J'Accuse

Perché tanti alberi di Carrubo del Ragusano stanno morendo? Morti naturali o c’è dell’altro?

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Giovanni Cicciarella, agricoltore di Modica, ci racconta dei tanti alberi di Carrubo morti. E, senza tanti giri di parole, ci dice: “Siamo davanti a un’azione di ingegneria climatica. Decidono quello quello che si deve fare: e lo fanno”. Insomma, a suo avviso, in Sicilia, c’è chi starebbe alterando il clima. Proviamo a capire cosa ci potrebbe essere dietro

Giovanni Cicciarella l’abbiamo conosciuto nei primi giorni di dicembre del 2016. Da allora di lui sappiamo poco o nulla. Anche perché trovarlo via telefono è difficilissimo, se non impossibile. Bisogna andarlo a cercare dalle parti di Modica, dove conduce la sua azienda agricola. Sì, Giovanni Cicciarella è un agricoltore e, in quanto tale, un osservatore dei fenomeni naturali, ma anche di quelli che, forse, tanto naturali non sono…

Qualche giorno fa ci ha cercato. Voleva notizie su un articolo sul clima in Sicilia che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi.

“Vorrei leggere la dichiarazione di Mario Pagliaro”, ci ha detto. Nell’articolo che Giovanni Cicciarella cercava (CHE POTETE LEGGERE QUI) c’è anche una dichiarazione di Mario Pagliaro, un chimico molto noto, ricercatore presso il CNR che, da anni, studia il clima.

Visto che abbiamo avuto la ventura di parlare con Giovanni Cicciarella, gli abbiamo chiesto notizie sul clima nel Ragusano e, soprattutto, sugli alberi di Carrubo. Ci dice che la situazione è peggiorata. E che i danni sono tanti.

Per la cronaca, le cose che ci racconta Cicciarella si possono verificare con una ricerca sulla rete. Già nel 2012 si parlava di grave crisi del Carrubo della provincia di Ragusa (QUI UN ARTICOLO).

Un anno prima c’erano state polemiche roventi per l’abbattimento di alberi di carrubo, sempre in provincia di Ragusa (QUI UN ARTICOLO).

Se continuate a cercare trovate vari articoli su un coleottero che uccide gli alberi di carrubo (QUI UN ARTICOLO).

Qual è, allora, la particolarità del racconto di Giovanni Cicciarella? Che, a suo avviso, quello che sta succedendo agli alberi della provincia di Ragusa non è frutto del caso: non si tratta, insomma, di fenomeni naturali:

“Siamo davanti – ci dice – a un’azione di ingegneria climatica. Decidono quello quello che si deve fare: e lo fanno”.

In effetti, qualcosa di strano c’è: è normale la neve a maggio in Sicilia?

Cicciarella ci racconta che ha visto con i suoi occhi alberi di Carrubo attaccati dai vermi:

“Con i vermi – ci dice – che infestavano il tronco dell’albero a quattro metri di altezza”.

Ci racconta di altre stranezze, a suo avviso legate ai cambiamenti climatici:

“Gli alberi sono più deboli, stressati dalle precipitazioni”.

Il cambiamento del clima, a suo dire, sfasa i cicli biologici. E le piante ne risentono. In negativo.

Che in agricoltura siano avvenuti fatti strani, e non sempre facilmente spiegabili è un fatto oggettivo. Sul Punteruolo Rosso, che ha decimato le Palme, non ci sono state varie interpretazioni. Ma sul batterio della Xilella fastidiosa, che ha provocato danni ingenti agli alberi di Olivo della Puglia le interpretazioni sono tante.

Tutt’oggi le polemiche sulla Xilella fastidiosa non si placano. E c’è anche un’interpretazione del fisico e docente Marco Trapanese (CHE POTETE LEGGERE QUI).

