La ‘ricetta’ per l’aeroporto di Comiso? Non è quella di Nello Musumeci e Vito Riggio

18 gennaio 2019

In questo articolo Alfio Di Costa, ingegnere, protagonista di ‘Insieme si può’, torna sulla questione dei piccoli aeroporti siciliani. Dopo l’intervento sull’aeroporto di Trapani-Birgi (che trovate allegato), affronta il tema del futuro del’aeroporto di Comiso. E racconta che… 

di Alfio Di Costa

Amiche ed amici, continuando nel nostro gesto d’Amore verso la nostra Sicilia e sperando di stimolare il dibattito e dare qualche suggerimento a qualche politico illuminato continuo il discorso sul Turismo affrontando il tema dell’Aeroporto di Comiso.

Questo articolo come il precedente sull’aeroporto di Trapani (CHE POTETE LEGGERE QUI) tende a dimostrarvi che in Sicilia gli aeroporti sono tutti inadatti ad affrontare le sfide del Terzo millennio ma che, a parere dello scrivente, non si possono affidare gli aeroporti “cosiddetti minori”- Comiso, Trapani-Birgi, Pantelleria e Lampedusa – a chi gestisce gli aeroporti “cosiddetti maggiori”, cioè Catania e Palermo.

Fra non molto andrò nell’Area Aretusea a parlare di uno dei miei temi preferiti : “Le Infrastrutture ed il Turismo, un binomio imprescindibile per lo sviluppo della Sicilia” e spero di contribuire al successivo dibattito in un Territorio splendido sotto tutti i profili e Patrimonio Mondiale dell’Umanità con la vicina Area Ragusana.

Credo che se vogliamo seriamente affrontare il tema del turismo che, a mio avviso, rappresenta il presente ed il futuro immediato, non possiamo non parlare delle infrastrutture e fra queste, per prima cosa dobbiamo intercettare la domanda di Turismo e portare i turisti in Sicilia con gli aeroporti.

Il Turismo è la soluzione per rilanciare l’economia della nostra meravigliosa terra di Sicilia e per rilanciare l’occupazione. Ricordo a me stesso che il rilancio della Sicilia non si fa per legge o per decreto e che l’economia non riparte da sola senza i giusti investimenti. Credo che solo una azione concertata con la buona politica può ottenere il giusto successo.

Dobbiamo cominciare a fare “sistema”. Non è possibile pensare ad un buon sistema turistico se utilizziamo un metro di riferimento non consono ai tempi moderni.

Questo articolo è dedicato all’aeroporto “Pio La Torre” di Comiso, ex aeroporto Gen. Vincenzo Magliocco e spero di dimostrarvi perché, secondo me, è fondamentale potenziarlo e non chiuderlo o collegarlo all’aeroporto “Fontanarossa ” di Catania.

Se ripercorriamo un po’ di Storia possiamo sicuramente dire che, nel territorio di Ragusa, l’aeroporto forse c’è sempre stato e per essere brevi diremo che già dal 1937 vi era l’aeroporto di Comiso intitolato al Gen. Magliocco e che fu utilizzato dalla Regia Aeronautica allo scoppio della seconda guerra mondiale. Lo stesso aeroporto continuò ad essere utilizzato dall’aeronautica Militare nel dopoguerra fino al 1973; mentre ai fini civili fu poco utilizzato dal 1965 al 1972.

L’aeroporto di Comiso fu designato dal Governo Spadolini nel 1981 come base militare della NATO con forti investimenti, anche perché vi furono ubicati missili da crociera ed anche testate nucleari americane.

Con la firma del trattato sulla limitazione degli armamenti nucleari tra Reagan e Gorbaciov del 1987 inizia dismissione missilistica che si completa nel 1991.

Io stesso che vi scrivo, nel 1994, da Consigliere d’Amministrazione del Parco Scientifico e Tecnologico di Sicilia proposi un utilizzo dell’aeroporto come centro di rimessaggio del Mediterraneo ed utilizzo dell’aeroporto ai fini civili e commerciali.

Bisogna aspettare gli anni 2000 per ipotizzare un nuovo aeroporto che viene finanziato con un investimento di circa 50 milioni nel 2002 con l’affidamento dei lavori nel 2004 ed il loro completamento nel 2007 con un primo volo di carattere istituzionale.

Bisogna attendere il 2013 per la valutazione finale dell’Enac ed il 30 maggio dello stesso anno per l’apertura ufficiale al traffico aereo che nei primi sei mesi di vita, con gli accordi in itinere, vedono un traffico di circa 60 mila viaggiatori.

Nel 2014 l’aeroporto di Comiso conobbe il suo vero incremento arrivando a circa 330 mila passeggeri fino a toccare il suo massimo nel 2016 con circa 460 mila viaggiatori che scendono leggermente nel 2017 e nel 2018.

Io credo che l’aeroporto di Comiso sia fondamentale per il nostro sistema aeroportuale Siciliano e deve ripartire con un nuovo slancio. Penso sia necessario potenziare sia il traffico civile nazionale che il traffico internazionale, oltre al traffico merci molto importante in una delle zone più ricche della Sicilia. La sua posizione geografica è eccellente sotto tutti i profili.

