Agricoltura in crisi: basta con la Regione, vogliamo mettere alla prova il Governo nazionale Giallo-Verde

6 marzo 2019

Domani i Forconi siciliani tornano in piazza. Appuntamento a Gela, a Vittoria, a Pachino, a Niscemi e sui Nebrodi. Per l’occasione lo storico leader dei Forconi siciliani, Mariano Ferro, ci ha inviato questa lettera. Che è un invito al Governo nazionale Giallo-Verde a dimostrare di essere contro l’Unione Europea ultra-liberista che sta massacrando l’agricoltura agevolando la globalizzazione dell’economia, che, oggi, è il vero nemico da battere

di Mariano Ferro

C’è qualcuno che può pensare o, addirittura, pretendere che in una società in cui la forbice tra pochi ricchi e moltissimi poveri si allarga ogni giorno sempre di più, non possa o non debba accadere nulla ? Alzi la mano chi tra i più fortunati pensa di infastidirsi se quella parte povera alza la voce e pretende rispetto e dignità. Trovateci una soluzione per tornare ad una vita dignitosa e ci fermiamo.

Ecco perché è impossibile non tornare sullo stesso irrisolto tema di sempre. Siamo noi stessi stanchi, ma dietro quella stanchezza c’è la rabbia accumulata in questi anni di indifferenza. QUANTE VOLTE LO ABBIAMO DETTO, QUANTO ABBIAMO SCRITTO, QUANTE VOLTE ABBIAMO CHIESTO ATTENZIONE? QUANTE VOLTE?

E’ vero o non è vero che il mondo agricolo siciliano è al fallimento? CHE NUMERI HANNO GLI ADDETTI AI LAVORI? Occorre parlare col Governo regionale subito ? E per fare cosa?

Dal 2010 abbiamo fatto decine di incontri a Palermo ed ogni volta un nuovo inutile tavolo, l’ultimo solo dieci mesi fa su un tema di primo piano come l’ortofrutta della fascia trasformata: tema svanito, evaporato nelle nebbie del ‘Palazzo’. Decine di missioni della speranza a Roma per sentirci rispondere:

“Non possiamo, ce lo chiede l’Europa!”.

Ed il tema di fondo è stato sempre lo stesso: se continua così chiudiamo tutti, dateci una ricetta. NIENTE! Ormai è diventata una tiritera stucchevole e se sfiancarci, stancare l’opinione pubblica era uno degli obiettivi della controparte, ebbene, l’obiettivo è quasi raggiunto. Ma sulla scena si affacciano soggetti nuovi, più freschi, più fiduciosi, che pensano di affrontare la situazione in maniera diversa dagli altri. Un’esperienza che consigliamo a tutti di fare: per credere è giusto provare.

Però c’è pure chi, dell’esperienza assolutamente negativa, vuole fare tesoro. L’iniziativa di domani 7 marzo e dell’8 Marzo, per quanto ci riguarda, è da inquadrare in una fase di semplice preavviso a questo Governo nazionale che ha parlato più volte di sovranità alimentare, di difesa del Made in Italy, che a parole ci è sembrato concordare sulla questione della concorrenza sleale.

E’ il linguaggio utilizzato dai due vice Premier: è questa la novità che ci desta curiosità, è l’atteggiamento verso l’Europa che ci solletica un minimo di fiducia. Ma nello stesso tempo non abbiamo nessuna voglia di perseverare negli errori.

Cominciamo dal Governo regionale. Crediamo che il primo che sa di essere incagliato nelle maglie di una maggioranza che non c’è e sa di navigare a vista nel mare dei debiti che impediscono qualsiasi intervento di soccorso (basta pensare ai danni atmosferici degli ultimi anni) è lo stesso Presidente della Regione siciliana. Abbiamo un profondo rispetto per i soggetti istituzionali e, prim’ancora, per le persone, ma davanti al disastro Sicilia ed in una condizione politica di galleggiamento assicurato, l’unica cosa intellettualmente onesta che può fare la persona seria che è Musumeci è rassegnare le dimissioni. Ogni altro tentativo di sopravvivenza crea danni incommensurabili alla Sicilia, di sicuro largamente maggiori ai danni che qualcuno vorrebbe strumentalmente accollare al fermo dei Forconi del 2012.

E’ per questo che riteniamo tempo perso o, addirittura, inutile ogni colloquio con Palazzo d’Orleans o con l’Assemblea regionale siciliana: preferiamo provare un’altra strada per capire se a Roma sono veri o finti.

Vorremmo mettere alla prova questi Giallo-Verdi al Governo del Paese, vogliamo capire se è stato il solito giochino delle campagne elettorali o se, come affermato più volte, quanto è stato detto potrebbe essere seguito da provvedimenti in Gazzetta Ufficiale.

Vogliamo stanare le intenzioni e verificare i fatti. Vogliamo mettere sul tavolo l’unico tema che, per l’agricoltura e la zootecnia di tutto il Paese, dalle Alpi alle Piramidi, è il male assoluto, quel male che piace tanto all’industria dell’agroalimentare del falso Made in Italy: LA GLOBALIZZAZIONE. QUEL FIUME DI MERCE CHE ARRIVA DALL’ESTERO A PREZZI STRACCIATI, CHE CONSENTE AI PIU’ FORTI DI RICATTARTI E SPESSO IN CONDIZIONI SANITARIE DA ARRESTO PER ATTENTATO ALLA SALUTE PUBBLICA.

Sono anni che parliamo a tutti i Governi, li abbiamo implorati con ogni mezzo di porre attenzione al terremoto economico, ma dopo che negli ultimi anni abbiamo rappresentato questi temi a tutti quegli europeisti di sinistra, globalisti, sostenitori sfegatati del liberismo sfrenato senza regole, obbedienti alle demenziali ed interessate norme europee che, sull’altare degli scambi commerciali, hanno distrutto interi settori produttivi cestinando la storia della sinistra, ora è d’obbligo riprovarci con questa nuova compagine di Governo.

Concorderanno sul Far West del libero mercato ? Condivideranno con noi che siamo di fronte ad una vera e propria guerra commerciale che ci vede ovviamente perdenti su tutti i fronti? Vedremo.

Li abbiamo provati tutti, ci siamo bruciati, abbiamo pagato anche a livello personale un prezzo altissimo di insulti e fango, ma lungi da noi la possibilità di mollare, non possiamo. Ora vogliamo verificare se questi sono difensori veri del Made in Italy o globalisti mascherati.

Ormai siamo tutti San Tommaso, non riusciamo più a fidarci di nessuno. Il mondo agricolo ha troppi nemici potenti: l’industria agroalimentare che ti ricatta sul prezzo, le organizzazioni sindacali filoindustriali e filogovernative da sempre, la politica europea delle multinazionali, la Grande Distribuzione Organizzata col suo cartello; e siamo consapevoli tutti che in questa parata di potenze militari noi siamo polvere.

Ci siamo dati un periodo approssimativo di scadenza: il 26 Maggio. O ci sono segnali positivi concreti, o prima della data delle elezioni europee in Sicilia la rabbia dovrà fare la sua parte. Non siamo eversivi, siamo al capolinea. E’ un messaggio rivolto a chi non vive nel malessere.

Foto tratta da secolo-trentino.com

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