E’ Di Maio il responsabile del tonfo elettorale? E’ lui che ha deciso su ILVA e TAP?

29 maggio 2019

Spiace scrivere queste cose, ma a noi il Movimento 5 Stelle non sembra proprio un soggetto di democrazia ‘dal basso’. A noi sembra, invece, un soggetto politico verticistico. Abbiamo il dubbio che le decisioni importanti arrivino dall’alto e non dal basso. La consultazione riconfermerà Luigi Di Maio alla guida del Movimento? Verrà sostituito?

Ragazzi, cerchiamo di essere seri: ma veramente c’è qualcuno che crede che Luigi Di Maio abbia deciso qualcosa di importante da quando ricopre la carica, anzi le cariche di vice presidente del Consiglio e di super-Ministro con quattro o cinque deleghe? C’è qualcuno che pensa che sia stato Di Maio a decidere che l’ILVA di Taranto non doveva chiudere? O che la TAP si doveva realizzare e basta?

Ragazzi, prendiamone atto: il Movimento 5 Stelle è un soggetto politico verticistico. Anche noi, per un certo periodo, abbiamo pensato a un Movimento di democrazia ‘dal basso’. Ma ci siamo sbagliati. Di grosso. Anche se la consapevolezza è maturata nel tempo.

Nella passata legislatura dell’Assemblea regionale siciliana, ad esempio, pensavamo che i parlamentari grillini erano gli unici che avrebbero potuto fare chiarezza sui fondi del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 (Psr). Sono i fondi europei in agricoltura.

Attraverso una campagna mediatica su misura la politica siciliana ha eliminato la società regionale che avrebbe dovuto effettuare i pagamenti. La scusa è che era uno ‘spreco’. In realtà, sarebbe stata una fonte di controllo. Così tutto è finito a Roma, nel calderone di AGEA. Risultato: mai nessun report sui fondi europei in agricoltura che – lo diciamo a chi pensa il contrario – vengono spesi tutti. 

Un secondo dubbio lo abbiamo avuto lo scorso anno, in occasione della formazione delle liste per le elezioni politiche nazionali. Quando abbiamo assistito all’esclusione dalle liste di persone sulla base di motivazioni poco chiare.

Ma la cosa che ci ha convinti che dietro il Movimento 5 Stelle ci sono cose inspiegabili sono le vicende, già citate, legate all’ILVA e alla TAP. Impegni assunti in campagna elettorale con gli abitanti di Taranto e del Salento e, una volta al Governo, atti opposti agli impegni assunti. Il tutto senza dibattito, senza una spiegazione, secondo metodi tipicamente stalinisti. E i primi a stare zitti sono stati gli stessi parlamentari grillini, a parte casi isolati.

Del resto, nel Movimento 5 Stelle, chi non si adegua a imperscrutabili decisioni assunte non si capisce da chi arriva l’espulsione.

La gestione della Finanziaria 2019, nel dicembre dello scorso anno, è stata rigida: e magari ci stava, visto che la Commissione europea ha penalizzato finanziariamente l’attuale Governo nazionale.

Anche se incomprensibile è stata – almeno dal nostro punto di vista – la chiusura verso i problemi dell’agricoltura del Sud: tanto più che il Sud, il 4 marzo del 2018, ha votato in massa per il Movimento 5 Stelle!

I grillini dicono di avere fatto tante cose. Noi, qui in Sicilia, a parte le chiacchiere, non abbiamo visto molto di concreto e, soprattutto, non abbiamo visto nulla di nuovo.

Ci sono state, per carità, tante cose positive: come il No alla TAV, arrivato, però, dopo tanti, troppi cedimenti alla Lega. Come il Decreto dignità. Come il Reddito di cittadinanza.

Ma nessun provvedimento specifico per il Sud.

Detto questo, accusare Di Maio di essere il responsabile della disfatta elettorale ci sembra ingeneroso: il Movimento 5 Stelle – lo ribadiamo – è un soggetto verticistico: per certi versi è più verticistico di Forza Italia.

C’è chi dice che Di Maio ha accettato compromessi con la Lega perché è al secondo mandato e poi – come prevede il regolamento dei grillini – dovrebbe uscire di scena. Ha detto sì al proseguimento dell’attività dell’ILVA e sì alla TAP perché ha stretto compromessi? Tale tesi non ci convince proprio.

Come finirà con la consultazione? Di Maio verrò riconfermato? Lascerà la guida del Movimento? Qualunque sia l’esito i dubbi rimarranno. A meno che non arrivi un nuovo leader deciso – per esempio Gian Luigi Paragone – per ‘ridisegnare’ da cima a fondo il profilo del movimento, all’insegna della democrazia.

Sarà così?

Foto tratta da ilsussudiario.net

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti