L’unica cosa certa è che, in Sicilia, il dopo elezioni europee si annuncia contrassegnato da polemiche. Nel centrodestra i giochi sono aperti a varie soluzioni. Con Musumeci che cerca di spostarsi sulla Lega. E con i grillini che potrebbero cominciare a guardare al PD
di Carmelo Raffa
Dopo la strepitosa vittoria della Lega a livello nazionale e il successone in Sicilia, dove dal 5% delle elezioni politiche conseguono alle europee il 20% leggiamo che sul carro dei vincitori si prenotano a salire in tanti e, fra questi, l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, con il suo Movimento “Diventerà Bellissima”.
Con questa mossa Nello Musumeci mette a tacere il suo attuale alleato e Presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, che nei giorni scorsi strombazzava a destra e a manca che il prossimo candidato alla Presidenza della Regione per Forza Italia e alleati vari potrebbe essere l’attuale sindaco di Messina, Cateno De Luca.
Le male o buone lingue sostengono che Miccichè si è avventurato in queste affermazioni al solo scopo di catturare i voti messinesi in favore del proprio candidato alle elezioni europee, Giuseppe Milazzo. Se fosse così dobbiamo dare atto che l’operazione c’è riuscita e pienamente.
Infatti tra l’eletto Giuseppe Milazzo e Saverio Romano ci sono 1.531 voti di differenza in favore del primo. Milazzo ha ottenuto 74.624 e Saverio Romano 73.093.
Il sindaco di Messina è stato quindi tra i fattori determinanti per il successo dell’operazione Milazzo.
La promessa di Miccichè, però, il sindaco di Messina “sa po’ scurdari” e “passata la festa, gabbatu lu Santu”, poiché il cartaio del centrodestra non sarà il Signor Miccichè ma il Signor Matteo Salvini o un suo delegato.
Forse al caro Gianfranco di ciò importa poco, poiché ha dimostrato di essere nemico acerrimo della Lega e quindi potrebbe insistere in un’alleanza diversa abbracciando esponenti del Partito Democratico come già accaduto in recenti elezioni amministrative.
Ma quanti del PD si avventurerebbero in quest’alleanza? E quanti lo seguirebbero all’interno del suo partito e dei centristi che si sono spesi all’europee per dare ossigeno a Forza Italia?
Comunque ipotesi sulle nuove alleanze per la futura legislatura sono ancora lontane e se Musumeci magari vuole aprire alla Lega, accordando qualche assessorato, arriva subito un no secco del partito di Salvini e, contemporaneamente, la forte dichiarazione di Saverio Romano, non eletto alle europee, ma forte del successo conseguito con i suoi 73.093 voti che nella sua conferenza stampa ha affermato:
“Più peso a Lega e FdI nel governo della Regione? Voglio essere rispettato per il consenso ricevuto nel voto alle europee con 74 mila preferenze, per il sostegno dato all’elezione del presidente Musumeci e per la proposta politica. Se invece porte aperte alla Renault, posso anche fare un passo indietro, non c’è bisogno che dica cosa farei, l’ho già fatto nel 2009. Sconsiglio ipotesi di questo genere, sotto ogni punto di vista”.
Ma questi del centrodestra i conti li fanno senza l’oste, perché le cose di qua a qualche anno potrebbero evolversi sull’altro versante.
I cinque Stelle in Sicilia, pur avendo perso parecchio consenso, rimangono la forza di maggioranza relativa e in questo momento alla Regione sono all’opposizione assieme al Partito Democratico.
E se la Sicilia, che è stata spesso la Regione dove vengono sperimentati nuovi equilibri politici, com’è accaduto negli anni ’60 con l’allora alleanza tra Democrazia Cristiana e Partito Socialista, deciderà di provare qualche nuova alleanza? Per esempio, un accordo tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico?
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