Noi abbiamo intervistato Giovanni Cicciarella nel 2016. E, a proposito di stranezze, ci aveva raccontato quanto segue:

“Quest’anno (ricordiamo che si parla del 2016 ndr) abbiamo registrato un periodo di grande siccità. Con temperature medie alte anche in inverno: da 10 a 15 gradi. Tutto questo non è normale. Cosa penso? Che c’è chi lavora da almeno quattro anni a modificare il nostro clima. Dietro ci sono grandi interessi. E’ inutile nasconderlo: tra cielo e terra sta cambiando qualcosa. Gli animali non sono più gli stessi, le piante non sono più le stesse, noi non siamo più noi stessi. Se non ricordo male, lo scorso anno Putin ha detto: nel Mediterraneo effettuano esperimenti con l’elettromagnetismo”.

Già, gli animali. Tra anni fa lo stesso Cicciarella ci ha raccontato che gli animali – e in particolare le pecore – di solito molto ghiotte di carrube, non ne volevano sapere di mangiarle.

Insomma, cosa c’è dietro l’attacco ai Carrubi del paesaggio Ibleo?

Certo che quello che avviene è strano.

I Carrubi del Ragusano – almeno a quanto ci dice Cicciarella – sono seriamente in pericolo.

Il grano duro siciliano non si vende perché è da anno oggetti di speculazioni al ribasso. E’ come se si volessero convincere gli agricoltori siciliani a non coltivare più il grano duro, coltura d’elezione nell’entroterra della nostra Isola.

Coltivare pomodoro di pieno campo sta diventando impossibile, perché il costo del lavoro in agricoltura, in Sicilia, è 40-50 volte più elevato del costo del lavoro in Nord Africa e in altri parti del mondo. Risultato: siamo sommersi di pomodoro cinese a nord africano… E appena un agricoltori ‘sgarra’, lo massacrano con le multe!

La frutta estiva siciliana è in disarmo. La motivazione è sempre la stessa: produrla in altre parti del mondo costa molto meno. Il problema è che molta della frutta estiva che arriva in Sicilia è immangiabile (e c’è anche il dubbio che sia piena di pesticidi). Ma costa molto meno. Volete mettere?

L’olio d’oliva tunisino ha invaso l’Italia. E, guarda caso, quest’anno – anno di ‘scarica’ (la produzione di olive, nel 2018, ha subito una perdita del 50-60%) – l’olio d’oliva “extra vergine italiano” si vende a 6 euro a bottiglia, a 5 euro a bottiglia, a 4 euro a bottiglia e anche a 2,99 euro a bottiglia, quando non dovrebbe costare meno di 8-10 euro al litro. Com’è possibile?

Poi magari si scopre che ci sono pressioni fortissime per acquistare terreni in Sicilia da parte di non siciliani. Per fare che cosa? Turismo, impianti fotovoltaici e, perché no?, anche grani antichi (non potendo impossessarsi dei grani antichi siciliani, come hanno fatto con la Varietà Senatore Cappelli, cercano di prendersi direttamente i terreni e, magari, la Sicilia, favorendo la migrazione dei giovani laureati, da sostituire con manodopera a basso costo, cioè con i migranti).

Ovviamente, noi siamo “complottisti”, chi parla di crisi dell’agricoltura siciliana è un “complottista”, la morte dei Carrubi nel Ragusano è un’esagerazione pompata dai “complottisti”.

Peccato che pasta, pane e pizze preparate con grano duro canadese sono realtà e non frutto di interpretazioni “complottiste”.

Peccato che il grano tenero canadese Manitoba sia ormai alla base dei dolci e non frutto di interpretazioni “complottiste”.

Peccato che il glifosato sia una realtà e non frutto di interpretazioni “complottiste”.

Peccato che la passata di pomodoro cinese e i pomodori cinesi che invadono le nostre tavole siano una realtà e non frutto di interpretazioni “complottiste”.

Peccato che angurie e carciofi egiziani siano una realtà e non frutto di interpretazioni “complottiste”.

Eccetera eccetera.

Tutti “complottisti”…

IL CARRUBO DEL RAGUSANO IN CRISI NEL 2012 

Foto tratta da parchidaamare.it

 

 

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