Caso Iran e Unicredit: per la banca italiana multa da 1,2 miliardi di euro

17 aprile 2019

La stessa banca fa sapere che ci sono extra-coperture per 300 milioni di euro. Però, come osserva in un post su Facebook Antonio Piraino, qualche domanda, su questa vicenda, è legittima. Ad esempio: come mai se ne parla poco? E chi governava la banca in quel periodo?  

Un post su Facebook di Antonio Piraino dal titolo:

“La forza del capitalismo finanziario. Il silenzio assordante. Le domande che nessuno pone”, ci invita a riflettere su quanto sta accadendo ad Unicredit:

“Molti amici ogni tanto mi dicono sorridendo: ‘Non è che stai esagerando a richiamare la forza del capitalismo e le sue responsabilità nella crisi del Paese?'”.

Piraino riporta un passo di un articolo de La Repubblica di oggi 16 aprile 2019:

“UNICREDIT, MAXIMULTA USA. PAGA 1,3 MILIARDI DI DOLLARI (perché ) le società del gruppo in Germania, Austria e Italia chiudono diverse inchieste legate ad affari con Iran, Libia, Cuba, Siria, Birmaniam Sudan dal 2002 al 2012. Per presunte violazioni di programmi di sanzioni commerciali”.

“Ecco mi chiedo – conclude Piraino -: in un Paese che pensa oggi dopo Notre-Dame non dovrebbe essere il tema di dibattito principale? Non dovrebbe essere notizia da telegiornale? Qualcuno non dovrebbe chiedersi chi governava la Banca in quel periodo?”.

In effetti la notizia è grossa. Leggiamo su Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa:

“Sale a 1,2 miliardi di euro la sanzione che le Autorità statunitensi hanno comminato al gruppo UniCredit per aver effettuato transazioni con l’Iran, paese sottoposto a sanzioni. Il conto si fa dunque più salato della attese, visto che fino ad oggi le stime parlavano di una transazione vicina agli 800 milioni di euro”.

“Il board della Federal Reserve – leggiamo sempre su Il Sole 24 Ore – ha annunciato di avere multato la banca italiana e due sussidiarie 158 milioni di dollari per «pratiche non sicure legate a controlli inadeguati sul [rispetto delle] sanzioni e a una supervisione inadeguata delle sue sussidiarie». La banca centrale Usa chiede anche a UniCredit di «migliorare il suo programma di compliance delle sanzioni, inclusa l’adozione di procedure per risolvere le vulnerabilità specifiche identificate dal board»”.

“Il dipartimento americano del Tesoro – prosegue l’articolo – in un altro comunicato, ha annunciato tre patteggiamenti separati da 611 milioni di dollari con UniCredit in Germania, Austria e Italia. «I patteggiamenti – si legge – risolvono le inchieste sulle violazioni apparenti di vari programmi di sanzioni Usa, inclusi quelli legati alla proliferazione di armi di distruzione di massa e al terrorismo globale, nei seguenti Paesi: Myanmar, Cuba, Iran, Libia, Sudan e Siria»”.

la cosa non sembra preoccupare Unicredit. Sempre nell’articolo de Il Sole 24 Ore leggiamo:

“Tuttavia, l’ammontare oggetto dell’accordo transattivo – spiega la banca – porterà ad una liberazione delle risorse accantonate nel primo trimestre del 2019 a livello di gruppo, con un impatto positivo sul conto economico, al netto delle tasse, pari a circa 300 milioni di euro e avrà un’ulteriore impatto positivo sul ratio Cet1 pari a circa +8,5 punti base”.

Le domande poste da Piraino rimangono:

“Non dovrebbe essere notizia da telegiornale? Qualcuno non dovrebbe chiedersi chi governava la Banca in quel periodo?”.

QUI L’ARTICOLO DE IL SOLE 24 ORE

Foto tratta da thestret.com

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