‘Caso’ Sea Watch: il Ministro Salvini fa politica sulla pelle di 47 migranti/ MATTINALE 265

28 gennaio 2019

Salvini usa la questione migranti – e specula su 47 esseri umani in mezzo al mare – per perseguire i suoi obiettivi politici. Proviamo a descrivere quali sono. E perché insiste sulla linea della “fermezza”. Perché la speculazione sull’assistenza ai migranti ha finito con il creare le condizioni per l’attuale speculazione del ‘capo’ della Lega. Ah, dimenticavamo: tutti – noi compresi – parlano di lui. Vi pare poco?  

Cominciamo con una premessa: ammesso e non concesso – come dice il Ministro degli Interni Matteo Salvini – che la nave Sea Watch batta bandiera non riconosciuta; ammesso e non concesso che si tratti, come lui stesso dice, di “immigrazione clandestina”, ebbene, già solo questi due motivi non dovrebbero spingere lo stesso Ministro a far attraccare la nave per fare chiarezza?

Ma Salvini, in questa storia, tutto persegue, tranne che la chiarezza. Anzi, più la situazione resta confusa, più lui ci sguazza.

L’obiettivo che il ‘capo’ dei leghisti persegue con la gestione della nave Sea Watch è politico. E non è nemmeno difficile da capire. Per la precisione, gli obiettivi politici di Salvini sono almeno tre. Proviamo a descriverli.

Primo obiettivo. Sa che in Italia una parte dei cittadini vive gli immigrati con un senso di fastidio, se non come un problema. E, istintivamente, asseconda questi sentimenti. Difficile dire quale sia la percentuale degli italiani fautori di un secco ‘stop’ agli immigrati. Ma ci sono e Salvini li asseconda.

Secondo obiettivo. Il ‘capo’ dei leghisti, in vista delle elezioni europee di maggio, non vuole alleati. Così crea una ‘turilla’ su ogni nave di migranti che si avventura nel Mediterraneo. La sua durezza e l’insistenza nella linea della fermezza punta a ‘schiacciare’ tutte le altre forze politiche su una posizione opposta alla sua.

L’operazione gli è riuscita, perché, agli occhi degli italiani, sta dimostrando che PD e Forza Italia sono sulle stesse posizioni. L’ex Ministra forzista Stefania Prestigiacomo che si mette alla guida di un gommone per recarsi sulla nave in compagnia di esponenti del PD, di Forza Italia, di ‘Più Europa’ e via continuando con le sigle suona, per il Ministro leghista, come una vittoria.

L’equazione politica di Salvini è semplice e di facile percezione e si sintetizza nella seguente formula:

“Io difendo gli italiani, ‘quelli’ – cioè chi non la pensa come lui – difendono chi sta invadendo l’Italia”.

Poco importa, a Salvini, se questa sia la realtà: a lui interessa la ‘percezione’ di tale realtà. Il ‘capo’ dei leghisti deve dimostrare – soprattutto all’elettorato di centrodestra e, in generale, moderato – che Berlusconi, il PD e quel poco di magmatica sinistra che sta alla sinistra del PD perseguono la stessa linea politica che è opposta alla sua: e, piaccia o no, ci sta riuscendo.

Chi ha capito il gioco sono i grillini: e qui arriviamo al terzo obiettivo politico di Salvini. In queste ore il ‘capo’ dei leghisti spera che il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, si lasci andare con una dichiarazione di difesa dei 47 migranti. A questo punto la ‘vittoria’ politica di Salvini sarebbe su tutta la linea: avrebbe dimostrato che la Lega è l’unica forza politica che difende i “confini” dell’Italia dalla “immigrazione clandestina” e “difende” gli italiani dalla cosiddetta “invasione” dei migranti. 

Inutile che ripetiamo cose che sappiamo: che non c’è alcuna “invasione” dei migranti, perché questo conta poco. Ciò che conta, per Salvini – lo ribadiamo – è la ‘percezione’ che tanti italiani hanno dei migranti. Semmai, oggi, sarebbe interessante capire da cosa nasce questa ‘percezione’. E come mai, pur avendo la stragrande maggioranza di giornali e tv contro, Salvini prosegua su tale linea politica.

Se oggi molti italiani ‘percepiscono’ gli immigrati come un problema non è perché sono diventati improvvisamente razzisti. Il senso di fastidio di oggi, che si è trasformato in indifferenza e fastidio, è il frutto della combinazione di alcuni elementi.

