Munnizza a Palermo: dopo il flop della raccolta porta a porta arrivano i Centri di raccolta

10 febbraio 2019

La raccolta differenziata dei rifiuti, a Palermo, sta dimostrando grandi limiti. L’autore di questa riflessione parla di un flop. E ci racconta, con una punta di ironia, del Comune che cambia strategia e passa dalla raccolta differenziata porta a porta ai centri di raccolta. Ma al Comune sono così sicuri che tutti i cittadini siano nelle condizioni di portare i rifiuti nei centri di raccolta?    

di Antonino Privitera

Un flop la raccolta dei rifiuti porta a porta nel centro di Palermo, in arrivo cinque aree ecologiche dove i cittadini potranno lasciare i rifiuti. Verranno installate in piazza della Pace, nel quartiere Tommaso Natale, in via Ugo La Malfa, in via degli Emiri e in via Oreto.

La raccolta differenziata dei rifiuti non funziona. E il Comune di Palermo cambia strategia: l’amministrazione apre i già citati cinque nuovi centri di raccolta comunali che serviranno circa 250 mila abitanti. Nel quartiere Brancaccio, dal 28 dicembre, è già operativo un centro raccolta rifiuti ha già offerto questo servizio a di più di 1.200 cittadini. L’assessore comunale al Patrimonio, Antonio Gentile, ha individuato le aree comunali nelle quali aprire altri cinque nuovi punti di raccolta.

Grande titolo di nell’edizione cittadina de La Repubblica che annuncia la svolta epocale del Comune che accusa il fallimento delle strategie adottate per la raccolta dei rifiuti.

Nonostante i tentativi per mascherare il fallimento dei goffi provvedimenti e gli addebiti di inciviltà sui cittadini, un po’ come avveniva una volta, è stata bandita la lieta notizia:

“SINTITI, SINTITI, SINTITI… Per volere del Re di Palermo… sua maestà Leoluca Orlando… per rendere pulita la città di Palermo e per evitare di scomodare la Santuzza… ed evitare una nuova peste… vi fa la grazia di non tenere in casa la munnizza! Con grande magnanimità, sua maestà ha pensato di rendere comoda la vostra vita… presto ci sarà dove portare la munnizza! Sua maestà ed il Gran Consiglio stanno provvedendo a sistemare nientemeno che cinque posti… in ogni posto dovete portare differenziata la munnizza di 50.000 persone!”.

Questi saranno i presupposti su cui si sono basati per dare una svolta al problema dei rifiuti che assilla la città di Palermo da anni. Sul tema della munnizza, nel capoluogo della Sicilia, si è visto di tutto. Ci sono stati momenti gravi al punto da ricordare i militari all’opera con ruspe e camion a sopperire all’Azienda Municipale Igiene Ambientale; ci sono stati anni in cui il fumo acre della discarica di Bellolampo in fiamme ammorbava la città; ci sono stati problemi con la saturazione delle vasche di raccolta e bisognava portare in altri siti la munnizza; problemi di pericolo per possibile inquinamento delle falde acquifere a causa dello sversamento di percolato.

Ci fu chi, per ottimizzare il sistema, ha organizzato viaggi di studio e aggiornamento – a spese dei cittadini palermitani che allora pagavano la TARSU – nientemeno che a Dubai!

Insomma la problematica è complessa e poiché rischiamo di non potere rimanere a contendere il gradino più alto del podio con Roma e Napoli, l’amministrazione comunale sta provando di riuscire nell’ennesimo flop.

Se il proposito verrà attuato ci toccherà “conferire” i rifiuti in uno dei cinque siti (sei con quello già esistente in viale dei Picciotti) che, secondo le stime, dovrebbero consentire di rendere efficiente il sistema di raccolta.

Certo, alcuni saranno più fortunati perché potranno recarsi in questi luoghi con il Tram, con il Passante ferroviario e, magari, quando verrà completato, con l’Anello ferroviario; chi non potrà dovrà attrezzare le auto per il trasporto promiscuo, ma attenzione a differenziare e non mischiare con rifiuti speciali…

La raccomandazione di rito resta quella: differenziare, differenziare, differenziare!

Ma in molte persone il tarlo del dubbio permane: differenziare, certo, e poi dove vanno a finire i rifiuti differenziati? In quante discariche differenziate vengono portate per il trattamento che porta al riutilizzo? o forse si ammassa tutto insieme?

Qualche mese fa il Presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, in una intervista a RAI 3 – a proposito di analoghi problemi nel territorio di Monreale – ha detto che in Sicilia non c’è alcun centro per il trattamento dei rifiuti differenziati. E allora?

A cosa servono questi pochi CCR (Centri Comunali di Raccolta)? Nell’ambito di un progetto tendente alla sensibilizzazione dei cittadini, Legambiente Sicilia ha proposto anche il progetto “Sicilia Munnizza Free” con dei Centri di Raccolta nelle piazze di alcune città. Ma è solo un progetto sperimentale fine a se stesso dove si ipotizza anche il baratto di rifiuti selezionati con buoni acquisto. Un progetto simile per incentivare il conferimento di materiali riutilizzabili o riciclabili con buoni acquisto è stato messo in cantiere anche a Cefalù, ma con risultati ancora da verificare.

Questi Centri che pubblicizza il Comune non sono né iniziative di sensibilizzazione, né un servizio completo, ma in parte, in definitiva, se l’intero sistema non funziona, tutto si concretizza in un bel affare per giustificare le spese di organizzazione e di acquisto di attrezzature!

E’ vero che ci sono leggi che obbligano gli Enti locali ad organizzare il servizio e per far ciò ci sono fondi anche per comprare attrezzature, ma questo non è un buon motivo per spendere solo perché è il ‘Carrozzone’ Regione siciliana a finanziare e poi vanificare tutto perché il ciclo non è completo.

Questi possibili sprechi, sicuramente immorali se compiuti volontariamente potrebbero configurare dei fatti da perseguire?

Le Regione siciliana, con tutti i problemi che ha per fare quadrare il Bilancio a suon di mutui, non dovrebbe essere accorta nei bluff di chi continua a mungerle le rattrappite ‘mammelle’?

ANSA, 11 ottobre 2018:

“Nello Musumeci nel corso del suo intervento a Sala d’Ercole all’Ars dove ha riferito sull’emergenza rifiuti. “Sento dire in giro: il presidente Musumeci è commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Sicilia, niente di più falso. Il presidente – ha sottolineato Musumeci – è commissario soltanto per sei interventi, tutti nella provincia di Palermo e Trapani”. E allora?

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