Violenza negli ospedali siciliani: la colpa? Dei siciliani senza sanità pubblica…/ MATTINALE 290

25 maggio 2019

Avete capito come funziona? Lo Stato italiano, dal 2009, scippa alla sanità pubblica siciliana circa 600 milioni di euro all’anno. Questo significa mancanza di medici, mancanza di infermieri, mancanza di posti letto e caos nei Pronto Soccorso. Ma i cittadini siciliani non hanno diritto a lamentarsi! Certo, la violenza contro medici e infermieri va respinta, se non altro perché i responsabili non sono loro. E cosa pensa la Ministra Giulia Grillo? A “pene più severe”, non a restituire i soldi alla Sicilia! 

Per carità: la violenza va respinta sempre. E, soprattutto, se avviene negli ospedali pubblici siciliani da parte di cittadini esasperati, perché, nei Pronto Soccorso, si rifiutano di aspettare ore ed ore (spesso una giornata intera), va assolutamente evitato di spiegare agli stessi cittadini come stanno le cose. I cittadini siciliani che si recano nei Pronto Soccorso debbono aspettare e basta. Stanno male e vorrebbero essere visitati e magari ricoverati? Cavoli loro!

Se non sono in grado di trovarsi una raccomandazione che cosa vogliono? Poi succede che qualcuno di loro s’incazza e se la prende con i medici e gli infermieri: e sbaglia obiettivo, perché la responsabilità del caos nei Pronto Soccorso e, in generale, negli ospedali pubblici siciliani non è dei medici e degli infermieri, che sono le vittime di questo sistema folle: vittime come lo sono gli stessi cittadini siciliani (senza raccomandazioni) lasciati in balìa di un servizio sanitario sempre più carente!

La responsabilità del caos nei Pronto Soccorso della Sicilia e, in generale, del caos negli ospedali pubblici della nostra Isola, cari cittadini siciliani, è della politica, non dei medici e degli infermieri! E’ con i politici che dovete prendervela: con i politici della Regione, con i parlamentari nazionali e con i Ministri!  

Chi scrive, un paio di mesi fa, dopo un incidente, si è recato in un Pronto Soccorso di Palermo. Era domenica, ore 15 circa. Con un bel libro tra le mani siamo rimasti ad aspettare. Nel frattempo arrivavano altri pazienti, a quanto pare più bisognevoli di cure di noi. Anche noi, per la verità, avendo preso una bella ‘botta’, non eravamo del tutto a posto…

Ebbene, alle 21, o giù di lì, abbiamo constatato che, davanti a noi, c’erano oltre venti persone più quelle che arrivavano… Forse – con un po’ di fortuna – lunedì mattina…

Insomma, per una visita e una radiografia avremmo dovuto passare la notte su una sedia da dividere con altri. Morale: ce ne siamo andati a casa e, l’indomani, la bella radiografia l’abbiamo fatta a pagamento, dopo una visita generica di un medico nostro amico. Punto.

Questa è la sanità pubblica siciliana.

Noi siamo andati a casa con le nostre gambe. Ma ci sono cittadini che stanno male e sono costretti ad aspettare giornate intere!

Poi succede che qualche cittadino, che magari accompagna un parente che sta proprio male, dopo aver aspettato ore ed ore – perché nei Pronto Soccorso siciliani il tema della vita come attesa di buzzatiana memoria è ormai la regola aurea – va in escandescenze e se la prende con i medici e con gli infermieri. E lì, lo ribadiamo, sbaglia.

Perché la responsabilità dei caos nei Pronto Soccorso e, in generale, negli ospedali pubblici della Sicilia non è certo dei medici e degli infermieri, ma – lo diciamo ancora una volta – è della politica.

I medici e gli infermieri, però, potrebbero istituire un servizio di informazione autonomo, spiegando ai cittadini siciliani come stanno le cose. Perché i sindacati dei medici e degli infermieri lo sanno benissimo come stanno le cose, solo che si guardano bene dal dirlo ai cittadini.

E come stanno le cose? Cos’è che i sindacati dei medici e degli infermieri non dicono ai cittadini siciliani?

Non dicono, ad esempio, qual è la reale situazione del personale medico e infermieristico nei Pronto Soccorso. Si rispettano le piante organiche o mancano medici e infermieri?

Non dicono, ad esempio, che la politica siciliana, ormai da anni, toglie soldi alla sanità pubblica per pagare spese che con la sanità pubblica non hanno nulla a che spartire (COME POTETE LEGGERE QUI).

Non dicono, ad esempio, che l’attuale Governo regionale, nel 2018, ha “risparmiato” 115 milioni dalla sanità pubblica siciliana per pagare le rate dei mutui dei Comuni della nostra Isola (questa è ovviamente la tesi ufficiale: i malpensanti pensano che buona parte di questi 115 milioni sia stata spesa per pagare feste & festini e debiti fuori bilancio: ah ‘sti malpensanti…).

