Forza Italia e le elezioni in Sicilia: Giuseppe Milazzo fuori? Se è così Gianfranco Miccichè è ‘bocciato’ da Berlusconi

12 aprile 2019

Registriamo che, per la prima volta, Gianfranco Miccichè, fondatore di Forza Italia in Sicilia, rischia di uscire sconfitto con la ‘benedizione’ di Berlusconi. Alcuni giornali danno già fuori dalla lista Giuseppe Milazzo, sponsorizzato dallo stesso Miccichè, per fare posto a Basilio Catanoso. In questo caso si tratterebbe di un fatto politico preciso: l’ex Cavaliere che molla il suo storico pupillo in Sicilia. C’è da crederci?   

Quello che sta succedendo dentro Forza Italia per acciuffare la candidatura nel collegio Sicilia-Sardegna va oltre l’immaginazione: non tanto e non soltanto perché ancora non si capisce chi resterà fuori tra Giuseppe Milazzo e Basilio Catanoso, quanto perché, per la prima volta da quando esistono i berlusconiani siciliani, Gianfranco Miccichè rischia di uscire sconfitto con la ‘benedizione’ di Silvio Berlusconi. A questo punto, la vera notizia politica sarebbe questa!

La lista prevede otto nomi: quattro uomini e quattro donne. La battaglia è tra gli uomini. Il capolista sarà Berlusconi. Restano tre posti.

Uno se l’è accaparrato, a sorpresa, l’ex democristiano – e non certo un forzista della prima ora – Saverio Romano. Il secondo dovrebbe essere andato all’europarlamentare uscente, il sardo Salvatore Cicu.

Resta l’ultimo posto: da qui lo scontro tra il capogruppo all’Ars, Giuseppe Milazzo, voluto da Miccichè, e Basilio Catanoso, da sempre vicino al sindaco di Catania, Salvo Pogliese.

Scontro pesante. Su Blog Sicilia leggiamo che Milazzo sarebbe già fuori:

“Fuori Giuseppe Milazzo, dentro Basilio Catanoso. E’ questa la soluzione salomonica per far spazio agli azzurri catanesi pronti all’ammutinamento il 26 maggio se non avessero avuto un loro rappresentante nella lista di Forza Italia alle europee. Salomonica perché evita di valutare chi fra Miccichè e Tajani pesi di più scontentando, formalmente, entrambi ma accontentando l’area catanese di Forza Italia”.

Però c’è un però. E non è un però di poco conto. Si tratta, infatti, di un comunicato dei parlamentari nazionali Renato Schifani, Urania Papatheu, Gabriella Giammanco, Francesco Scoma, Nino Germanà, Nino Minardo, Stefania Prestigiacomo e Matilde Siracusano:

“Forza Italia in Sicilia non può rinunciare alla candidatura di Giuseppe Milazzo. Facciamo appello al presidente Berlusconi affinché intervenga con fermezza e determinazione nella composizione delle liste”.

“Il commissario regionale Gianfranco Miccichè – prosegua la nota – ha compreso e condiviso le nostre ragioni e le ha rappresentate al presidente Berlusconi. La presenza di Giuseppe Milazzo nella lista di Forza Italia per il rinnovo del Parlamento Europeo è espressione del territorio che costituisce lo zoccolo duro del partito in Sicilia. Nella composizione delle liste occorre salvaguardare l’appartenenza storica al partito e la rappresentanza territoriale, elementi che in un questo momento sono essenziali per sostenere le percentuali del partito di Silvio Berlusconi in Sicilia. Scelte basate su principi differenti e candidature imposte dall’alto rischiano di far allontanare l’elettorato, alterare gli equilibri e mettere a serio rischio l’affermazione elettorale di Silvio Berlusconi in Sicilia”.

Forse il passaggio centrale di questo comunicato è là dove si dice che “occorre salvaguardare l’appartenenza storica al partito e la rappresentanza territoriale”.

L’appartenenza storica, in questo caso, non è riferita a Milazzo, ma a Miccichè, fondatore di Forza Italia in Sicilia, oggi presidente dell’Assemblea regionale siciliana, da sempre pupillo di Berlusconi. Mettere fuori dalla lista per le elezioni europee Giuseppe Milazzo – che peraltro ha già riempito Palermo e supponiamo altri centri della Sicilia di manifesti con la sua immagine di candidato – sarebbe, è inutile girarci attorno, una sconfitta pesantissima per Miccichè.

Detto questo, Miccichè e i suoi amici stanno utilizzando due pesi e due misure, perché, come già accennato, anche Saverio Romano, come Catanoso, non fa parte della tradizione forzista. Non si capisce, a questo punto, perché Catanoso dovrebbe essere escluso perché non può vantare “l’appartenenza storica” a Forza Italia, mentre Romano, che è nelle stesse condizioni di Catanoso, dovrebbe restare in lista.

A meno che la spiegazione non sia proprio la seguente: Romano è un ex democristiano, ma è amico di Berlusconi; mentre Catanoso, che come Pogliese viene dalla tradizione della destra catanese – prima Msi di Almirante, poi Alleanza Nazionale di Fini – può anche restare fuori!

Se la tesi è questa – e a noi sembra che lo sia – Pogliese, Catanoso e tutta la tradizione della destra catanese hanno fatto male i propri conti nell’allearsi con Berlusconi e avrebbero fatto meglio a provare a ricostruire la destra con Giorgia Meloni.

Due le cose certe.

La prima cosa è un fatto oggettivo: comunque andranno le cose, Forza Italia da questo delicato passaggio politico verrà fuori divisa: e quindi indebolita.

La seconda cosa – che non è oggettiva, ma è una nostra supposizione – è che questa baraonda è un po’ inutile: infatti, noi non vediamo tutti questi siciliani pronti a votare Forza Italia.

Tra l’altro, ricordiamo che la situazione non è più quella del novembre 2017, quando gli ‘impresentabili’ determinarono, di fatto, la vittoria del centrodestra alle elezioni regionali della Sicilia.

Alcuni ‘impresentabili’ sono azzoppati dalle inchieste giudiziarie. E con le leggi approvate di recente a Roma prendere voti, come dire?, “all’antica”, è diventato sempre più rischioso…

Foto tratta da ilsicilia.it 

 

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