Il messaggio che il professore Tusa ha lasciato a tutti noi: fare grande la Sicilia in Sicilia

10 marzo 2019

La scomparsa del professore Sebastiano Tusa, archeologo siciliano di fama mondiale creatore della Soprintendenza del Mare, lascia un vuoto grande quanto lo è il suo lascito: oggi per l’intera comunità dei Paesi mediterranei e, domani, per le generazioni future che ne studieranno l’opera beneficiando delle sue tante realizzazioni

di Mario Pagliaro

I colleghi del professore Sebastiano Tusa, in Italia e nel resto del mondo, ne ricorderanno l’opera scientifica (una per tutte il suo Sicilia preistorica che andrebbe letto da chiunque – riconoscendo le origini della civiltà siciliana ‘all’incrocio di tre continenti’ – voglia comprendere come oggi il futuro della Sicilia sia proprio negli altri due continenti di cui è all’incrocio). I suoi amici faranno memoria della sua grande umanità e bonomia.

Noi qui vorremmo brevemente sottolineare tre lezioni che il suo lavoro lascia ai giovani siciliani di oggi e di domani.

Definita “irredimibile” da un noto scrittore siciliano, forse echeggiando un proverbio (anch’esso noto e anch’esso siciliano) secondo cui solo chi lascia la Sicilia può avere successo, la Sicilia è stata grazie a lui (e a Fabio Granata, e ai dirigenti regionali che in quel governo regionale lo resero possibile) la prima Regione/nazionale ad avere, insieme alla Grecia, la sua Soprintendenza del Mare.

Un’innovazione profonda quanto concretamente efficace grazie alla quale furono unificate in una sola amministrazione autonoma regionale competenze scientifiche di frontiera, competenze amministrative sul patrimonio storico-artistico sottomarino e costiero e persino sulla difesa del mare e dei fondali (ad esempio, dall’eolico off-shore, che andrà benissimo al largo delle coste scozzesi o danesi, ma non di fronte ai siti archeologici della Sicilia).

Poi, verranno scoperte epocali come il Satiro danzante di Mazara del Vallo o le Teste marmoree di Giulio Cesare, Tito ed Agrippina ritrovate a Pantelleria. Ma la Sicilia, grazie a Tusa, aveva – ed ha – un’amministrazione all’avanguardia fra tutti i Paesi mediterranei, inclusi alcuni molto più avanzati dal punto vista tecnologico, economico e scientifico come la Francia o Israele.

Vi aveva lavorato tenacemente fin dalla costituzione di un Gruppo subacqueo della Regione siciliana in cui, insieme ad una squadra di giovani funzionari regionali che aveva con pazienza costituito e fatto crescere, aveva iniziato da funzionario regionale a lavorare per “mettere a fattor comune” le attività di ricerca archeologica e protezione del patrimonio storico-artistico che la Regione siciliana conserva e tutela nei suoi mari. Incluso quello, ovviamente,delle sue tante e millenarie isole.

Per prima cosa, il lavoro di Sebastiano Tusa nei suoi quasi 67 anni di vita suggerisce ai giovani siciliani che è del tutto possibile, anche in Sicilia, realizzare opere di questa valenza vivendo e lavorando in Sicilia.

Allo stesso tempo, il lavoro del Professore Tusa ci insegna l’importanza di internazionalizzare le attività di insegnamento e di ricerca: docente universitario prima all’Istituto Suor Orsola Benincasa a Napoli, poi a Bologna e quindi in Germania, nella storica università fondata da Filippo I a Morpurgo, Sebastiano Tusa ha condotto attività di ricerca con studiosi di tutto il mondo, aprendo le porte della Soprintendenza del Mare della Sicilia pure agli studenti universitari provenienti da tutta Italia (ne ricordiamo una, bravissima, dell’Università di Venezia).

I siciliani sono ‘isole’, e quindi incapaci di lavorare in gruppo, come scritto da tanti celebrati scrittori e sempre ricordato dai giornalisti di passaggio nell’isola? Tusa dunque promuove e coordina per molti anni gruppi fatti da studiosi con background diversi come gli archeologi e storici dell’arte, ingegneri, geologi, biologi ed esperti ambientali, ma anche di tecnici amministrativi e comunicatori.

Avrebbero lavorato insieme ad imprese altamente innovative allo sviluppo di un nuovo sistema di telerilevamento sottomarino; oppure di un percorso turistico sottomarino fino al sito con le splendide anfore romane nelle acque antistanti Cala Gadir, a Pantelleria. Dove, comprendendone l’importanza per lo sviluppo di un turismo di qualità 15 anni prima di altri Paesi e regioni, farà realizzare sia il percorso che i turisti-subacquei percorrono entrando a mare direttamente dal porticciolo naturale, sia un sistema di monitoraggio online basato su una webcam sottomarina, quando ancora oggi buona parte dei Comuni siciliani continua a non avere una rete propria di webcam (fondamentali per lo sviluppo del turismo, e per i servizi al cittadino come le informazioni meteorologiche).

Scompare da assessore regionale: ovvero da vice del presidente della Regione per tutto ciò che riguarda la tutela e la promozione attiva dell’immenso patrimonio storico-artistico della Sicilia. Questa “promozione attiva” fatta di cultura innestata in modo formidabile con i più recenti trovati della scienza e della tecnologia – come quelli relativi all’energia solare di cui Tusa, con cui presentammo le Linee guida per il solare nelle isole della Sicilia, aveva compreso pienamente la portata epocale – ha il potenziale per invertire il flusso che, da oltre un decennio, depriva la Sicilia dei suoi giovani laureati che a migliaia lasciano ogni anno la nostra Isola.

Giovani siciliani che potranno iniziare una nuova e grande stagione di sviluppo grazie al lavoro che ha avuto nel Professore Sebastiano Tusa un formidabile quanto concreto ideatore e precursore.

 

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