Elezioni europee in Sicilia? Un concorso per 8 posti da 20 mila euro al mese!/ MATTINALE 240

15 aprile 2019

Ai circa 20 mila euro al mese si sommano i 24 mila euro al mese che ogni eurodeputato utilizza per pagare tre collaboratori. Sono queste, alla fine, le motivazioni ‘forti’ di queste elezioni europee in Sicilia. Nessuno, ad esempio, parla dei disastri provocati dalla UE nell’agricoltura siciliana. Bisognerebbe chiedere conto e ragione agli europarlamentari uscenti. Invece si parla solo di miserie! L’analisi delle formazioni politiche 

Siamo arrivati, tra polemiche e veleni, alla ‘chiusura’ delle liste per le elezioni europee. Assistiamo a scene veramente sgradevoli: ‘scannantine’ di qua, ‘scannatine’ di là. In tutte le formazioni politiche – dicasi tutte! – infuriano le polemiche per conquistare i posti in lista. La grande assente in questo dibattito è la Sicilia!

Potremmo dire che, visto che si tratta di elezioni europee, la grande assente è l’Europa. Ma sarebbe un errore. Proprio l’Unione Europea dell’euro, in queste elezioni, per ciò che riguarda la Sicilia, è presente più che mai. Pensate: mai come in questi ultimi cinque anni Commissione europea e Parlamento europeo hanno penalizzato in modo pesantissimo la Sicilia e, in particolare, l’agricoltura siciliana.

L’ordine partito da Bruxelles verso i partiti politici siciliani è il seguente: non parlate ai siciliani di quello che abbiamo fatto alla Sicilia e, in particolare, all’agricoltura siciliana negli ultimi cinque anni. I Siciliani, tanto, oltre a non contare nulla, devono continuare ad avere eurodeputati che non rompano le scatole. Meglio se decidono di non andare a votare. Per la Sicilia il Parlamento europeo ha pronti sei poltrone di parlamentari europei (le altre due degli otto seggi della circoscrizione Sicilia-Sardegna dovrebbero andare a due sardi).

Invitiamo i siciliani a un semplice riflessione. Di fronte a quella che, per la Sicilia, è una crisi economica epocale – disoccupazione alle stelle, giovani laureati che emigrano, numero dei siciliani che ogni anno lasciano questa Terra che tra un po’ sarà maggiore dei nuovi nati (ci penseranno i migranti a sostituirci: questa sembra essere la tesi di una certa ‘sinistra’), agricoltura siciliana in ginocchio – la prima cosa che dovremmo legge sui giornali dovrebbe essere una semplice domanda:

che cosa hanno fatto per la Sicilia, negli ultimi cinque anni, i parlamentari eletti in Sicilia che dovrebbero aver rappresentato la Sicilia?

Nessuno di loro ha raggiunto risultati concreti. In cinque anni di legislatura non c’è uno solo risultato positivo per la nostra Isola.

Garanzia Giovani – il primo intervento diretto del Parlamento europeo in materia di lavoro – in Sicilia è stato un totale fallimento.

In agricoltura parlano le arance marocchine che sostituiscono le arance siciliane; i limoni argentini e del Nord Est europeo che, on la sola eccezione di Siracusa, sostituiscono i limoni siciliani; l’olio ‘extra’ vergine d’oliva della Tunisia che ha massacrato l’olio extra vergine d’oliva del Sud Italia; il grano estero, soprattutto canadese, che ha sostituito il grano duro del Sud Italia (lo stesso discorso vale per il grano tenero canadese – leggere grano Manitoba – che ha sostituito il grano tenero del Centro Nord Italia: ma Salvini non ne parla); i pomodori e la passata di pomodoro cinese che hanno messo in crisi il pomodoro da pieno campo italiano (in Sicilia il pomodoro di pieno campo è sempre più raro); il latte di capra rumeno va piano piano sostituendo il latte di capra italiano (e quindi della Sardegna e della Sicilia); e via continuando con i carciofi egiziani, con i pomodorini del Camerun, con i datterini cinesi, con l’uva da tavola, con le angurie e, in generale, con la frutta estiva che ormai arriva quasi tutta dal Nord Africa.

Qualcuno ha chiesto ai parlamentari europei eletti in Sicilia uscenti notizie su questi argomenti? L’unico che potrebbe rispondere qualcosa è l’eurodeputato uscente del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, che almeno ha provato ad opporsi. Non ha ottenuto risultati, ma almeno ha combattuto.

E gli altri? Silenzio! E quasi tutti di nuovo in lista. Ed è anche logico: sono pronti per un altro ‘giro’ per cinque anni per mettersi in tasca circa 20 mila euro al mese, più altri 24 mila euro al mese che vanno direttamente nelle tasche di tre collaboratori che ogni parlamentare europeo si scegli appena eletto.

Di questo abbiamo già scritto (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). Anche se abbiamo dimenticato di scrivere che cinque anni fa, in occasione delle elezioni europee, su LinkSicilia, avevamo fatto i conti in tasca al ai parlamentari europei, scoprendo che ogni europarlamentare costava quasi 60 mila euro al mese (articolo che non riusciamo più a trovare).

