Regione, il Governo Musumeci taglia posti di lavoro e i sindacati battono le mani!

18 maggio 2019

Ormai siamo al delirio. Non sapendo più dove trovare i soldi per andare avanti – e forse non potendo più ‘taglieggiare’ il Fondo sanitario regionale, ormai ridotto all’osso – si riducono i dirigenti, non sostituendo quelli che andranno in pensione. Proprio come si fa da anni nella sanità pubblica siciliana. Il Governo Musumeci, invece di creare nuovi posti di lavoro, li taglia. E i sindacati? Non pervenuti… Sì, siamo al delirio!

Tagli, tagli, tagli. Ormai la vera immagine della Regione siciliana è rappresentata da una forbice. Nella sanità spariscono primari, reparti e, in qualche caso, anche gli ospedali. Le strade sono abbandonate per mancanza di soldi. Le ex Province sono senza soldi. Tanti Comuni pure. E adesso, giusto per ‘governare meglio’, si tagliano anche i dirigenti della Regione.

Lo annuncia un comunicato stampa dai toni trionfalistici di Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana:

“Abbiamo mantenuto l’impegno assunto all’inizio del nostro mandato: diminuiscono le postazioni dirigenziali all’interno dell’amministrazione regionale – dice il presidente della Regione, Nello Musumeci -. Siamo andati oltre rispetto a quanto prevedeva la legge. Non una riduzione legata semplicemente alla percentuale del personale andato in pensione, ma un taglio che supera il quindici per cento delle strutture. E’ stato messo un freno a scelte irresponsabili compiute nel passato che hanno fatto la nostra Regione un esempio in negativo rispetto al numero dei dipendenti, assai spropositato in rapporto con i dipendenti”.

Questa prima parte del comunicato stampa è un luogo comune al cubo. La Regione siciliana, infatti, gestisce servizi che in altre Regioni italiane sono gestite dallo Stato. Il problema, semmai, è la qualità del personale, che ormai da decenni non viene assunto, come prevede la Costituzione, per concorso pubblico, selezionando i migliori, ma con il precariato, all’insegna del clientelismo senza limiti.

Nel comunicato leggiamo che “ad essere cancellate saranno 228 postazioni sulle 1.439 attualmente presenti nei 27 dipartimenti. Il nuovo Piano è il frutto di un’intensa attività di coordinamento svolta negli ultimi mesi dal segretario generale della presidenza della Regione, Maria Mattarella, con tutti i dirigenti generali e di concertazioni con i sindacati da parte del dirigente generale della Funzione pubblica Rosalia Pipia. Le maggiori riduzioni riguardano l’Ufficio legislativo e legale (che taglia il 37 per cento), i dipartimenti Energia (30 per cento), Acqua e rifiuti (27 per cento), Protezione civile e Programmazione (24 per cento), Funzione pubblica (22 per cento). Nel nuovo funzionigramma della Regione verrà ricompresa anche l’Autorità di Bacino, incardinata alla presidenza della Regione. Una struttura attesa da quasi trent’anni e creata dal governo Musumeci per occuparsi della programmazione e gestione degli interventi sui corsi d’acqua e di tutto ciò che riguarda l’erosione del territorio”.

In realtà, l’Autorità di Bacino la creò il Governo di Rino Nicolosi alla fine degli anni ’80 con tanto di Segreteria generale: ma il presidente Musumeci e i suoi assessori sono troppo giovani per conoscere questi particolari. L’unica cosa vera è che non ha mai funzionato. Il resto è propaganda.

“Si è proceduto – riprende il presidente – ad accorpare e trasferire le competenze e non ci saranno più quindi Unità operative vacanti. In questo modo tutta l’amministrazione regionale potrà avere solo benefici, con un vantaggio soprattutto per gli utenti. Una buona notizia che arriva a distanza di qualche giorno dall’approvazione in Assemblea regionale siciliana del disegno di legge proposto dal mio governo sullo snellimento delle procedure amministrative: quello che cittadini e imprese ci chiedono. Solo con una ‘macchina Regione’ efficiente possiamo affrontare le sfide del futuro e fare risalire la china alla nostra Isola”.

“La nuova organizzazione – conclude il comunicato – entrerà in vigore, dopo i passaggi di rito davanti al Consiglio di giustizia amministrativa e alla Corte dei Conti, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione”.

In pratica, per dirla a ‘fimminina’, i dirigenti regionali che andranno in pensione non verranno sostituiti: proprio quello che avviene, ormai da anni, nella sanità pubblica siciliana, dove i medici (e, soprattutto, i primari) che vanno in pensione non vengono sostituiti.

Il caos che si registra nella sanità pubblica siciliana è frutto anche di questi tagli scellerati di personale medico e infermieristico, oltre che dei quasi 600 milioni di euro all’anno che lo Stato scippa alla sanità siciliana dal 2009 grazie al PD.  

Che dire? Che siamo alla frutta, all’insegna delle menzogne. Del resto, con organizzazioni sindacali – ‘cinghie di trasmissione’ della vecchia politica – che chiedono stabilizzazioni di precari invece che concorsi pubblici per selezionare più meritevoli (giovani siciliani laureati che, ovviamente, emigrano in cerca di fortuna grazie a politici siciliani insipienti e ascari) che cosa ci possiamo aspettare? Il delirio! E infatti siamo al delirio.

Sì, siamo alle notizie degne del Minculpop: invece di dire la verità – e cioè che la Regione è al verde e che non può continuare a prendere soldi dal Fondo sanitario regionale per pagare spese che non la sanità non c’entrano una mazza e, quindi, deve ridurre anche il personale della Regione – si tenta di far passare per ‘virtuosa’ la riduzione del personale dirigenziale: una scelta che, al contrario di quello che cerca di contrabbandare il presidente della Regione con ragionamenti alla Protagora, peggiorerà ulteriormente i servizi dell’amministrazione regionale che sono già ‘deliranti’. 

Invece di estirpare la mala pianta del precariato – reperito e assunto, lo ribadiamo, a umma umma – si tagliano i dirigenti! E i sindacati? Perché in Sicilia ci sono ancora sindacati che si occupano veramente di pubblica amministrazione, a parte i professionisti della stabilizzazione dei precari in servizio permanente-effettivo?

Quanto al disegno di legge sullo “snellimento delle procedure amministrative”, sappia, presidente Musumeci, che una legge simile è stata approvata ai tempi del Governo di Raffaele Lombardo, assessori Gaetano Armao e Caterina Chinnici. Una legge inutile, specchio fedele del Governo Lombardo: e che stiamo scrivendo il vero lo dimostra il fatto che il suo Governo, presidente Musumeci, è tornato sullo stesso argomento con una legge che sarà come quella del Governo Lombardo: ‘na stampa e ‘na fiura…

Ah, dimenticavamo: ma lei, presidente Musumeci, con il suo Governo, non doveva creare nuovi posti di lavoro in Sicilia? Non solo, fino ad ora, c’è il nulla nell’industria, il nulla nell’agricoltura, il nulla nel commercio, il nulla nelle politiche del lavoro, il nulla nella Formazione professionale, il caos nella sanità pubblica: e adesso si mette pure a tagliare i dirigenti regionali e ci dice pure che è cosa buona e giusta?

Ma lei e i suoi assessori, presidente Musumeci, pensate veramente che tutti i Siciliani abbiano portato i propri cervelli all’ammasso?

 

 

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