Il primo elemento è la povertà. Piaccia o no, l’Unione europea dell’euro ha impoverito l’Italia e, in particolare, il ceto medio. Così oggi l’Italia è divisa in due: quelli che hanno un lavoro e una pensione e quelli che non hanno un lavoro e che – con molta probabilità – non avranno nemmeno una pensione.

A difendere gli interessi dei primi sono i partiti della vecchia politica e i sindacati tradizionali, ovvero CGIL, CISL e UIL che, non a caso, tra gli iscritti, contano soprattutto pensionati, non certo i disoccupati (e sempre meno lavoratori).

In mezzo al guado si trovano gli imprenditori e i liberi professionisti. Istintivamente sarebbero portati a stare con i partiti politici tradizionali. Poi, però, riflettendo, si ricordano che il Fisco italiano è uno dei più invadenti del mondo. E che il 60% e forse più di quello che riescono a guadagnare,con estrema fatica lo devono consegnare allo Stato…

Così oscillano un po’ di qua e un po’ di là. Anche perché sono già stati presi per i fondelli prima da Berlusconi e dalle sue “due aliquote” rimaste un miraggio e poi da Renzi, che è riuscito solo a dare un po’ di soldi alle imprese del Nord togliendo fondi al Sud.

Ma, a parte le imprese, il vero problema è la povertà dilagante. Così chi è povero o impoverito oggi vede i migranti come possibili ‘avversari’. Fenomeno, questo, molto diffuso nel Sud.

In tanti, oggi, si chiedono come mai la Lega di Salvini fa proseliti nel Mezzogiorno e perché tanti consiglieri comunali di Comuni del Sud eletti in altre formazioni politiche passano, armi e bagagli, con i leghisti.

La possibile spiegazione sta anche in questo considerare i migranti ‘avversari’ da parte dei ceti poveri o a rischio povertà.

Anche in questo caso l’equazione – più sociale che politica – è semplice: i migranti arrivano e tolgono a noi quel poco che abbiamo; l’unico che non li vuole è Salvini e noi gli diamo il voto…

A dare forza a questa bella ‘frittata’ sociale hanno pensato coloro i quali, nel passato Governo nazionale, hanno speculato sull’assistenza ai migranti. Quando l’Italia spende – solo per l’assistenza normale – 5 miliardi all’anno di fondi nazionali (i costi della sanità sono a parte e non sono facilmente quantificabili:a parte il Comune di Milano che è riuscito a quantificarli e a farseli rimborsare, COME POTETE LEGGERE QUI) e tutti gli italiani ormai sanno che, su 35 euro al giorno per ogni migrante e, di questi 35 euro, solo 2 euro al giorno finiscono nelle tasche di un migrante, ebbene, non ci vuole molto a capire che c’è stata e c’è ancora una grande speculazione.

Non stiamo dicendo nulla di nuovo, se è vero che il ‘caso’ dell’inchiesta su Mafia Capitale ha dimostrato questo ed altro. Se uno dei protagonisti di questa consorteria affermava che con la gestione dei migranti si facevano più soldi che non la droga cosa c’è da aggiungere?

Gli italiani – contrariamente a quanto pensavano gli esponenti di una certa parte politica – non sono stupidi. Hanno capito e, il 4 marzo dello scorso anno, anche per questo motivo, hanno votato come hanno votato.

Salvini pensa che il filone sia quello giusto. 47 persone in mare, per lui, “valgono bene una messa”.

Anche la richiesta della magistratura al Senato di procedere contro di lui è un rischio. E non è vero che non la teme. I grillini hanno detto che voteranno a favore dell’autorizzazione a procedere. Ci potrebbe essere un processo. E magari una condanna. Cosa, questa, che porterebbe ulteriori consensi alla Lega.

I suoi conti elettorali sono giusti? Questo lo vedremo a maggio.

Intanto rimane il cinismo di Salvini e della sua Lega. Qui al Sud, paradossalmente, l’unica speranza per vedere tramontare la Lega è la rivendicazione della ‘Autonomia’ di Lombardia e Veneto. Quando i meridionali che oggi vanno dietro alla Lega si accorgeranno che queste due Regioni del Nord (e forse anche qualche altra Regione come Piemonte e Liguria e, magari, pure l’Emilia Romagna) toglieranno al Sud i soldi per le scuole e la sanità, ebbene, si dovrebbero finalmente svegliare.

Ma per ora Salvini parla di migranti…

Ah, dimenticavamo: da quattro cinque giorni tutti – compresi noi che lo stiamo facendo di malavoglia – parlano di Salvini. Lo stesso reddito di cittadinanza è passato in secondo piano.

Foto tratta da tpi.it 

 

 

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