Sanità in Sicilia: una commissione d’inchiesta sui Pronto Soccorso

3 aprile 2019

A lanciare questa proposta è il sito d’informazione ‘Nientedipersonale.it’. “Dal 2014 i Governi regionali, come denunciato tre anni fa dalla Corte dei Conti, sottraggono soldi dal Fondo sanitario regionale per pagare spese che con la sanità non hanno nulla a che vedere. Il risultato è il caos nei Pronto Soccorso e negli ospedali pubblici. Come mai le opposizioni presenti all’Assemblea regionale siciliana, nella passata legislatura e anche nell’attuale legislatura, non indagano e non denunciano questa vergogna?”

Un attacco a trecentosessanta gradi alla politica siciliana sulla gestione della sanità nella nostra Isola, quello lanciato dal sito d’informazione ‘Nientedipersonale.it’. Un attacco ai Governi regionali degli ultimi anni, ma anche alle opposizioni. Tema: la gestione dei Pronto Soccorso. E proprio su quello che succede nei Pronto Soccorso – e sulle motivazioni che stanno alla base del caos che oggi contraddistingue la gestione di questi presidi sanitari – il sito d’informazione chiede l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta.

Il sito d’informazione parte dai due capisaldi del sistema sanitario pubblico italiano: universalità e e solidarietà:

“Per universalità – si legge nell’articolo – s’intende l’accesso di tutti i cittadini che vivono in Italia – compresi gli extra comunitari che non sono residenti nel nostro Paese – alle prestazioni sanitarie di prevenzione, cura e riabilitazione indicati dai cosiddetti Livelli essenziali di assistenza (Lea). Per solidarietà s’intende il finanziamento della sanità pubblica attraverso la cosiddetta fiscalità generale: ciò significa che è lo Stato che sostiene i costi della sanità pubblica del nostro Paese”.

“Ma i soldi per mantenere un livello decente di sanità pubblica, in Italia – leggiamo sempre nell’articolo – non ci sono più. Il meccanismo è semplice: l’Unione Europea, attraverso le politiche del rigore, toglie risorse agli Stati (all’Italia, in proporzione, di soldi la UE ne toglie di più, perché bisogna pagare, ogni anno, gli interessi sul debito pubblico: circa 70 miliardi di euro all’anno da qualche anno a questa parte, ovvero da quando c’è l’intervento della BCE che acquista una parte dei nostri titoli), gli Stati li tolgono alla Regioni (che in Italia gestiscono la sanità) e le Regioni tagliano fondi alla sanità pubblica. In Sicilia il fenomeno è molto più accentuato, perché i Governi nazionali di Renzi e di Gentiloni hanno fatto pagare alla nostra Regione una quota di fondi maggiore rispetto ad altre Regioni. Per tutta risposta i Governi regionali della Sicilia, dal 2014 (in parte anche da prima), trovandosi a corto di soldi per fronteggiare le spese, hanno tolto soldi alla sanità pubblica siciliana per pagare altre spese: per esempio, i mutui della Regione siciliana, l’ARPA (Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente) e alcune società regionali, come denunciato dalla corte dei Conti tre anni fa” (SU QUESTO TEMA ABBIAMO PIUì VOLTE SCRITTO NOI, COME POTETE LEGGE QUI).

Il caos nella sanità siciliana non è frutto solo di disorganizzazione, scrive Nientedipersoale.com: alla base ci sono anche scelte politiche: tagli effettuati al settore.

“Basti pensare – si legge nell’articolo – che, lo scorso anno, 115 milioni di euro sono stati erogati ai Comuni dell’Isola (si tratta dei fondi con i quali i Comuni pagano le rate dei mutui) prendendoli dai “risparmi della sanità”.

Nell’articolo si denunciano, poi, i turni massacranti appioppati a medici ed infermieri. La legge viene rispettata? Se l’argomento vi interessa potete proseguire la lettura di questo interessantissimo approfondimento proseguendo la lettura su nientedipersonale.it

QUI L’ARTICOLO SUI PRONTO SOCCORSO DI NIENTEDIPERSONALE.IT

 

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