Barometro elezioni europee in Sicilia 1/ Tutti contro la Lega: un errore che rafforza Salvini

24 aprile 2019

Iniziamo oggi a misurare la ‘pressione politica’ della Sicilia in vista delle elezioni europee di maggio. Ci dispiace scriverlo, ma la Lega è in crescita. Da quello che si ‘naschia’ centrodestra e centrosinistra sono invece, come si direbbe dalle nostre parti, “muru cu ‘u muru cu ‘u spitali”. In discesa anche i grillini che, inspiegabilmente, hanno abbandonato il Sud e la Sicilia. La novità potrebbe essere rappresentata dai Verdi. Dopo di che c’è il nulla   

La campagna elettorale per le elezioni europee nel collegio Sicilia-Sardegna è ormai entrata nel vivo. Da quello che si ‘annusa’ in giro anche da queste parti la Lega di Matteo Salvini sembra lanciata per raccogliere i cosiddetti voti di opinione. La cosa non piace né alla vecchia politica (centrodestra e centrosinistra), né a chi fino a un anno fa ha fatto incetta del voto di opinione della Sicilia: il Movimento 5 Stelle.

In tanti si chiedono: come possono i siciliani e, in generale, i meridionali votare Lega? La risposta è molto più semplice di quanto si possa immaginare: per protesta.

Non sappiamo quale sia la situazione in Sardegna, ma in Sicilia la chiave di lettura, lo ribadiamo, è piuttosto semplice.

La vecchia politica non ha dato risposte ai siciliani. Non è affatto vero che il centrodestra ha vinto le elezioni regionali siciliane del novembre 2012 per il voto di opinione: Nello Musumeci è stato eletto presidente della Regione con il voto della vecchia politica, con l’apporto fondamentale dei cosiddetti ‘impresentabili’.

Dopo un anno di Governo della Sicilia la situazione è sotto gli occhi di tutti.

La sanità pubblica siciliana è un delirio: con molta probabilità, continua ad essere il ‘bancomat’ della Regione per pagare spese che, con la sanità, non hanno alcuna attinenza.

Da cosa si evince? Dal fatto che ci sono sempre meno medici – a cominciare dai Pronto Soccorso – e dalla lenta sostituzione dei primari che vanno in pensione (e siamo buoni a scrivere così…). Ma, soprattutto, è il servizio pubblico che è carente, non certo per responsabilità di medici e infermieri, che anzi lavorano tanto.

Dalla sanità agli Enti locali: le ex Province sono, di fatto, in default non dichiarato e molti Comuni sono in grande difficoltà: lungi dal fornire servizi ai cittadini, gli amministratori comunali ormai passano il tempo a gestire (di solito male) quello che possono gestire e a inventare balzelli di tutti i tipi per ‘spremere’ i cittadini.

Gli autovelox – veri e propri ‘pubblicani elettronici’ – sono l’emblema della Sicilia di oggi che considera i cittadini come soggetti ai quali ‘alleggerire’ le tasche e basta.

Dopo di che i Comuni siciliani – quasi tutti amministrati dalla vecchia politica – trovano sempre i soldi per organizzare sagre (clientelismo) e per pagare i debiti fuori Bilancio (clientelismo al cubo). Il tutto – lo ribadiamo – a spese dei cittadini.

In tutto questo – anche se lo scenario non è chiarissimo – si intravede, a breve, una crisi di liquidità per tutte le pubbliche amministrazioni siciliane.

I Siciliani, che non sono affatto fessi, questo l’hanno capito benissimo: e hanno capito che il Governo Musumeci – in parte per responsabilità del Governo precedente – non darà alcuna risposta alle tante emergenze della Sicilia, a cominciare dalle strade che cadono a pezzi.

L’unica cosa che sono riusciti a inventarsi è questa storia della stabilizzazione dei precari: ma nessuno parla di come i Comuni e le ex nove Province, tra alcuni mesi, pagheranno non soltanto i precari stabilizzati, ma tutto il personale…

Il Governo regionale cerca di barcamenarsi con l’amministrazione, ma – lo ribadiamo – risposte concrete non ce ne sono. Solo chiacchiere e l’ammissione dello stesso Musumeci che in Sicilia le cose cambieranno tra cinque anni, forse tra dieci anni.

