A Termini Imerese il sogno industriale si è trasformato in un incubo! L’eterna Cassa integrazione…

9 marzo 2019

“Non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire”, recita un vecchio adagio. E a Termini Imerese i sindacati tradizionali continuano a riproporre un modello di sviluppo sbagliato. Invece di pensare al binomio turismo-beni culturali si continua a sognare l’industria automobilistica ‘bruciando’ un’eterna Cassa integrazione. Così il blu, da queste parti, è diventato il simbolo del fallimento 

di Antonino Privitera

Mi costi, mi costi…ma quanto mi costi!

Pochi giorni fa è stata ancora una volta rinnovata dal ministro Di Maio alla Blutec di Termini Imerese la Cassa integrazione… iniziata nel 1993. E’ difficile incominciare dalla fine ma…

Partiamo dagli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, prospettive entusiasmanti per tutti i settori industriali: metallurgica a Campofelice, Pace del Mela; Petrolchimica a Gela e Priolo; Petrolifera a Milazzo; raffinerie di petrolio ad Augusta; Chimica a Porto Empedocle e a Termini Imerese (poi dissoltosi con l’aborto della Chimica del Mediterraneo…).

Intanto la Fiat 500 con sportelli controvento, che aveva iniziato a motorizzare l’Italia, già necessita di un restyling e per la Nuova 500L e si intravede una via per industrializzare il Sud.

Nasce a Termini Imerese la SICILFIAT con Fiat 60% ed ESPI 40% (Ente Siciliano per la Promozione Industriale, con braccia operative: Sicilcassa e Banco di Sicilia). Dopo il completamento e l’avvio della produzione la Fiat rileva la quota regionale e diviene unico proprietario.

La forza lavoro che assorbi la Fiat con l’indotto ha dato un grande contributo nei “ruggenti” anni ’80 raggiungendo anche le 3200 unità.

Nel 1993 arrivò la crisi. In breve gli operai scesero a 1900 persone e cominciò la Cassa integrazione (…!).

Nel 2002 furono licenziati 200 lavoratori e la forza lavoro scese a 1536 dipendenti e poi a 800. Da allora il mondo delle “tute blu” di Temini Imerese incomincia a essere grigio.. Ahia-ia-ia-iai…

La Fiat che non ha brillato per modelli che riuscissero a contrastale l’invasione di marchi più dinamici europei e asiatici continuava in affanno con la produzione della Punto fino a quando, nel 2010, l’AD Sergio Marchionne annuncia la decisione di chiudere definitivamente lo stabilimento siciliano, accompagnando l’agonia con la produzione della Lancia Ypsilon fino al 31 dicembre del 2011, quindi: Cassa integrazione!

Da allora grande impegno politico e sindacale (…!) nel cercare i risuscitatori di impresa.

La prima soluzione sembra presentarsi con l’imprenditore Massimo Di Risio che è già nel settore con il proprio marchio DR Motor Company e modelli assemblati in Cina anche con componenti Fiat. Il ministro Corrado Passera – del Governo Monti, succeduto a Berlusconi – a giugno del 2012 liquida Di Risio perché “non ha mostrato di avere le risorse”.

Continua la cassa integrazione e nascono anche gli “esodati”.

Negli anni a seguire lo stabilimento di Termini Imerese continua ad essere di proprietà della Fiat e a fine 2014, Presidente del consiglio Matteo Renzi, la soluzione sembra alla portata di Metec, di uno dei fornitori della Fiat, che era alla ricerca di uno stabilimento per le sue attività e il 24 dicembre 2014 viene siglato l’accordo col Ministero dello Sviluppo economico che concede, attraverso Invitalia (dal 2008 soggetto distributore di soldi per conto del Ministero) una anticipazione di 20 milioni di euro alla Blutec.

Mentre la Cassa integrazione è mantenuta, il progetto industriale incomincia a vedere la luce e vacillare. In un primo momento la produzione doveva incentrarsi sulla componentistica automotive che è l’attività principale di Blutec stabilimenti a Rivoli, Beinasco ed Asti dove mesi fa sono sorte tensioni tra i dipendenti per ritardi nel pagamento degli stipendi.

