Formazione, ‘Sportelli’, finanze regionali: le contraddizioni di PD, CGIL CISL e UIL/ MATTINALE 279

14 maggio 2019

Adesso, dopo che i lavoratori della Formazione professionale e degli ex Sportelli Multifunzionali sono stati lasciati da soli e massacrati dai Governi di centrosinistra, CGIL, CISL e UIL ‘riscoprono’ la loro esistenza, chiedono “tavoli” e convocano assemblee. E l’autocritica? Allo stesso modo il PD siciliano, dopo aver massacrato finanziariamente Regione ed ex Province, chiede il voto ai siciliani. Anche in questo caso, nessuna autocritica. Ma dicono vero?  

Sta destando malumori un comunicato stampa diffuso da CGIL, CSL e UIL scuola della Sicilia. Le tre organizzazioni sindacali annunciano, niente poco di meno, “un’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori”, con riferimento a “gli ex sportellisti iscritti a già iscritti”.

Gli Sportelli Multifunzionali si occupavano di politiche del lavoro. Occupavano circa mille e 800 persone. Sono stati sbaraccati dal Governi regionali di centrosinistra che hanno amministrato la Sicilia dalla primavera del 2008 fino al dicembre del 2017. Il personale che lavorava presso gli ormai ex Sportelli Multifunzionali (da qui la dizione “ex sportellisti”) hanno perso il lavoro.

Gli ex sportellisti non sono stati gli unici soggetti a perdere il lavoro. Per questioni politiche gli Sportelli Multifunzionali erano stati associati alla Formazione professionale, settore che è stato sbaraccato, sempre dai Governi regionali di centrosinistra.

Negli anni in cui andava in scena questa ‘macelleria sociale’ non ricordiamo un impegno particolare da parte di CGIL, CISL e UIL. Del resto, se i lavoratori disoccupati di questi due settori – Formazione ed ex Sportelli Multifunzionali – hanno trovato posto in altre organizzazioni sindacali, o si sono organizzati da sé, un motivo ci sarà. O no?

Qualcosa di simile è avvenuto anche con gli operai della Forestale. Tra il 2014 e il 2018, contro gli operai della Forestale della Sicilia, è andata in scena una campagna di stampa per appannare l’immagine di questi lavoratori. Anche in questo caso – come per la Formazione professionale e per gli ex Sportelli Multifunzionali – l’attacco ai lavoratori è stato portato avanti mentre operavano un Governo nazionale di centrosinistra e un Governo regionale siciliano di centrosinistra.

Entrambi i Governi erano presieduti da esponenti del Partito Democratico.

Attenzione: l’attacco al mondo del lavoro è stato portato avanti con impegno e determinazione dal Governo Renzi: ricordiamo i ‘siluri’ contro lo Statuto dei lavoratori e il Jobs Act. 

Ebbene, davanti a questi attacchi CGIL, CISL e UIL cos’hanno fatto? La risposta è nei fatti.

Il PD, dal 2014 al 2018, è passato dal 40% dei voti circa al 18%.

La crisi che ha colpito la sinistra italiana a ‘trazione’ PD non ha risparmiato CGIL, CISL e UIL. Non ci inventiamo niente a dire che l’immagine di queste organizzazioni sindacali tradizionali, oggi, è piuttosto appannata.

I risvolti, in Sicilia, non sono mancati. Abbiamo ricordato l’amarezza dei lavoratori della Formazione professionale e degli Sportelli Multifunzionali, che si sono organizzati da sé.

Ma rivolgimenti si sono avuti anche nel mondo degli operai della Forestale con la nascita – e l’affermazione – del SIFUS, il sindacato che si batte per la stabilizzazione di questi lavoratori, ribadiamo, per quattro anni massacrati da una campagna mediatica che avrebbe dovuto portare alla loro eliminazione.

Anche su questo fronte non possiamo fare a meno di ricordare l’atteggiamento di CGIL, CISL e UIL della Sicilia: non ricordiamo, negli anni del Governo Renzi e del Governo regionale siciliano di Rosario Crocetta, una difesa appassionata di questi lavoratori da parte degli esponenti della cosiddetta Triplice. Ricordiamo, al contrario, atti di Governo contrari agli interessi di questi lavoratori.

Vogliamo segnalare un elemento che accomuna CGIL, CISL e UIL della Sicilia al Partito Democratico siciliano: la memoria corta. 

Se tanti lavoratori siciliani massacrati dalle politiche renzian-crocettiane non si sono più sentiti rappresentati, sindacalmente parlando, da CGIL, CISL e UIL e se chi votava PD, oggi, si guarda bene dal sostenere questo partito, ebbene, ci saranno dei motivi. O no?

