Ai deputati grillini dell’Ars: così alimentate una guerra tra poveri e tra generazioni

19 aprile 2019

Da qualche settimana Adriana Vitale – che noi conosciamo da anni per le sua battaglie contro chi gli ha tolto il lavoro – ha iniziato a collaborare con questo blog. Quello che pubblichiamo oggi non è un articolo, ma un intervento da ‘Sportellista libera’: cioè da dipendente degli ex Sportelli multifunzionali. E’ una lettere amara indirizzata ai venti parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars

di Adriana Vitale

La presente per dirvi ciò che dovrebbe rappresentare l’ovvio, essendo voi siciliani, quindi conoscitori di certe dinamiche che disprezzate. Vedete, egregi onorevoli, ci siamo sforzati di comprendere il vostro pensiero e per certi versi ne condividiamo i principi. Voi che, da sempre, ci considerate figli di un sistema malato, spiegate ordunque quale sarebbe la differenza nel voler assumere, attraverso un ente privato, nuovo precariato?

La vera scorrettezza è mettersi di traverso nei confronti di chi precario morale lo è già da cinque anni. Voi dichiarate di essere favorevoli a nuove infornate per svolgere le stesse identiche mansioni di chi vorreste annientare, poi derubricate in assistenza tecnica che intanto in Sicilia si tradurranno in 427 nuovi illusi e che certificheranno il venir meno della parola del vostro capo politico ministro Luigi Di Maio, il quale aveva detto che è assurdo qualificare altri lavoratori se già esistono, cercando magari di far passare il messaggio della mancanza di requisiti: questo non lo consentiamo né a voi, né a chi lo ripete come un mantra finanche nelle sedi istituzionali per giustificare posizioni discutibili.

A voi, che da sempre ci guardate dall’alto del vostro ruolo, con la puzza sotto il naso, considerandoci i figli indegni di un sistema malato, diciamo che quando tali lavoratori hanno accettato questo lavoro, e vi garantiamo che alcuni ne avrebbero fatto a meno, sono stati mossi dal bisogno e siamo certi che, in mancanza d’altro, avreste accettato anche voi senza fiatare, esattamente come farà il nuovo precariato su cui si sta confezionando una selezione, ops campagna elettorale, spacciata per concorso.

Il bisogno non è reato e neppure immorale, l’immoralità sta in chi sulla pelle di poveri cristi da sempre si è ingrossato. Il sistema va indubbiamente abbattuto, ma certamente tutto questo non può passare dalla morte di madri e padri di famiglia: a loro va restituita la dignità lavorativa.

Ignorate o fate finta di ignorare che siamo già stati selezionati per essere riqualificati con modalità similari a quelle che adesso spacciate per concorso. Lavoratori che, oltre a subire la disperazione del pane negato, subiscono anche le angherie e la derisione di chi si erge a paladino dell’onestà e della giustizia, dal sapore giustizialista, di cui voi vi fate artefici e portavoci, avvelenando l’aria.

Sapete perché parliamo in questi termini? Perché ci saremmo aspettati, dopo il nostro ritorno da Roma, che ci avreste chiesto di sederci attorno un tavolo per mettervi a disposizione, invece vi siete irrigiditi, a tal punto da non agevolare il famoso incontro istituzionale da noi chiesto e promesso dal Ministro: c’è voluto l’ennesimo presidio di piazza per sbloccare una situazione che, è evidente, avreste preferito far passare nel dimenticatoio.

E pensare che quando il tutto dipendeva dal solo governo regionale vi siete strappati le vesti. Come dovremmo giudicare tali comportamenti se non con l’occhio della miseria di chi cavalca la disperazione, salvo tirarsi indietro quando il tutto dipende dal governo nazionale, vostro amico?

Vi autoincensate con note di giubilo, prendendovi meriti che non vi appartengono solo perché il governo, vostro amico, non ha cassato la norma per la stabilizzazione di altri precari, figli dello stesso sistema, ma si sa, in campagna elettorale tutto fa brodo, anche la sfacciata incoerenza di pesi e misure diverse finanche in situazioni similari.

Ognuno giudichi l’evidenza, non serve andare oltre, siete semplicemente ed esattamente come chi giudicate con spocchia e arroganza. Preferite saziare la pancia ignorante di chi vede solo il bianco e il nero a fasi alterne, senza mai esservi curati di capire fino in fondo, pur di alimentare beceri luoghi comuni.

Ma quello che troviamo più vergognoso è il fatto che su questa generazione sfortunata, in generale, faranno e farete la ormai prossima campagna elettorale. Chi prometterà zucchero e miele, chi invece prometterà il loro abbattimento per racimolare consensi, voi siete fra questi, con la conseguenza misera di alimentare la guerra tra poveri e tra generazioni.

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