Lo sapevate che in Sicilia esiste l’assessorato alla Non-Formazione professionale?/ MATTINALE 250

12 gennaio 2019

Anche negli uffici della Regione siciliana va in scena il dilemma: “Essere o non essere?”. Succede dalle parti del dipartimento alla Formazione professionale siciliana dove realtà e finzione si confrontano ogni giorno. E dove a rendere ancora più ‘entusiasmante’ la vita sono arrivati un assessore di scuola ‘gesuitica’ e un dirigente generale ‘marziano’…  

Qualche settimana fa gli inquirenti hanno ‘sgamato’ un gruppo di dipendenti dell’assessorato regionale alla Salute-Sanità che, durante l’orario di lavoro, si rendevano “uccel di bosco”: sulla carta risultavano presenti negli uffici, con i cartellini a posto, ma nei fatti erano altrove. Biasimo generale: ah, che vergogna, invece di lavorare chissà dov’erano e bla bla bla. Tutto giusto, per carità. Ma ci siamo mai chiesti a cosa servono certi uffici pubblici? Per esempio: a cosa serve il dipartimento regionale della Formazione professionale? Che cosa fanno, di produttivo, l’assessore regionale alla Formazione professionale e il dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale?

I dipendenti che lavorano lì non hanno responsabilità: lì vengono messi e lì debbono stare. Ma l’assessore e il dirigente generale della Non-Formazione professionale qualche domanda, al limite anche filosofica, se la sono posta?

Di fatto, l’ultimo atto che ha prodotto corsi di Formazione professionale è l’Avviso 20 del 2011 pubblicato nel 2012. Dopo di che, a parte qualche corso relativo all’OIF (l’Obbligo formativo per i minori che abbandonano la scuola dell’obbligo, corsi che gli uffici della Regione sono obbligati a bandire), di Formazione professionale, in Sicilia, se n’è vista poca: anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, non se n’è vista proprio!

Di fatto – perché questi sono i fatti – dal novembre del 2012 al novembre del 2017, in pratica negli anni del ‘mitico’ Governo regionale della ‘Rivoluzione’ di Rosario Crocetta, la Formazione professionale è scomparsa. Ci sono stati, è vero, alcuni bandi che non hanno prodotto alcunché, poi il vuoto-niente.

Uno, in particolare, ha occupato per intere settimane pagine di giornali cartacei e on line: l’Avviso 8 maturato nell’autunno dell’anno crocettiano 2016, quando sulla plancia di comando dell’assessorato alla Formazione professionale della Regione siciliana c’era Bruno Marziano, PD. Quando è stato pubblicato questo bando noi abbiamo commentato amaramente il finale con anticipo:

“E’ inutile che i lavoratori di questo settore si facciano illusioni: con l’Avviso 8 è in corso un gioco delle parti governato da Roma. L’assessore Marziano e i burocrati del dipartimento regionale della Formazione sono solo pedine. Non è da escludere che, alla fine di questa sceneggiata – dopo una pioggia di ricorsi sparsi tra TAR Sicilia e magistratura ordinaria – tutti i 136 milioni del 2016 finiscano a Roma. Che tra qualche anno – come ha fatto con i fondi PAC – li dirotterà o alle imprese (nella stragrande maggioranza del Centro Nord Italia), o in altri settori dello Stato” (QUI PER ESTESO IL NOSTRO PROFETICO ARTICOLO DEL 2016).

Tutto è andato come previsto. L’Avviso 8 è stato sommerso da una pioggia di ricorsi. Ogni tanto spunta la notizia che la magistratura amministrativa, su quel particolare punto, ha dato ragione alla Regione che deve solo aggiornare la graduatoria, inserendo questo o quell’ente, o questa o quella società, dopodiché…

Dopodiché arriva un altro pronunciamento della magistratura amministrativa – ed è anche logico, vista la pioggia di ricorsi – dove si dice che bisogna aggiornare di qua, aggiustare di là, correggere questo, cambiare quest’altro, dopodiché…

Dopodiché l’annacamento continua come la filastrocca “C’era una volta un re, seduto sul sofà, che disse alla sua serva: raccontami una favola. La serva cominciò: c’era una volta un re, seduto sul sofà, che disse alla sua serva…”.

