Elezioni europee: cosa scriveranno nei manifesti i candidati della Lega di Salvini in Sicilia?

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La cosa ci incuriosisce perché è la prima volta che una formazione politica si presenta al cospetto dei siciliani con l’obiettivo, dichiarato, di alleggerirgli le tasche. Per carità, dal 1947 ad oggi abbiamo avuto a che fare con gli ‘ascari’ che hanno svenduto Sicilia e Autonomia siciliana. Ma mai nessuno, come stanno facendo oggi i leghisti con l’autonomia differenziata, ha mai chiesto voti ai siciliani per togliergli i fondi della scuola e della sanità!

C’è il candidato preoccupato per le sorti dell’Europa. E c’è quello che vorrebbe cambiare tutto. Ma non abbiamo ancora il piacere di conoscere cosa scriveranno nei manifesti elettorali i seguaci della Lega di Matteo Salvini in salsa siciliana.

Il tema è interessante. Perché con la storia della cosiddetta autonomia differenziata – meglio nota come ‘Secessione dei ricchi’ – i leghisti sono stati costretti a scoprire le carte.

Se lo scorso anno, quando in Sicilia tanti consiglieri comunali eletti con la vecchia politica siciliana (centrodestra e centrosinistra) sono passati, armi e bagagli, con la Lega, convinti di aver fatto “la scelta giusta” (leggere il salto sul carro del vincitore, sport in cui i politici siciliani sono quasi imbattibili), se fino alle elezioni politiche del marzo 2018 nel Sud e in Sicilia il Salvini conosciuto era quello di “prima gli italiani”, adesso lo scenario è un po’ mutato, perché i leghisti che amministrano le Regioni Lombardia e Veneto vogliono tenersi il cosiddetto “residuo fiscale” in forza della già citata autonomia differenziata.

Un bel problema, per i leghisti. Perché, adesso, sarà veramente difficile prendere per i fondelli gli elettori meridionali. Vero è che ci stanno provando, dicendo che no, che non è come dicono al Sud, che l’autonomia differenziata non toglierà soldi alle Regioni del Mezzogiorno.

Peccato che l’economista Gianfranco Viesti ha fatto i conti e, numeri alla mano, ha dimostrato che con l’autonomi differenziata il Centro Nord toglierà una barca di soldi al Sud (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).

Del resto, è anche logico. Facciamoli noi, quattro conti, senza entrare nel dettaglio. Partiamo da un’ipotetica situazione attuale. Fatti 100 i fondi disponibili per l’Italia, di questi, 35 vanno al Nord, 35 al Centro e 30 al Sud.

In realtà, non è così, perché, senza autonomia differenziata, al Sud vanno già meno fondi rispetto alla nostra ipotesi di 30 su 100. Ma partiamo da 30 su 100.

Con l’autonomia differenziata – il nostro è solo un esempio, ovviamente – il Nord e il Centro, invece di prendere 35 a testa su 100 andrebbero a prendere 40 a testa su 100.

A chi dovrebbero toglierli questi 10 se non al Sud?

I leghisti di Salvini, negando l’evidenza, ammettono che sì, alle Regioni Lombardia e Veneto andrebbero più soldi (ma anche l’Emilia Romagna amministrata dal centrosinistra ha chiesto di tenersi il ‘residuo fiscale’ e, a quanto pare, anche al Piemonte, amministrato sempre dal centrosinistra, la ‘Secessione dei ricchi’ non dispiacerebbe: bella la ‘sinistra’ leghista, no?).

In compenso, ci fanno sapere i leghisti, a noi meridionali resterebbero le “opportunità”. E cosa sono queste “opportunità”? Dal nostro punto di vista è l’opportunità di dare il voto a chi ci vuole fregare: una bella “opportunità”, non c’è che dire!

Ragazzi, la cosa è geniale: i leghisti siciliani che vanno dietro a Salvini devono convincere gli elettori del Sud (e quindi anche gli elettori siciliani) a votare per una forza politica che vuole tagliere allo stesso Sud (e quindi anche alla Sicilia) una barca di soldi!

Guardate che ci vuole coraggio, genialità e una grande dose di faccia tosta per chiedere i voti alle persone offrendo, in cambio, un taglio di fondi alla sanità e alla scuola.

Eh già, perché il citato professore Viesti, che nella vita fa l’economista e i conti li ha fatti al centesimo, ha calcolato che per assicurare alle Regioni del Centro Nord Italia il ‘residuo fiscale’ bisognerà tagliare alle Regioni del Sud i fondi per la sanità e per la scuola. Non è solo un problema politico: è pura aritmetica!

Ora mettetevi nei panni dei candidati leghisti alle elezioni europee nella circoscrizione Sicilia-Sardegna: cosa debbono andare a raccontare ai siciliani e ai sardi? Dateci i voti che vi leviamo i soldi?

La cosa è ‘complessa’. E’ per questo che i ‘cervelli fini’ della Lega non hanno ancora pronti gli slogan per i manifesti. Per ora stanno ‘riflettendo’. Mannaggia, se non ci fosse stato di mezzo ‘st’autonomia differenziata tutto sarebbe stato facile:

“I migranti ci invadono”, “Porti chiusi”, “Prima gli italiani” e bla bla bla. Il problema è che, con ‘sta ‘Secessione dei ricchi’, come si direbbe dalle nostre parti, chisti si vonnu futtiri i picciuli nostri.

E allora? Come direbbero a Sciacca, va cunza ‘sta barracca…

Foto tratta da inews24.it

 

 

 

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