Quindi il costo mensile di un europarlamentare non è pari al quasi 20 mila euro, più 24 mila euro, cioè 44 mila euro al mese: cinque anni fa, infatti, si arrivava a quasi 60 mila euro al mese!

La cosa ci aveva colpito perché già allora si parlare di ridurre le indennità dei parlamentari nazionali, ma nessuno parlava del costo degli eurodeputati, maggiore di quasi tre volte a quello dei deputati di Montecitorio e dei senatori della Repubblica!

Tornando alle elezioni europee in Sicilia proviamo a illustrare quello che sta succedendo in queste ore. Cominciamo con il Movimento 5 Stelle. Anche tra i grillini non c’è alcuna discussione sui cinque anni passati. E il motivo c’è: il Governo nazionale Giallo-Verde avrebbe potuto fare qualcosa per l’agricoltura siciliana e, in generale, per l’agricoltura del Sud; ma non l’ha fatto. Meglio tacere.

Tra i grillini, in Sicilia, abbiamo assistito a scene un po’m penose. Come l’esclusione di alcuni possibili candidati (PER ESEMPIO L’ESCLUSIONE DI MARCO TRAPANESE, COME POTETE LEGGERE QUI). Contrariamente a quello che ci raccontano, anche nel Movimento 5 Stelle vanno in scena le miserie della bassa politica, con la corsa alle poltrone che si sostituisce alle idee.

Anche in queste ore non possiamo non notare stranezze. Sui giornali siciliani leggiamo che gli iscritti dovranno avallare o ‘bocciare’ i capilista decisi dal ‘capo’ politico dei grillini, Luigi Di Maio. Tra le decisioni di Di Maio c’è anche la scelta della capolista per la circoscrizione Sicilia-Sardegna: si tratta della manager nuorese Alessandra Todde.

Dopo di che, sul quotidiano La Nuova Sardegna, leggiamo che Alessandra Todde è già capolista nella circoscrizione Sicilia-Sardegna (QUI L’ARTICOLO DE LA NUOVA SARDEGNA). Ma se la capolista è già stata decisa a cosa serve il ricorso al voto sulla Piattaforma Rousseau? A certificare decisioni già prese?

E della lista-farsa de La Sinistra ne vogliamo parlare? Cosa avrebbe di ‘sinistra’ ‘sta lista? Per carità, nulla da dire sul capolista Corradino Mineo. Ma sapete da chi è formata ‘sta lista? Dalle solite facce di Sicilia Italiana e Rifondazione comunista.

Sì, avete letto bene: Rifondazione comunista, che a Palermo sostiene la Giunta comunale renziana di Leoluca Orlando – con la stessa Giunta piana di esponenti del PD! – si presente agli elettori in 0’alternativa’ al PD! Ora, diteci voi, tutto questo non è farsesco?

Di più: sapete come hanno fatto i ‘compagni’ de La Sinistra a raccogliere le firme, 30 mila firme, praticamente impossibile? Non le hanno raccolte. Hanno sfruttato la legge che esenta da questa prescrizione gli europarlamentari uscenti! (COME POTETE LEGGERE QUI).

Sapete qual è la cosa bella di questa ‘sinistra’? Che si presentano dicendo che vogliono fare le cose “di sinistra che Tsipras ha fatto in Grecia”. Tsipras, il ‘socialista’ capo del Governo greco che ha consegnato porti e aeroporti del suo Paese ai tedeschi. E che, qualche giorno fa, ha abolito la legge che salvaguardava la prima casa dei cittadini greci poveri: case che, adesso, potranno essere aggredite!

Un uomo di ‘sinistra’ Tsipras, no? Sì, un ‘vero socialista’…

E del PD ne vogliamo parlare? Ripresenta gli uscenti che hanno fatto “un ottimo lavoro” (ma in favore di chi?). In più hanno messo il medico Pietro Bartolo, persona degnissima, chiamata a far dimenticare i siciliani i danni che il Partito Democratico ha fatto in Sicilia governando per quasi nove anni la Regione!

E che dire di Forza Italia? Si stanno ‘scannando’ per un posto in lista, nella convinzione – che noi ci auguriamo errata – di conquistare due seggi. Pensano che con Berlusconi capolista i siciliani voteranno Forza Italia.

E i siciliani? Anzi, i meridionali? Non c’è una forza politica presente in grado di fare gli interessi del Sud.

I sicilianisti – per esempio Francesco paolo Catania – invitano a non recarsi alle urne. Il problema è che il non voto, per avere valenza politica e culturale, dovrebbe coinvolgere almeno il 70% dei siciliani.

Ma se anche il 40% dei siciliani andrà a votare nessuno si accorgerà di nulla. Anzi è quello che vuole l’Unione Europea dell’euro: cittadini distati dalle istituzioni e loro, gli ‘euroinomani’, come li definisce il filosofo e commentatore Diego Fusaro, che fanno a disfanno.

Servirebbe un partito del Sud. Ma non c’è. Non ci convince l’idea di non andare a votare. Anche se rispetteremo chi assumerà questa decisione. In questo marasma non possiamo non segnalare la presenza dei Verdi, che in Sicilia si sono dissociati dal PD: e già questa è una garanzia.

Foto tratta da strartpeuropa.it 

 

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