Lettera ai pastori sardi: servono i dazi doganali come per il riso e il prezzo bloccato a 1 euro e 50

18 febbraio 2019

Sì, amici pastori della Sardegna: come scriviamo in questa lettera, dovete pretendere quello che hanno già ottenuto i produttori di riso della Lombardia, del Piemonte, del Veneto e dell’Emilia Romagna: i dazi doganali sul latte di pecora estero, che deve entrare in Italia ad un prezzo leggermente superiore a quello vostro. Dite alla Lega di Salvini e Centinaio che un litro di latte di pecora italiano non deve costare meno di un euro e 50 centesimi

In queste ore è in atto il tentativo fare ‘inghiottire’ un accordo-capestro sul latte ovino non soltanto ai pastori sardi, ma a tutto il modo dell’agricoltura italiana che, grazie alla rivolta del latte della Sardegna, si va svegliando. Per questo è importantissimo che i pastori dicano un “NO” grande quanto una casa alla Lega di Salvini e al Ministro leghista, Gian Marco Centinaio. Un “NO” che deve essere accompagnato da una contro- proposta: prezzo del latte di pecora bloccato a un euro e 50 centesimi (magari trattabile, ma senza scendere sotto 1,30 centesimi di euro) e introduzione di dazi doganali così com’è stato fatto per tutelare il riso prodotto in Lombardia, in Piemonte, nel Veneto e in Emilia Romagna.

Abbiamo già scritto e illustrato come il Governo nazionale, per tutelare il riso prodotto nel Nord Italia dal riso della Cambogia e della Birmania, ha introdotto i dazi doganali (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). La stessa cosa debbono chiedere i pastori sardi per tutelare il latte di pecora italiano.

Non si capisce, infatti, perché i dazi vanno bene per tutelare un prodotto agricolo come il riso e non vanno bene, invece, per tutelare il latte.

Forse perché il riso è una produzione del Nord Italia e va tutelata al meglio, mentre il latte di pecora, in quanto prodotto agricolo-zootecnico del Sud non merita tanto interesse? Siccome è un prodotto del Mezzogiorno, nel nome del colonialismo italico che va in scena dal 1860 non merita l’interesse che, invece, è stato riservato al riso?

In queste ore, egregi pastori sardi, il Ministro e ‘capo’ della Lega, Matteo Salvini, si trova in Sardegna. E’ piombato nella vostra Isola perché a lui interessano i voti – i vostri voti – alle imminenti elezioni regionali.

Avete a disposizione un’occasione formidabile per fare valere le vostre sacrosante ragioni. Cominciando a respingere – come state facendo – l’oscena proposta di 70 centesimi di euro al litro di latte offerta dal Ministro Centinaio.

Ha fatto benissimo lo storico leader del Movimento Pastori Sardi, Felice Floris, a rilasciare la seguente dichiarazione a la Nuova Sardegna:

“Sono rimasto stupito per la semplicità con la quale, anche il Ministro Centinaio, in questo caso, abbia appoggiato un preaccordo così limitato, così povero e anche poco rispettoso dell’intelligenza degli altri. Invito a guardare la lista del documento – incalza – non c’è niente: è pieno di se. Invece il latte munto è una cosa certa. Ma è l’unico prodotto al mondo per il quale il prezzo viene fatto dopo che viene trasformato e viene venduta la materia. Ma stiamo scherzando? Questo lo può fare una cooperativa, ma non un privato” (QUI L’ARTICOLO PER STESO DE LA NUOVA SARDEGNA).

Allora non ci resta che invitare i pastori sardi a tenere duro: continuate con la vostra bellissima protesta. E ricordatevi sempre che, per fortuna, la protesta sta dilagando in tutta l’Unione europea gestita dai liberisti. in Francia ci sono i Gilet Gialli che, da oltre tre mesi, non mollano; nel Regno Unito non c’è solo la Brexit: ci sono i laburisti che si battono contro la globalizzazione dell’economia; in Spagna ci sono gli amici Indipendentisti della Catalogna che combattono per la libertà, qui da noi in Italia le stanno provando tutte per mettere in difficoltà chi va contro la globalizzazione del’economia, contro la TAV.

E ricordatevi che la Lega è un partito della vecchia politica camuffato di ‘nuovo’: non a caso il Ministra leghista Centinaio è venuto in Sardegna per cercare di mettervi nel sacco.

Ricordatevi che, nella vertenza sul latte di pecora, siete voi ad avere il punto di forza: perché senza il latte di pecora della Sardegna e senza il latte di pecora della Sicilia i produttori di Pecorino DOP possono cominciare a produrre, ufficialmente, con il latte di pecora estero, magari della Romania: soprattutto se anche i pastori del Lazio e della Toscana si schiereranno con voi.

Intanto vi diamo un consiglio: il vostro interlocutore non può essere né il Ministro Salvini, né il Ministro delle Politiche agricole Centinaio: il vostro interlocutore deve essere il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, magari accompagnato dal Ministro Centinaio.

E’ un errore gravissimo trattare con il Ministro Salvini – che sulla materia del latte non ha alcuna competenza – o con il solo Ministro Centinaio.

Ricordatevi che, oggi, nelle vostre mani, non c’è solo il futuro del latte di pecora, ma il futuro di tutta l’agricoltura italiana che, grazie al vostro importantissimo esempio, si va risvegliando.

Foto tratta da YouTG.net

 

 

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