Piuttosto che convocare assemblee di “ex sportellisti” (e siamo proprio curiosi di sapere quanti lavoratori disoccupati parteciperanno all’assemblea convocata domani a Palermo da CGIL, CISL e UIL per parlare di Reddito di cittadinanza e di potenziamento dei Centri per l’impiego), i sindacalisti di CGIL, CISL e UIL, che dal 2008 ad oggi si sono occupati (o quasi) di Formazione professionale e politiche del lavoro, farebbero bene a convocare un’assemblea per parlare di ciò che hanno fatto e, soprattutto, di ciò che non hanno fatto durante gli anni in cui il mondo del lavoro dell’Italia e della Sicilia sono stati massacrati dai Governi nazionale e siciliano di centrosinistra a ‘trazione’ PD.

Tentare di far dimenticare i danni fatti in quasi nove anni di Governi di centrosinistra è un errore. Perché i lavoratori non dimenticano.

Molto più saggio affrontare i veri nodi di una fallimentare stagione sindacale e politica.

I sindacalisti di CGIL, CISL e UIL della Sicilia non possono pensare di andare a trattare con il Governo nazionale e con il Governo siciliano le questioni che riguardano il Reddito di cittadinanza e le politiche del lavoro senza aver prima ammesso gli errori commessi negli anni passati.

Lo stesso discorso vale per il PD siciliano, che invece di aprire un dibattito su nove rovinosi anni di Governo della Sicilia tace sul passato e, nascondendosi dietro il “civismo”, si allea con Forza Italia, formazione politica peraltro in via di estinzione. 

Il PD siciliano, governando la Regione siciliana, ha fatto da ‘sgabello’ al Governo Renzi, avallando il sistematico depauperamento delle finanze regionali. Un attacco alla Regione siciliana e all’Autonomia siciliana cominciato nel 2006 con il Governo Prodi, che ha unilateralmente portato la quota di compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria dal 42% circa a quasi il 50%.

Da allora ad oggi la sanità pubblica siciliana perde circa 600 milioni di euro all’anno (NE ABBIAMO PARLATO IN QUESTO ARTICOLO). Ne sanno qualcosa i medici e gli infermieri siciliani che lavorano negli ospedali pubblici della nostra Isola; e ne sanno qualcosa i cittadini siciliani-utenti, che sono costretti ad aspettare mesi e mesi per un’analisi clinica e ad aspettare talvolta giorni interi prima di essere visitati nei Pronto Soccorso.

Ma il PD ha fatto di più. Con Renzi al Governo ha imposto alla Regione siciliana due ‘Patti scellerati’ che hanno ulteriormente penalizzato le finanze regionali. Per non parlare del “riaccertamento dei residui attivi” (leggere cancellazione di crediti vantati dalla Regione nei confronti dello Stato e di soggetti privati) che è costato alla Regione siciliana un’altra montagna di soldi. Operazione antisiciliana sulla quale pesano troppe ombre.

Se oggi la Regione siciliana è in sostanziale default, se oggi le ex Provincie della nostra Isola non garantiscono più servizi ai cittadini e vengono tenute in vita solo per ‘vegetare’, ebbene, la responsabilità politica è del PD nazionale e siciliano.

Ma, come CGIL, CISL e UIL della Sicilia, come se nulla fosse accaduto, oggi tornano a presentarsi al cospetto dei Governi nazionali e siciliani sollecitando “tavoli e tavolini”, convocando lavoratori che non si sentono più rappresentati da queste organizzazioni sindacali, anche il PD siciliano si presenta al cospetto degli elettori della nostra Isola, in vista delle elezioni europee, come se nulla fosse accaduto: come se la gravissima crisi finanziaria di tutto il sistema pubblico siciliano non fosse opera loro.

Non abbiamo nulla contro il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, candidato del PD alle elezioni europee nella Circoscrizione Sicilia-Sardegna. Ma Bartolo, per l’appunto, è candidato nel Partito Democratico, il partito che ha massacrato le finanze della Regione e l’Autonomia siciliana.

Ora, i siciliani dovrebbero votare Pietro Bartolo, candidato nel PD, perché ha salvato tanti migranti, dimenticando quello che ha fatto ai siciliani il partito nel quale lo stesso Bartolo è candidato?

E qual è, poi, la linea politica del PD siciliano? Questo partito, in Sicilia, ha una linea politica? Non diciamo Davide Faraone, che da renziano della prima ora è quello che è. Ma cosa pensano i vertici di questo partito – e cosa pensa il candidato Pietro Bartolo – dell’accordo “civico” tra il PD siciliano e  Forza Italia di Gianfranco Miccichè?

 

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