Successivamente la produzione avrebbe dovuto puntare sul settore elettrico ed ibrido e viene detto anche di una commessa milionaria per la fornitura a Poste Italiane di un triciclo elettrico per il recapito della corrispondenza. Di fatto Poste Italiane si sta approvvigionando di questo tipo di motoveicolo: solo che a fornire il prodotto è la fabbrica francese Ligier.

Gli ultimi annunci parlano di un accordo con la Fiat per l’allestimento con trazione elettrica dei modelli Doblò, la cui produzione doveva iniziare il 21 dicembre 2018 e di un possibile accordo con la cinese Jac per la produzione di una autovettura elettrica…

Tra il dire ed il fare… ovvero, tra varie promesse e rimpalli già lo scorso anno il Ministero dello Sviluppo economico ha revocato l’anticipo di 20 milioni di euro concesso; Invitalia avrebbe appurato che soltanto il 10% del denaro sarebbe stato speso come previsto dai patti, quindi andrà tutto restituito; lo scorso ottobre la Procura della Repubblica di Termini Imerese ha aperto una inchiesta per capire che fine hanno fatto i soldi che Blutec ha ricevuto dallo Stato.

“Mentri lu dutturi studìa lu malatu si nni va”…ora il malato spera nelle cure del Governo giallo/verde che intanto col Ministro Di Maio ha promesso la solita Cassa integrazione!

Ma, il blu a Termini Imerese sembra un colore predestinato: infatti diversi soggetti presenti nell’area industriali accomunati in questa cromìa non hanno dato i risultati sperati:

– la Fiat ha il logo e lo stabilimento di questo colore e il successore addirittura ha il blu inserito nel marchio;
– il titolare di un’altra impresa, la Blue Boats, (cantiere specializzato nella nautica di lusso) nel 2010 è stato arrestato per una megatruffa all’Unione Europea. Il cantiere, specializzato nella nautica di lusso, è stato sequestrato e i 150 operai sono finiti in Cassa integrazione!

– la stessa ENEL ha il logo in blu e ultimamente sembra anch’essa in smobilitazione informando che una prescrizione del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare prevede che il gruppo TI41 possa funzionare, alimentato solo a gas naturale, fino a un limite di 1000 ore/anno ( cioè circa 3 ore al giorno?) e creando ulteriori pensieri al comprensorio diffondendo la notizia che l’area della centrale è oggetto di cessione per riqualificazione e riguarda il parco serbatoi Olio Combustibile Denso di levante e di ponente e il relativo pontile di servizio

.A tal proposito si riporta il testo di una interrogazione parlamentare del Deputato Cinque Stelle, Luigi Sunseri:

“Il progetto di riconversione della centrale ENEL di Termini Imerese così come è – spiega Sunseri – tutt’altro che green dato che, in maniera assolutamente tardiva, ENEL comunicava l’intenzione di cedere, a seguito di frazionamento, il parco serbatoi e il pontile ad un soggetto privato, la società Cancascì Petroli Srl, che avrebbe intenzione di realizzare un progetto industriale volto alla trasformazione, allo stoccaggio e alla successiva commercializzazione di biocarburanti…”.

Come si può osservare, nell’area industriale di Termini Imerese il colore blu purtroppo non è foriero di buone notizie.

Eppure il blu del suo mare sarebbe potuto diventare trainante per una realtà turistico/balneare, invece è stato costretto a cedere il passo al miraggio industriale che ha anche oscurato il sito archeologico di Himera, estirpato le colture e steso in sua vece un non colore: il grigio… senza realtà, senza sogni e la mortificante e costosa consolazione della Cassa integrazione !

“Ahia-ia-ia-iai …Il mondo è grigio, il modo è blu…Cuccurucucu paloma…”
cantava Franco Battiato

Foto tratta da conquistedellavoto.it

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