Formazione: la vecchia politica semina zizzania tra sportellisti e formatori: e i lavoratori ci cascano!

6 febbraio 2019

Dopo aver tolto il lavoro ai dipendenti di Formazione professionale e Sportelli multifunzionali, la vecchia e smaliziata politica siciliana sta provando a dividere i lavoratori. E ci sta riuscendo, perché alcuni lavoratori ‘abboccano’, così come ‘abboccò’ il corvo nella celebre favola di Esopo, regalando il formaggio alla volpe…  

Non c’è pace per la Formazione professionale della Sicilia. Anche perché non mancano i politici che cercano di seminare zizzania. In questo comparto, massacrato dai Governi regionali che si sono susseguiti dal 2011 ad oggi, ci sono i lavoratori dei servizi o interventi (cioè il personale che ha lavorato nella Formazione professionale propriamente detta) e i lavoratori degli ex Sportelli multifunzionali (che si occupavano delle politiche del lavoro).

Il gioco della vecchia politica siciliana, oggi, è quello mettere gli uni contro gli altri. Lo ha capito benissimo Sandro Cardinale, dirigente dell’Unione Sindacale di Base (USB) della Sicilia che, su Facebook, ricorre a un po’ di ironia e a un po’ di saggezza:

“Ogni mattina in Sicilia, come sorge il sole, uno sportellista si sveglia e sa che dovrà correre più del formatore o verrà ucciso. Ogni mattina in Sicilia, come sorge il sole, un formatore si sveglia e sa che dovrà correre più dello sportellista o morirà di fame… #laguerradeipoveri #futticumpagnu #netuneio #siemututtiamari“.

Occasione troppo ghiotta per Costantino Guzzo, dipendente dell’ex IAl Sicilia, ente formativo storico dichiarato fallito, che non si lascia sfuggire l’occasione per replicare:

“Caro Sandro, i formatori in Sicilia ogni mattina si alzano e leggono di proteste dei servizi; ogni mattina i formatori si alzano e leggono nei giornali solo del riassorbimento dei servizi; ogni mattina i formatori si alzano e la politica siciliana, compresi i sindacati (che sono stati i nostri carnefici ) parlano dei servizi. La differenza che c’è tra servizi e formatori (o per meglio dire gli interventi ) e che ogni mattina si alzano ed aspettano il tavolo romano che riguarda tutti. Per noi formatori o, per meglio dire, interventi non importa se si è degli interventi o dei sportelli: l’importante è ca turnamu tutti a travagghiari“.

Guzzo è stato uno dei protagonisti degli incontri a Roma con il Governo nazionale. E lo racconta, sempre oggi, in un comunicato:

“Quando decisi di andare a Roma per cercare una soluzione presso il Ministero del Lavoro, nella persona di Luigi Di Maio, fu soltanto perché ero deluso e amareggiato dalla politica siciliana e dai sindacati firmatari ed autonomi per come avevano distrutto il sistema della formazione professionale”

Guzzo non risparmia critiche, anche severe, ai sindacati tradizionali che, a suo dire, hanno “azzerato i diritti di tutti i lavoratori del comparto (interventi e servizi)”.

“Durante i 2 anni in cui ho svolto il ruolo di responsabile della USB del comparto Formazione – ricorda sempre Guzzo – ho espressamente chiesto in ogni tavolo di non sedermi con i dirigenti sindacali che rappresentavano le sigle sindacali che hanno distrutto i lavoratori”.

E sempre a proposito dei sindacati tradizionali aggiunge:

“Non hanno alzato un dito per cercare di svolgere il ruolo che è, o dovrebbe essere, dei sindacati: tutelare i diritti come prevede il Contratto nazionale di lavoro di questo comparto. Anzi sembrava quasi che tutelassero i diritti dei nostri datori di lavoro…”.

Guzzo parla di “omissioni” nella vicenda del Fondo di garanzia “a favore della CIGD” (Cassa integrazione ndr). E ricorda le firme apposte da certi sindacalisti “nei verbali di licenziamento dei loro stessi iscritti”.

“Oggi – aggiunge – sembra quasi che qualche sigla sindacale abbia riesumato una parte dei morti viventi e cioè i servizi (visto che degli interventi non ne parla nessuno ) chiedendo garanzie occupazionali al Ministro Luigi Di Maio solo per circa 1700 sportellisti, salendo a quanto pare sul carrozzone dei vincitori”. Il riferimento è ai lavoratori che sono riusciti ad ottenere un tavolo di confronto a Roma, proprio perché abbandonati dai sindacati tradizionali.

Una nota polemica Guzzo la riserva a Giuseppe Raimondi, “uomo di punta della UIL siciliana nel periodo in cui le tutele dei lavoratori di questo comparto sono state azzerate” e “che oggi forse si preoccupa (finalmente) del futuro dei lavoratori (malgrado parli solo dei servizi). Ha forse trovato il bivio per la via di Damasco?”.

Non siamo riusciti a trovare Giuseppe Raimondi per chiedergli una replica. Ma lo faremo non appena riusciremo a contattarlo.

Guzzo – che di solito critica la CISL – questa volta attacca anche la UIL, rea, a suo dire, di non aver applicato le leggi regionali vigenti. “Leggi che andavano applicate – conclude -. Perché, francamente, non mi risulta che ad oggi ci siano sentenze che dicano che le leggi regionali vigenti sono state abrogate”.

 

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