La nave Alan Kurdi della Ong Sea Eye? Serve alla Lega di Salvini per prendere voti/ MATTINALE 233

8 aprile 2019

Chi pensa di tornare ai ‘fasti’ dell’operazione Mare Nostrum, con le navi cariche di migranti che facevano la spola, a ritmo continuo, tra l’Africa e l’Italia, è un illuso. Quella stagione si è chiusa non perché c’è la Lega di Salvini, come cerca di far credere lo stesso Salvini, ma perché i Paesi europei (e non l’Unione Europea) hanno detto basta. Le navi tipo Alan Kurdi servono soltanto ad alimentare sogni, speculazioni politiche e a distrarre la gente dai veri problemi

Gli interessi in gioco, in questa storia delle navi targate Ong che si precipitano nel mare della Libia per ‘salvare vite umane’, sono tanti. E ci sono tante sfaccettature. La vicenda della nave Alan Kurdi della Ong Sea Eye è l’ennesimo tentativo di forzare un blocco che ha interrotto sia il flusso di migranti, sia i grandi interessi economici che stanno dietro questo trasporto via mare di essere umani.

Guardare al ruolo delle navi targate Ong, facendo finta di non sapere che, dietro tutto questo, ci sono organizzazioni che incassano 5 mila euro in media per ogni persona che lascia l’Africa è solo ipocrisia. Atteggiamento che serve solo a rafforzare la Lega di Salvini: cosa che, a nostro modesto avviso, bisogna evitare. 

Mettere la testa sotto la sabbia è sempre un errore. C’è stato un tempo – e lo ricordiamo tutti – in cui le Ong di mezzo mondo si catapultavano nel Mediterraneo, prendevano migranti e li portavano in Italia, facendo tappa, nel 90% dei casi, nei porti siciliani.

Giunti in Italia, i migranti hanno alimentato un sistema in cui, a spese dei contribuenti italiani – in media 5 miliardi di euro all’anno al netto delle spese sanitarie – tanti soggetti si sono arricchiti.

Ricordiamo che la maggior parte dei migranti lasciava l’Italia. Quelli che rimanevano nel nostro Paese – una minoranza – hanno tenuto in piedi un sistema speculativo che ha fatto la fortuna di pochi, a scapito delle ‘casse’ pubbliche. Talvolta all’insegna dell’illegalità.

Ricordiamo che, su 35 euro al giorno per ogni migrante ospitato – tanto per anni lo Stato italiano ha pagato per l’assistenza – solo due euro al giorno andavano al migrante (e in parte vanno ancora, se è vero che il sistema è ancora in piedi, anche se in via residuale e con sostanziali mutamenti); gli altri soldi finivano ai gestori che solo in parte li utilizzavano per l’assistenza: la maggior parte di questi 33 euro in media erano utili per i gestori dei centri di accoglienza.

Il sistema ha funzionato per anni. Ma poi si è interrotto perché molti Paesi europei hanno detto basta al flusso di migranti. Ignorare questo aspetto – come fanno coloro i quali, oggi, sognano e plaudono al ritorno della Ong cariche di migranti – è un errore.

Dobbiamo dimenticare quello che succede a Ventimiglia, al confine con la Francia? E’ inutile girarci attorno: i francesi hanno stabilito che non faranno più passare migranti dal confine italiano. E lo stesso discorso vale per l’Austria.

Il blocco del flusso migratorio via mare dall’Africa verso l’Europa – che è frutto non dell’azione della Lega di Salvini, ma dell’atteggiamento complessivo di tanti Paesi europei (e non dell’Unione Europea che, al di fuori delle banche, della finanza e delle speculazioni bancarie e finanziarie è solo un’espressione geografica) – ormai è un fatto acclarato che la stessa Unione Europea dell’euro ha dovuto ‘ingoiare’ sotto la pressione dei cosiddetti ‘Populisti’.

Questo è un punto fondamentale. C’è, questo è fuor di dubbio, una pressione demografica, che spinge tante persone a spostarsi dal Continente africano verso l’Europa. Ma in Europa, oggi, dopo anni di accoglienza con poche regole e molta confusione, piaccia o no, c’è una diffusa stanchezza che, se ignorata, può sfociare – e talvolta sfocia – in intolleranza.

La fine di questo sistema ha cagionato danni enormi a chi, per anni, ha guadagnato fortune, facendo pagare ad ogni migrante, come già ricordato, 5 mila euro. Anche in Italia gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.

I professionisti dell’assistenza ai migranti oggi lamentano la fine degli utili, anche perché, nel frattempo, la Lega al Governo ha ridotto i fondi.

La crisi di questo sistema ha favorito la Lega di Salvini, che si è auto-proclamata la forza politica che ha voluto e governato questo cambiamento. Ma questo è vero solo in parte, perché, come già accennato, sono i Paesi europei che, spinti dall’insofferenza dei propri abitanti, hanno cambiato atteggiamento.

Dopo la prima ‘abbuffata mediatica’, anche gli italiani cominciano a valutare la realtà per quella che è; e la Lega di Salvini comincia ad essere osservata per quella che è complessivamente, e non soltanto per la politica migratoria. Nel Sud, ad esempio, grazie soprattutto a un’informazione alternativa, la gente ha capito che, con la cosiddetta ‘Autonomia differenziata’ sponsorizzata dai leghisti, le Regioni del Nord scipperebbero alle Regioni del Mezzogiorno circa 200 miliardi di euro all’anno. Cosa, questa, che manderebbe in tilt la scuola e la sanità pubblica delle stesse Regioni del Meridionale.

Questo non va bene per la Lega di Salvini, la cui missione politica è quella di scippare i soldi al Sud prendendo per i fondelli gli elettori dello stesso Sud. Cosa che, fino ad oggi, sta riuscendo grazie all’attenzione mediatica concentrata sui migranti.

Ma se l’attenzione mediatica sui migranti viene meno, la gente del Sud comincia a capre che Salvini e la sua Lega, in realtà, sono avversari, non certo alleati.

Da qui l’esigenza, per Salvini, che qualche nave Ong torni a solcare le acque del Mediterraneo per distrarre gli italiani – e soprattutto i meridionali – dai veri problemi. 

Per carità: in questa storia dell’improbabile ritorno in grande stile delle navi Ong c’è anche una fallimentare sinistra e altrettanti fallimentari organizzazioni cattoliche che sognano di tornare a lucrare sull’assistenza ai migranti. Nel caso della sinistra italiana c’è anche il progetto di recuperare voti con i migranti, visto che tanti italiani non ne vogliono più sapere di sostenere un sinistra rappresentata dal PD.

Ma sono solo illusioni. Il tempo dei grandi soldi sulla pelle dei migranti è finito. In Africa e in Italia. Anche perché ormai tutti hanno compreso che l’unica cosa che non c’è, in questo maldestro tentativo di far tornare i ‘fasti’ dell’operazione Mare Nostrum, è la filantropia. Siamo davanti a speculazioni politiche allo stato puro sulla pelle dei migranti. Il resto è solo demagogia da quattro soldi.

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