Rifiuti: il Governo nazionale mette sotto controllo Palermo, Catania e Messina

15 maggio 2019

Di fatto, è un commissariamento. Le amministrazioni comunali di queste tre città siciliane – dove la raccolta differenziata dei rifiuti non decolla – dovranno rispondere al Ministero dell’Ambiente, là dove dovessero arrivare richieste di chiarimenti (che arriveranno di sicuro). Che succederà? A nostro avviso polemiche roventi, perché i Comuni dovranno scoprire le ‘carte’ di un settore attorno al quale ruotano interessi milionari

“Questa mattina, in risposta al question time depositato in Commissione VIII alla Camera dei deputati dal deputato del MoVimento 5 Stelle di Palermo, Adriano Varrica, il Ministero per l’ambiente ha risposto affermativamente alla richiesta di attivare un tavolo tecnico interistituzionale coinvolgendo Regione e i Comuni di Palermo, Messina e Catania”.

Così si legge in un comunicato del Movimento 5 Stelle. Se non è un commissariamento dei Comuni di Palermo, Catania e Messina in materia di gestione dei rifiuti da parte del Governo nazionale, ebbene, è qualcosa che gli somiglia tanto.

“È un’iniziativa volta a favorire la raccolta differenziata in Sicilia e segnatamente in queste realtà che, oltre ad essere le più grandi, sono le più indietro – spiega Varrica, componente della Commissione ambiente e vice capogruppo del M5S alla Camera -. In particolare, per il Comune di Palermo il tavolo potrà occuparsi di monitorare e stimolare l’adempimento degli obblighi previsti dal protocollo ‘Palermo differenzia 2’ come l’attivazione del porta a porta, l’aggiornamento del regolamento comunale rifiuti e l’istituzione degli accertatori ambientali”.

A Palermo, da circa un anno, molte aree della città vivono con i rifiuti che vengono raccolti, se va bene, ogni settimana: rifiuti abbandonati lungo le strade e i marciapiedi, perché, formalmente, dovrebbe essere partita la raccolta differenziata.

Invece in molti casi, ogni settimana arriva un trattore che rimuove i rifiuti dalle strade e dai marciapiedi per caricarli su un mezzo gommato: e questa non sembra proprio un esempio di raccolta differenziata dei rifiuti…

“Grazie al Movimento 5 Stelle e al Ministro Costa (Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa ndr) – continua Varrica – il Ministero oggi è un soggetto che monitora con attenzione le attività degli enti territoriali preposti alle politiche ambientali e si adopera per supportarli al fine di raggiungere ambiziosi risultati a tutela della salute dei cittadini e del futuro delle nostre generazioni”.

“Si tratta di un passaggio importante sul quale lavoriamo da mesi – afferma il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Palermo, Antonino Randazzo -. Le varie amministrazioni non potranno più girare la testa dall’altra parte e dovranno portare al tavolo ministeriali risultati e azioni concrete”.

Insomma, finisce il tempo dei mancati controlli: i Comuni di Palermo, Catania e Messina dovranno scoprire le carte e spiegare al Governo nazionale perché non riescono a far decollare la raccolta differenziata dei rifiuti.

“Saremo pronti a supportare Comune e Regione nell’interesse dei cittadini – aggiunge Antonio Randazzo – sperando di non vederci costretti a depositare ulteriore esposto dopo quello del 2014, che recava tra i firmatari il deputato nazionale Adriano Varrica e il deputato regionale Giampiero Trizzino, e il suo aggiornamento nel 2018 sottoscritto dai due parlamentari oltre che da me”.

A seguito di tale attività di denuncia è in corso un procedimento alla Corte dei Conti per danno erariale che vede coinvolta l’attuale amministrazione comunale di Palermo.

Che succederà con questa mossa del Ministero dell’Ambiente e, in particolare, dei grillini? A nostro avviso, assisteremo presto a polemiche al vetriolo. Perché dietro i rifiuti, in Sicilia, là dove ci sono di mezzo discariche e trattamenti ‘speciali’ vari, si nascondono interessi milionari, dove il clientelismo si mescola con l’affarismo.

Credeteci: ne vedremo delle belle…

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