si possono votare tre candidati, rispettando alternanza di genere) per battere Milazzo.

“Conoscendo questi personaggi – conclude De Luca – credo che staranno pregando Berlusconi affinché non rinunci al seggio in Sicilia, in modo da continuare a coltivare la logica delle faide, la quale non ci appartiene. Do un consiglio a Romano: riposati e ritorna in te. Io sono sempre a disposizione per un chiarimento, ma non permetto che si continui a coltivare la logica delle insinuazioni”.

La verità è Forza Italia, Cantiere Popolare di Saverio Romano e Cateno De Luca e Vincenzo Figuccia (gli ultimi due si trovano nell’UDC di Lorenzo Cesa, ma stanno in questa formazione politica più per convenienza che per appartenenza, visto che ‘viaggiano’ da soli, in un percorso politico più autonomista che ex democristiano, ognuno con un proprio Movimento: De Luca con la citata Sicilia Vera e Figuccia con CambiAmo la Sicilia) si sono ritrovati tutti nella lista di Forza Italia perché, se fossero andati ognuno per proprio conto, rischiavano di non superare lo sbarramento del 4%.

Inevitabili, in questi caso, le recriminazioni e le polemiche sul gioco delle preferenze che avrebbe favorito qualcuno e penalizzato altri.

Su questo tema – con riferimento al gioco delle preferenze – torneremo con un altro articolo, per illustrare i limiti di un sistema elettorale che, nel nome dell’alternanza di genere, consente ai candidati giochi & giochini che, alla fine, servono solo a confondere e, perché no?, a ingannare gli elettori.

Tra stasera e domani illustreremo questo tema che abbiamo già affrontato nel commentare tali ‘giochi’ andati in scena nelle elezioni comunali di Palermo del 2016 (come potete leggere qui).

 

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