Ci saranno ancora i 136 milioni di euro di fondi europei destinati alla Formazione professionale siciliana? Insomma, ‘i picciuli ci sunnu o a Roma s’i futtueru per dirottarli nel Centro Nord Italia? Potrebbe essere una bella domanda da porre al Ministro del Lavoro e vice premier, Luigi Di Maio, che tra pochi giorni incontrerà a Roma – così almeno si spera – una delegazione di lavoratori della Formazione professionale siciliana licenziati.

Intanto dopo i cinque anni ‘sabbatici’ della Formazione professionale siciliana targata Governo Crocetta PD è arrivato il nuovo Governo regionale di Nello Musumeci. Personaggio assai ieratico, in campagna elettorale l’attuale presidente della Regione si era impegnato – intervista a Live Sicilia – a costituire un’Agenzia regionale per la Formazione.

Ma, si sa, nella vecchia politica siciliana – e Musumeci è un esponente della vecchia politica siciliana di scuola catanese – le promesse non sono debiti da pagare: e infatti Musumeci si è guardato bene dal costituire l’Agenzia della Formazione professionale: un conto è promettere, un conto è mantenere: insomma un politico catanese di quelli giusti…

All’assessorato alla Formazione è arrivato il professore Roberto Lagalla, che invece è di scuola ‘gesuitica’: pensare una cosa, dirne un’altra e farne un’altra ancora, dando alle balle una dignità quasi religiosa, con atmosfere da Santa Messa cantata….

Sua l’invenzione del Bando a Catalogo, presentato come la ‘Pietra filosofale’ della Formazione professionale: un’altra ‘rivoluzione’ come quelle che abbiamo già visto…

Dall’assessore Lagalla, nei giorni scorsi, abbiamo appreso del ‘miracolo’: e non c’è da stupirsi, visto che siamo nel campo dei gesuiti di Palermo, che con i ‘miracoli’ hanno grande dimestichezza: lo stupore, insomma, sarebbe quanto meno pleonastico.

Qual è il ‘miracolo’ annunciato dal nostro Robertone il ‘gesuita’? Ma sì, la spesa di tutti i fondi europei per la Formazione professionale! Ma se dal 2014 – anno in cui è partita (sulla carta) la Programmazione dei fondi europei destinati alla Sicilia 2014-2020 – a parte qualche ‘ammennicolo’ di OIF e una decina di bandi farlocchi, Formazione professionale non ce n’è stata, come hanno fatto a rendicontare queste somme?

Questa è un a domanda ‘stupida’: ma come, gli uffici della Programmazione regionale hanno rendicontato quasi 700 milioni di euro di ‘infrastrutture immaginifiche’ e si dovevano confondere per quattro corsi di formazione targati Fondo Sociale Europeo? Certe volte siamo veramente privi di fantasia (ci manca, purtroppo, la scuola dei gesuiti…).

Intanto, dalle parti dell’assessore Lagalla – con riferimento all’assessorato alla Formazione – è andato via il dirigente generale Gianni Silvia, che era un filosofo di formazione ‘presocratica’, ed è arrivato Salvo Taormina, detto il ‘marziano’, perché è uno dei pochissimi dirigenti regionali che ha vinto il concorso: cosa ormai rarissima negli uffici della Regione siciliana.

Chissà se Taormina, tutt’altro che distratto, sa che ci sono dipendenti della Formazione che vengono chiamati lì per fare quattro ore, poi a 100 km di distanza per fare altre sei ore e poi ancora a 250 Km di distanza per completare le ore… Della serie: ancora mancu t’inni vai che noi ci dobbiamo fare le nostre belle e nuove assunzioni che a maggio si vota per le elezioni europee?

Intanto – oltre ai ricorsi amministrativi – ci sono lavoratori che sono stati licenziati e derubati: non gli hanno riconosciuto a chi dieci e chi venti mensilità; e gli hanno anche fregato il Tfr: licenziati e gabbati!

Però è la politica: sono soldi fregati per fare politica: e se tu che hai fregato i lavoratori e, magari, sei ‘di sinistra’, beh, meriti il perdono…

Ci sono anche – nella vecchia Formazione professionale – quella ultima, di cinque anni fa, ma anche la precedente – centinaia e centinaia di discenti, forse migliaia che non hanno mai preso i soldi. Perché i ragazzi che frequentavano i corsi avevano diritto a un gettone giornaliero. Spariti anche questi soldi. “Prescritti”…

 

 

 

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