In una lettera al presidente Musumeci la storia di autostrade e strade della Sicilia

1 aprile 2019

A parlare è un uomo – e in Sicilia, come lui, ce ne sono tantissimi – che guida l’automobile dal 1965 e che, da allora ad oggi, ha visto inaugurate autostrade e strade. Ma le ha anche visto, soprattutto a partire dagli ultimi dieci anni, cadere a pezzi. Da Palermo a Messina, da Messina a Catania, da Catania a Palermo, da Palermo a Trapani. E poi l’isolamento di Agrigento, Ragusa, Caltanissetta, Enna. E l’interno della Sicilia. E tutto il resto 

di Nino Privitera

Lettera aperta al Presidente della Regione siciliana,

Egregio Avvocato Musumeci,

non me ne vorrà se non mi rivolgo a Lei chiamandola Onorevole né Presidente e meno che meno con l’appellativo coniato di recente “Governatore”, ma con il titolo che ha meritato con il suo impegno da cittadino siciliano.

Le scrivo per illustrare alcune mie considerazioni e valutazioni sulla problematica che tante volte mostra di avere a cuore riguardo alla viabilità in Sicilia. Per fare ciò ho la necessità di partire un po’ da lontano nel tempo…

Dagli anni ’50 del secolo scorso ho iniziato a muovermi sulle quattro ruote e guido l’automobile “ufficialmente patentato” dal 1965. Da allora la tecnica ha fatto enormi progressi fornendoci auto sempre più comode e sicure e, grazie al buon Dio, anche io ho avuto la fortuna di continuare a servirmi di questo mezzo via via in evoluzione.

Invero avevo immaginato che assieme alle evoluzioni tecniche nel campo automotive anche le strade della Sicilia si sarebbero adeguat … certo da allora qualcosa è cambiato, ci mancherebbe…

Avvocato Musumeci, ricordo la prima volta che da Messina sono venuto a Palermo – con una Ford Cortina Lotus, una bella auto da 200 km/h – dopo una scorpacciata di curve, tornanti, centri abitati, strettoie… finalmente: il rettilineo di Buonfornello che mentalmente mi proiettava dentro la leggendaria “Targa Florio” e quindi il pieno di adrenalina nell’imboccare il primo tratto di autostrada siciliana a Trabia fino a Palermo…dove ho potuto “finalmente” toccare i 200.

Negli anni a seguire ho girato un po’ percorrendo quasi molte strade della Sicilia e contestualmente al cambio di autovetture qualcosa cambiava… fu aperta l’autostrada Messina-Catania che ti permetteva di evitare gli attraversamenti di tutti i paesi disposti sulla SS 114; nel deserto interno prendeva forma la Palermo-Catania in sostituzione di qualche migliaio di curve disseminate lungo i 340 chilometri delle strade interne per andare da Catania a Palermo; recarsi a Trapani incominciava diventare un po’ più agevole … resisteva bene la SS 113 che da Messina a Buonfornello ha atteso per oltre 40 anni!

Certo, niente a che vedere con i collegamenti tra Palermo e Agrigento…Ragusa…Gela e le località interne dove tutto è ancora cristallizzato!

Avvocato Musumeci, come Lei sa, qualcosa è stato realizzato nella Sicilia orientale:

a Catania è possibile fruire di una accettabile tangenziale di tipo autostradale che consente di convogliare gran parte dei flussi veicolari senza strozzarsi in una unica via di penetrazione urbana (la vecchia Zia Lisa) ed in città è stata anche realizzata una vera metropolitana;

a Messina parimenti il collegamento tra l’autostrada Catania-Messina e Messina-Palermo ha di fatto dotato la città di una tangenziale anche se sono state spese ingenti somme per una linea tranviaria che annaspa e ora quasi in “disarmo”!;

a Siracusa è stata migliorata quasi tutta la situazione in ingresso all’area urbana; nel Ragusano – anche se i collegamenti non sono stati ancora ultimati – sono state realizzate opere di una certa rilevanza che almeno consentono, in ambito locale, di potersi destreggiare (come i ponti di Comiso e lo stesso collegamento tra Ragusa e litoranea meridionale di Marina di Ragusa).

Se guardiamo al rimanente territorio della Sicilia non c’è da farsi illusioni:
Agrigento rimane sempre nell’aureo isolamento con lavori interminabili ed inconcepibili sulla SS 121, ma ha un anelito di speranza di poter vedere completato prima o poi il collegamento con la A 19;

Trapani fa vita a se stante mantenendosi come un’isola nell’isola.