La Provincia di Ragusa ed il suo aeroporto hanno una posizione invidiabile con condizioni meteorologiche miti tutto l’anno che la rendono molto appetibile sia per il traffico Europeo che per il traffico del Nord Africa.

Se vogliamo rilanciare il turismo, che è la nostra naturale vocazione, non possiamo penalizzare nessun aeroporto, figuriamoci Comiso! Come da me sostenuto dovremmo potenziarli tutti. Il turismo è il nostro presente e dovrà essere il nostro futuro e potrebbe dare lavoro a così tanta gente che io nemmeno oso dire il numero.

Basti pensare che il nostro Paese, l’Italia, possiede ben oltre il 70 % del patrimonio di beni artistico/culturale mondiale, e di questo oltre il 30% è localizzato in Sicilia.

Io credo che l’aeroporto di Comiso dovrebbe essere potenziato e puntare ad avere nel 2020 un traffico di almeno 1 milione di passeggeri, stima attendibile con qualche miglioramento per poi pensare a crescere ancora di più.

Dobbiamo osare e volare alto se vogliamo una Sicilia moderna. Pertanto ritengo sbagliate le attuali prese di posizione del Presidente della Regione Siciliana On. Nello Musumeci e del Presidente dell’ENAC Prof. Vito Riggio. Il Presidente Musumeci vorrebbe, a quanto ho sentito dire, creare due strutture di gestione, una per la Sicilia Orientale e l’altra per Sicilia Occidentale.

Ribadisco che questa soluzione, a mio parere, non va nell’interesse dello sviluppo del Turismo in quanto con l’attuale sistema di gestione gli aeroporti più grandi di Catania e Palermo si troverebbero a gestire e finanziare i più piccoli di Comiso, Trapani-Birgi, Pantelleria e Lampedusa e non credo che questo porterebbe al risultato da me pensato di un vero potenziamento.

Io credo che bisognerebbe pensare ad una gestione più coraggiosa. Gli aeroporti in Sicilia dovrebbero avere un solo soggetto di gestione. Questa società dovrebbe essere il fulcro dello sviluppo turistico dell’Isola per la captazione dei flussi internazionali.

Bisogna avere un sistema unico che rappresenti la Sicilia nel mondo delle fiere in modo da abbattere i costi dei singoli operatori turistici. Oggi i voli da e per la Sicilia sono troppo costosi, sia per i Siciliani che per i Turisti Italiani ed Internazionali.

L’ufficio Unico da me proposto avrebbe il dovere di fare sistema: che vuol dire avere un ufficio regionale che si occupi di programmare gli itinerari più accattivanti da proporre agli ospiti differenziando le proposte e contrattando con le Compagnie aeree il costo delle tratte.

Credo che tutti Noi abbiamo sperimentato quanto costa un volo nei periodi di alta stagione, Natale, Pasqua e periodo estivo. Tutti sappiamo che costa molto meno un Milano-New York che un Milano- Catania o Milano-Palermo. Credo che ciò sia inaccettabile.

Certo, dovremmo parlare delle Società di gestione degli aeroporti, ma momentaneamente non entrerò nel merito delle lotte per la gestione degli aeroporti, che considero un vero cancro ed uno dei limiti per lo sviluppo degli stessi, in quanto penso ad un gestore unico con una Società unica.

Ho già ribadito che dovremmo smetterla con i cosiddetti “posti di sotto-Governo” dove si deve collocare l’ex Onorevole di turno o il fedelissimo portaborse del politico al Governo. Io credo che la gestione dovrebbe essere affidata a manager qualificati con obbligo di risultati, pena il licenziamento e azione di responsabilità.

Sono fermamente convinto che bisognerebbe limitare la possibilità di nomina in più C.d.A. ed un massimo di due mandati.

La Sicilia deve diventare una Regione normale, ma c’è bisogno di tanto lavoro e c’è bisogno di avere coraggio. Noi non abbiamo il coraggio dei nostri nonni e dei nostri genitori, ma dovremmo iniziare a provarci se vogliamo lasciare ai nostri figli una Sicilia migliore di quella che c’è stata consegnata.

Io sono innamorato della nostra Regione siciliana e auspico, non c’è un articolo ove non proponga, un cambiamento culturale che trovo indispensabile se vogliamo riportare la nostra Isola al posto che merita in Italia ed in Europa.

In Sicilia siamo milioni di persone che non intendiamo piangerci addosso e che non pretendiamo privilegi: vorremmo solo avere gli stessi servizi e le stesse infrastrutture di qualsiasi altro cittadino Italiano.

Siamo milioni di Siciliani che vorremmo continuare a vivere nella nostra regione e non vorremmo mai vedere i nostri figli costretti ad emigrare.

A me come ad altri milioni di Siciliani ci piacerebbe competere con gli stessi mezzi dei Cittadini del Nord Italia. Sono sicuro che sapremmo affrontare le sfide di un mondo globalizzato.

Foto tratta da ragusanews.com

 

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