Gli agricoltori siciliani in crisi pagheranno i debiti dei Consorzi di Bonifica (e gli stipendi a circa 2 mila impiegati)

25 marzo 2019

L’idea di scaricare sui canoni idrici – e quindi sugli agricoltori siciliani – i debiti dei Consorzi di Bonifica e gli stipendi di circa 2 mila dipendenti prende forma nel 2015, ai tempi del Governo di Rosario Crocetta, assessore all’Economia Alessandro Baccei. Il Governo di Nello Musumeci ha confermato la furbata dei suoi predecessori scaricando sulle spalle degli agricoltori siciliani in crisi anche questi costi! I grillini, tre anni fa, avevano previsto tutto 

Scrive nel proprio blog l’agronomo Corrado Vigo:

“Il 2019 verrà ricordato da tutti gli agricoltori siciliani come l’anno del ‘salasso consortile’, l’anno in cui nei ruoli emessi dai Consorzi di Bonifica verranno inseriti tutti i debiti pregressi, ma che non scaturiscono dai costi di funzionamento generale, ma dal tentativo di appianare i debiti che i Consorzi di Bonifica hanno verso terzi. Gli importi che verranno applicati superano, e di molto, quanto già iscritto a ruolo negli anni pregressi, e rasentano un vero e proprio esproprio fondiario”.

“Sugli agrumeti della piana di Catania, ad esempio – scrive sempre Vigo – l’importo che verrà iscritto a ruolo arriverà a sfiorare i 2.100,00 euro/ettaro.
E questi importi non tengono conto del costo del ‘servizio irriguo’, a cui verranno applicate tariffe esorbitanti, tanto da scoraggiarne l’utilizzo e far sì che gli agricoltori ritornino ad utilizzare i propri pozzi. Nemmeno con l’IMU si è raggiunta tale tassazione sui terreni… e i Consorzi di Bonifica passeranno alla storia per aver imposto una tassazione annua superiore ad una patrimoniale”.

Per non è una novità, ma la conferma di quanto scriviamo da tre anni: e cioè che, prima o poi, sarebbe arrivato il momento in cui la Regione siciliana avrebbe scaricato sulle spalle degli agricoltori i costi passati e presenti dei Consorzi di Bonifica: i debiti del passato verso i terzi e il costo dei circa 2 mila dipendenti.

Ebbene, il momento è arrivato.

Rileggiamo insieme cosa scriveva I Nuovi Vespri il 27 gennaio del 2016:

“Un comunicato del Movimento 5 Stelle all’Ars denuncia la quadruplicazione dei canoni che gli agricoltori siciliani dovrebbero pagare ai Consorzi di Bonifica. Un ‘regalo’ previsto dal disegno di legge di stabilità regionale messo a punto dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. Ma in questo caso, oltre al renzismo, ci sono altre due variabili. Prima variabile: la maggiorazione dei costi servirà a pagare lo stipendio al personale assunto dalla politica delle clientele. Seconda variabile: l’assessore Antonello Cracolici sa qualcosa di questa storia?”.

Nel gennaio del 2016 al Governo della Regione c’era il centrosinistra: Rosario Crocetta presidente e Antonello Cracolici assessore all’Agricoltura, entrambi del PD.

Oggi al Governo della Regione c’è il centrodestra: Nello Musumeci presidente e Edy Bandiera assessore all’Agricoltura.

Come i nostri lettori possono notare, centrosinistra e centrodestra della nostra Isola concordano sul fatto che a pagare i debiti dei Consorzi di Bonifica e gli stipendi del personale di questi enti regionali debbano essere gli agricoltori siciliani.

E poco importa che l’agricoltura siciliana sia in crisi, che il prezzo del grano duro è inferiore ai costi di produzione, che il prezzo del latte è stracciato, che l’ortofrutta africana e asiatica invada la nostra Isola ‘ammazzando’ l’ortofrutta siciliana, che l’olio d’oliva tunisino brilli alto nel cielo dell’olivicoltura siciliana, che le arance marocchine e spagnoli e i limoni argentini arrivino sulle tavole degli ignari consumatori siciliani.

Gli agricoltori non hanno soldi? Li trovino! Così hanno deciso ben due Governi regionali: il passato Governo di centrosinistra e l’attuale Governo di centrodestra.

Cari agricoltori siciliani: pagare e sorridere!

“I Consorzi di Bonifica – scrivevamo nel gennaio del 2016 – nascono negli anni ’30 del secolo passato. Fanno parte di un tempo che fu che oggi – e scusate la rima – non c’è più. Non hanno più senso. Non dovrebbero esistere. Invece la Sicilia li mantiene in vita. Un altro dei tanti modi errati di utilizzare l’Autonomia siciliana. Sapete perché la politica siciliana li mantiene in vita? Perché hanno assunto, naturalmente a ‘umma ‘umma, 2 mila persone circa”.

Già, 2 mila persone alle quali, oggi, gli agricoltori siciliani debbono pagare gli stipendi anche, se è il caso, andando a indebitarsi! L’importante è che paghino la “patrimoniale irrigua”…

“Un aumento folle – scrivevano tre anni fa in un comunicato i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle – anche di oltre il 400 per cento per aderire ai consorzi di bonifica siciliani, gli agricoltori scendono sul piede di guerra e pensano ad una class action. Tutto è stato innescato dalla riduzione dei trasferimenti della Regione ai Consorzi, cosa che ha ‘costretto’ questi enti a tappare i buchi nei loro bilanci, ritoccando le tariffe a carico degli agricoltori”.

“Un aumento del genere – diceva tre anni fa il deputato grillinmo Giancarlo Cancelleri – non è sostenibile, ed è figlio unicamente di quella norma finanziaria n.9 del maggio 2015, che, con il comma 11 dell’articolo 47, ha introdotto la diminuzione a scaglioni della contribuzione della Regione nei confronti dei Consorzi di Bonifica. Il M5S lo disse già allora che questo avrebbe affamato i Consorzi, alla fine l’unico osceno risultato raggiunto è quello che a pagare saranno soltanto gli agricoltori. Cosa che si sta puntualmente verificando. Quell’articolo va cancellato immediatamente” (QUI IL NOSTRO ARTICOLO PER ESTESO).

A quanto pare quell’articolo di legge non è stato cancellato. E adesso con la citata ‘patrimoniale idrica’ si rischia di cancellare l’agricoltura siciliana!

Foto tratta da intraprendente.it

E che siamo stati? Profeti?

 

 

 

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