Non dicono che, grazie al centrosinistra – con la connivenza del centrodestra – dal 2009, lo Stato scippa alla Regione siciliana quasi 600 milioni di euro all’anno (COME POTETE LEGGERE QUI).

La verità è che quasi tutta la politica siciliana, nel nome di un malinteso sentimento che potrebbe essere definito omertà istituzionale, non affronta mai il tema dei quasi 600 milioni all’anno che lo Stato, dal 2009, scippa alla sanità siciliana. Forse l’unico che negli ultimi anni ha provato a porre la questione – ma senza chiamare in causa i responsabili, ovvero il Governo Prodi 2006-2008 e, in particolare, il PD – è l’attuale vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao, che questa storia l’ha vissuta, visto che proprio nel 2009 faceva parte del Governo regionale di allora.

Se lo Stato restituisse alla Regione i soldi che scippa alla sanità pubblica siciliana dal 2009 (nel 2016 erano 5,4 miliardi di euro, oggi siamo oltre 7 miliardi di euro!) non ci sarebbe il caos nei Pronto Soccorso, non mancherebbero i posti letto negli ospedali pubblici della nostra Isola, le previsioni delle piante organiche di medici e infermieri verrebbero rispettate e l’ISMETT non sarebbe l’unica struttura sanitaria (privata!) dove non arrivano mai i tagli di fondi pubblici.

Invece che succede? Che i “cattivi” sono i cittadini siciliani che, recandosi nei Pronto Soccorso, si rifiutano di aspettare giornate intere in attesa di essere visitati. Si rifiutano, insomma, di essere trattati come bestie!

Per non parlare del fatto che, poi, se necessitano di ricovero, debbono aspettare giorni e giorni prima di essere ricoverati. Una vergogna!

Presidente della Regione Nello Musumeci, assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza: stiamo scrivendo la verità o ci stiamo inventando tutto?

Poi arriva la Ministra della Salute-Sanità, la dottoressa Giulia Grillo, una siciliana che, evidentemente, non ha mai vissuto in Sicilia, e ci viene a spiegare, in una ‘dotta’ intervista al quotidiano La Sicilia, che:

“Le aggressioni contro medici e infermieri sono all’ordine del giorno. Non possiamo più aspettare è arrivato il momento di approvare mio Ddl contro la violenza sugli #operatorisanitari. Pene più severe e postazioni di sicurezza perché gli ospedali siano finalmente sicuri per tutti”.

Ministra Grillo: quindi il problema non sono gli oltre 7 miliardi di euro che lo Stato ha scippato alla sanità della nostra Regione dal 2009 ad oggi, ma i cittadini siciliani che si lamentano a vanno in escandescenze perché i Pronto Soccorso e, in generale, gli ospedali pubblici della nostra Isola non riescono a fornire ai cittadini servizi sanitari adeguati!

I cittadini siciliani debbono subire in silenzio i disservizi della sanità pubblica provocati – egregia Ministra Grillo – anche dal suo Governo e non si devono lamentare?

Ci dica: fare aspettare un cittadino che sta male 24 ore prima di una visita non è una forma di violenza verso lo stesso cittadino? Farlo aspettare 4-5 giorni in barella prima di un ricovero non è violenza anche questa?

Le ricordiamo che governate l’Italia da un anno. Vero: i soldi alla sanità siciliana li hanno scippati il Governo Prodi e il PD: mai voi che siete al Governo perché non cominciate a restituirceli? 

D’accordo, la Commissione Europea vi fa la guerra e vi ha tolto i soldi. A parte che una parte di questi soldi, il suo Governo, potrebbe iniziare a restituirli, a noi non sembra affatto conducente il suo disegno di legge che prevede “pene più severe e postazioni di sicurezza perché gli ospedali siano finalmente sicuri per tutti”.

Gli ospedali pubblici, Ministra Grillo, oltre che sicuri (magari costruiti bene, senza cemento depotenziato), debbono fornire servizi adeguati ai cittadini, non certo ‘incrastandoli’ per 24 ore e forse più in attesa di una visita, abbandonandoli, poi – ci perdoni il termine, ma non ne troviamo un altro adeguato – per quattro-cinque giorni su una barella in attesa che venga trovato un improbabile posto letto!

Sa cosa pensiamo noi del suo disegno di legge che prevede “pene più severe e postazioni di sicurezza perché gli ospedali siano finalmente sicuri per tutti”? Che lei ci ricorda un certo Mario Scelba, tutto sommato catanese come lei (anche se, in realtà, Scelba era nato a Caltagirone, ma un po’ di spirito catanese in lui c’era), che pensava sempre di risolvere tutto con i ‘celerini’…

Ma il Movimento 5 Stelle, Ministra Grillo, non era nato per stare dalla parte dei cittadini?

P.s.

Ministra Grillo: se ha dei dubbi sullo scippo dei quasi 600 milioni di euro all’anno alla sanità pubblica siciliana può chiedere ‘lumi’ ai deputati regionali del Movimento 5 Stelle, che qualcosa, su questo argomento, la conoscono… Almeno vi raccordate tra voi…

 

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