Crisi dell’agricoltura in Puglia: Emiliano s’arruspigghiò mentre il senatore De Bonis attacca sulla Xilella

8 marzo 2019

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che in verità non ha mai fatto molto, ad esempio, per il grano duro, si è improvvisamente svegliato e chiede 500 milioni di euro a Roma per l’agricoltura. Il senatore grillino De Bonis chiede l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla Xilella 

La crisi economica ‘morde’ anche l’agricoltura pugliese. Se ne sono fatti carico il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’assessore all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia, che hanno firmato una lettera unviata al Governo nazionale. E di un particolare segmento della crisi che colpisce l’agricoltura di questa Regione – la Xilella – si occupa il senatore del Movimento 5 Stelle, Saverio De Bonis, che ha chiesto l’istituzione di una una commissione d’inchiesta per capire cosa c’è dietro il batterio che ha decimato gli uliveti pugliesi.

E di Xilella parlano anche Emiliano e Di Gioia sciorinando una serie di dati che noi leggiamo su Telerama news:

“180 mila ettari di uliveti – il 40% delle piante delle province di Lecce Brindisi e Taranto – sono in area dichiarata infetta. Con una media di 110 piante per ettaro, si può stimare che 20 milioni di piante di olivo ricadono in una zona in cui non è più possibile eradicare il batterio e sono condannate ad un progressivo manifestarsi e diffondersi dei sintomi della malattia, con numeri in evidente e preoccupante crescita”.

“Danni – leggiamo ancora di Telerama news – che si sommano a quelli subiti dai vivai, dai frantoi, dal paesaggio regionale fortemente caratterizzato dalla presenza di ulivi anche secolari. Nel 2018 si è perso un milione di giornate agricole, per un calo della produzione sino al 90%. A questo si aggiunge la gelata dello scorso anno che ha causato un danno da 186milioni di euro all’economia del settore, con una prospettiva di perdita per tutto il 2019 del 58%. Ecco perché occorrono interventi immediati, come quelli elargiti dopo il disastro di Genova o – è la stoccata del governo regionale – per salvare banche con veri e propri blitz legislativi”.

Il Governo della Puglia chiede allo Stato 500 milioni di euro per affrontare la crisi dell’agricoltura pugliese nei prossimi cinque anni.

Per fare cosa?

“Espianto e reimpianto immediato, commercializzazione per i vivai – spiegano i governanti della Puglia – aumento di quota nazionale di vivai, indennizzi e creazione di nuova filiera energetica, artigianale e di prodotto con il legno derivante dagli abbattimenti (il riferimento è ai tanti alberi di olivo che dovranno essere abbattuti a causa della Xilella ndr). In più nuove risorse per compensare perdite, agevolare le amministrazioni a mettere in campo misure fitosanitarie. Insomma, un piano straordinario immediato che stanzi 500 milioni di euro almeno, in 5 anni. Pretendiamo la stessa attenzione di Genova e delle banche – scrive Emiliano concludendo la lettera – la pretendiamo ora”. Per poi annunciare “ogni azione di disobbedienza civile fino al varo del piano”.

Per la cronaca, non ci sembra che, fino ad oggi, il presidente della Puglia abbia fatto molto per la crisi dell’agricoltura pugliese. Non ci risulta – soprattutto – che abbia fatto qualcosa quando al Governo dell’Italia c’era il PD, partito del quale fa parte.

Riconosciamo a Emiliano di essere stato un avversario di Renzi: ma non lo abbiamo mai visto difendere il grano duro siciliano, né ricordiamo una sua presa di posizione sullo scippo del grano duro Senatore Cappelli, che pure è una varietà selezionata propri in Puglia!

Ora comunque si è svegliato: meglio tardi che mai!

Da Emiliano a De Bonis. Sulla pagina Facebook di Pino Aprile leggiamo:

“Grazie al Senatore Saverio De Bonis si potrà finalmente fare luce sull’intera vicenda”.

Segue una dichiarazione del senatore De Bonis:

“A fine giugno depositai una proposta avente ad oggetto l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta per far luce e chiarezza sulla Xylella fastidiosa in Puglia. Le commissioni d’inchiesta sono previste dall’articolo 82 della Carta Costituzionale e possono essere istituite ad hoc per svolgere indagini e ricerche su materie e argomenti di interesse pubblico, con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. In particolare, la mia proposta all’articolo 1 dispone l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta, fissandone durata e competenze”.

“All’articolo 2 disciplina la composizione della Commissione – prosegue De Bonis – mentre gli articoli 3 e 4 regolano, rispettivamente, le audizioni a testimonianza e le procedure da seguire in caso di richiesta di atti e documenti. Gli articoli successivi dispongono in materia di procedure ed organizzazione interna. Se l’Aula del Senato approverà, potremo effettuare missioni, sopralluoghi e tante utili audizioni, evitando personaggi attenzionati dalle Procure, come è accaduto nell’indagine conoscitiva della Camera. Avevo chiesto e sollecitato più volte la prosecuzione dell’iter, avviato il 2 ottobre. Nonostante avessi raccolto 50 firme (51 con la mia) dei Colleghi Senatori 5 Stelle, vani sono risultati tutti i miei numerosi solleciti”.

“Sta di fatto che, grazie alle cinque firme (oltre alla mia, Serafini, Lonardo, La Pietra, Battistoni) utili alla prosecuzione dell’esame (cfr art. 35, co 2 del Regolamento Senato), adesso la richiesta è stata calendarizzata per martedì 12 marzo 2019 alle ore 12:00. La proposta che istituisce la Commissione d’inchiesta sarà discussa e votata in aula. Un passo decisivo per fare chiarezza sulla Xylella. Vedremo chi voterà a favore e chi contro.
Auspico che vinca la voglia di fare chiarezza!”.

Per la cronaca, Saverio De Bonis, in occasione del dibattito sulla legge Finanziaria nazionale, aveva presentato un pacchetto di proposte per la tutela e il rilancio dell’agricoltura del Sud Italia. Ma il suo emendamento, molto articolato e ben fatto, è stato ‘bocciato’ dalla commissione Agricoltura del Senato. E a ‘bocciarlo’ sono stati proprio i suoi compagni di partito del Movimento 5 Stelle che, a parole, dicono di difendere l’agricoltura del Sud e poi, nei fatti, come si usa dire dalle nostre parti, sinni stannu futtennu!  

Da quello che ci risulta, De Bonis dovrebbe essere espulso dal Movimento 5 Stelle: questo ci risultava il 31 dicembre scorso (COME POTETE LEGGERE QUI).

Come sia finita questa storia non lo sappiamo, anche perché, commentando l’avventura politica di De Bonis con i nostri amici pugliesi, siamo arrivati alla conclusione che, ormai, De Bonis è diventato persona troppo importante per rispondere alle nostre telefonate…

L’ARTICOLO DI TELERAMA NEWS

 

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