Il problema è che, nell’autunno del 2017, quando era candidato alla presidenza della Regione, Musumeci le cose si era impegnato a farle a breve: se avesse detto: “Votatemi che risolverò i problemi tra cinque anni” non l’avrebbe votato nessuno!

Tutto questo i Siciliani l’hanno capito: e non hanno alcuna intenzione di votare in massa per il centrodestra. Né è agevole la ‘vecchia strada’ che il centrodestra ha percorso in Sicilia dal 1994 ad oggi: certi metodi, oggi, sono diventati troppo rischiosi…

Del centrosinistra è inutile parlarne. O meglio, del PD, perché del centrosinistra non è rimasto quasi nulla oltre lo stesso Partito Democratico (è di qualche giorno fa la ‘migrazione’ di Sicilia Future verso Forza Italia: vedi che bella accoppiata!).

L’UDC di centrosinistra è scomparsa: al suo posto c’è l’UDC di Lorenzo Cesa che sta ‘usando’ il contenitore di Forza Italia per contare i propri voti. Quando il sindaco di Messina, Cateno De Luca, dice che la sua candidata, Dafne Musolino, punta a “prendere un voto in più di Berlusconi”, afferma con chiarezza che si tratta di un’alleanza elettorale.

Quanto al PD siciliano, è la prima elezione che affronta, dopo cinque anni, senza il controllo dell’apparato clientelare della Regione e delle ex Province. Potrà contare sull’ormai sgangherato voto di apparato e sul voto di opinione. Ma, per i Siciliani, ci vuole veramente coraggio per esprimere un voto di opinione per un partito che ha distrutto finanziariamente la Regione!

Nicola Zingaretti sta giocando – almeno dai manifesti che leggiamo in Sicilia – la carta del ‘buonismo’: niente odio, posti di lavoro (ma chi gli crede?), accoglienza dei migranti e bla bla bla. L’impressione è che i ricordi disastrosi lasciati dai vari Rosario Crocetta, Antonello Cracolici, Davide Faraone siano ancora molto freschi…

Non va meglio per i grillini che, per motivi non chiari, in quasi un anno di Governo hanno praticamente dimenticato il Sud. Ora stanno precipitosamente cerando di recuperare, ma non sono molto credibili. Danni, al Mezzogiorno, anche i grillini, ne hanno fatti assai.

Il ‘Barometro’ elettorale de I Nuovi Vespri – almeno fino a questo momento – segna una crescita di ‘pressione’ per la Lega: non perché Salvini è bravo, ma perché i suoi avversari non esistono: e, con riferimento a centrodestra e centrosinistra – più gli esponenti di questi schieramenti politici blaterano, più i siciliani si convincono che non debbono votarli.

Quanto ai grillini, in Sicilia non sono in caduta libera, ma non sono nemmeno messi bene. I tre eurodeputati messi nel conto nella circoscrizione Sicilia-Sardegna un paio di mesi fa non ci sono più: se andrà bene saranno due seggi.

Le cronache di oggi registrano la presentazione, a Palermo, dei candidati della lista dei Verdi. Se a Roma questa forza politica sembra legata al PD, non è così in Sicilia, dove i Verdi si muovono in autonomia rispetto al Partito Democratico: basti pensare alla posizione che hanno assunto sulle nuove sette tratte di Tram di Palermo, che l’attuale amministrazione comunale del PD, con Leoluca Orlando sindaco, vorrebbe realizzare addirittura senza controlli ambientali!

Ci sarebbe anche la Sinistra: ma questa appare come una filiazione del PD: tant’è vero che, a Palermo, è sostenuta da Sinistra Comune, che è presente nella Giunta comunale.

Insomma: chi in Sicilia vuole votare a sinistra dovrebbe optare per i Verdi, non certo per gli alleati di Leoluca Orlando…

Foto tratta da liceoariosto.it       

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