Palermo mantiene la maestosa posizione nel perenne caos urbano ed extraurbano.

Negli anni ’70 sono iniziate le imprese inverosimili, durate oltre un ventennio, per vedere realizzata la via della Regione siciliana: una strada che, secondo i progettisti, doveva essere la tangenziale capace di garantire l’attraversamento veloce e che oggi è una normale ed impercorribile via urbana che taglia in modo indecoroso il tessuto urbano;

gli ingressi dalle autostrade che ti imbudellano ancor prima di raggiungere il centro urbano;

l’accesso da corso Calatafimi e da Sciacca che si strozzano al primo incrocio con chilometri di ingorghi senza sbocco;

non parliamo della viabilità interna che, ad onta dell’indimenticabile “Sacco Cianciminiano”, resta sotto attacco del “piano tranviario Orlandiano” e dalle inutili e dannose opere pseudo ferroviarie!

Avvocato Musumeci, in occasione della venuta del Ministro Toninelli, i siciliani speranzosi hanno avuto un barlume di realistico ottimismo e speranza nel sentire dalla bocca di un politico del Nord:

“E’ in una vergogna, un errore che una Stato non può permettersi”…

Onorevole, Avvocato Musumeci, queste sono le parole che giornalmente tutti i siciliani pronunciano nel percorrere le strade siciliane speranzosi di riuscire a ritornare a casa sani e salvi, anche se:

stressati dalle buche, dagli smottamenti, dai dissesti delle carreggiate, dalle interruzioni, dagli ingorghi, dal pericolo scansato per miracolo da una frana improvvisa o per non essere stato colpito dal ventilatore che si stacca dalla volta di una galleria autostradale, o da un albero o semplicemente perché la mancanza della segnaletica ti costringe a fare dei percorsi che non avresti voluto fare!

Onorevole Musumeci, Lei da esponente politico non sente l’eco delle considerazioni dei siciliani? Non sente il bisogno di fare sue le parole del Ministro delle Infrastrutture? Non sente la necessità di rivedere il nefando proposito messo in atto dal suo predecessore Rosario Crocetta, che con il decantato “scioglimento delle Province Regionali”, ha creato più danni che benefici?

Avvocato Musumeci, non ritiene che sarebbe anche il tempo di richiamare alle loro responsabilità chi è a capo delle “aree metropolitane”? Di verificare alcuni semplici ma sintomatici interventi e fare sapere perché occorre tanto tempo per ricostruire il pilone di Scillato sulla A 19; lo smottamento di Villafrati sulla SS 121; i dissesti autostradali sulla autostrada a pagamento Buonfornello-Messina?

Avvocato Musumeci, piuttosto che recriminare su argomentazioni poco convincenti perché non suggerire ai tecnici dell’elefantiaco apparato regionale le necessità della città di Palermo in tema di infrastrutture urbane e extraurbane? Palermo è una delle poche città non dotata di tangenziale e, almeno in alternativa, a non avere adeguati accessi autostradali a tre o quattro corsie per ogni senso di marcia!

Non è una novità – e Lei dovrebbe averlo sperimentato da anni – che da Buonfornello l’incremento del traffico ti mette a rischio di incidenti e di sicura difficoltà da Bagheria in poi!

Identica, se non peggio, è la situazione da Villagrazia di Carini…

Avvocato Musumeci, veda di trovare i tempi ed i modi di occuparsi fattivamente del recupero e ripristino della viabilità nella Sicilia e lasci il tempo di polemizzare ai politici! Le assicuro che i siciliani sarebbero contenti nel vederLa ergersi a difensore dei diritti negati.

Nel porgere i saluti, la prego di volere considerare positivamente il mio proposito di non chiamarla costantemente “Onorevole” e tantomeno “Governatore” , anche perché attualmente molti di questi esemplari che Le fanno indecorosa compagnia nell’Assemblea e nel Governo regionale non godono di tanta stima, visto che hanno meritato grande attenzione da parte della Magistratura!

La pregherei inoltre di evitare di riparlare da “onorevole” di fantomatiche opere destinate a distogliere l’attenzione dai problemi più cogenti e terreni!

Parimenti non penso che sia il momento di rinverdire i falsi scopi e minacciare addirittura un referendum popolare per rimettere in ballo l’illusione del Ponte sullo Stretto di Messina! Lei, da Avvocato, dovrebbe sapere quanto è già costato per avere prodotto promesse politiche e danni economici reali.

Questo è parlare da “Governatore”!

Cordialmente…

Nella foto una frana sull’autostrada A18: foto tratta da gazzettajonica

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