A Napoli c’è lo ‘Scorz’, rifugio temporaneo di cartone per i clochard. Perché non utilizzarlo anche a Palermo?

11 gennaio 2019

La storia di questa invenzione nel nome della solidarietà umana – che ricorda un po’ ‘L’oro di Napoli’ di Giuseppe Mrotta – la racconta la giornalista Mariella Romano. Lo ‘Scorz’ – questo il nome del rifugio temporaneo di cartone – lo si deve all’inventiva di alcuni ragazzi napoletani che hanno messo la loro creazione a disposizione dei senza tetto della città che vivono per le strade. Un’idea per Palermo? Perché no!  

Ne L’oro di Napoli – trentasei racconti di vita napoletana – Giuseppe Marotta racconta la i misteri di una città, visitata nei suoi quartieri più poveri. E forse, chissà, è proprio a questo grande libro, ormai un classico della letteratura meridionale, che si sono ispirati gli inventori dello ‘Scorz’, un rifugio temporaneo di cartone per cambiare la notte dei clochard.

Lo raccolta la giornalista Mariella Romano:

“Giuseppe D’Alessandro, 30 anni, designer di professione, è colui che ha messo in piedi la macchina della solidarietà che il giorno dell’Epifania ha portato un po’ di sollievo ai senza fissa dimora di via Marina e della Galleria Umberto di Napoli. Insieme con gli amici, Antonio Altieri, Igor Di Mauro, Monica Minelli, Michela Sarnataro e Ilaria Feola di Somma Vesuviana, ha distribuito le casette di cartone che un altro amico, Nicola Savarese ha fatto realizzare dalla sua ditta, la ‘Formaperta’ di Nocera Superiore. Una collaborazione che si è avvalsa della preziosa esperienza del disegnatore berlinese Jasper Precht.

“L’idea di costruire rifugi temporanei – spiega Giuseppe D’Alessandro – mi è venuta nella metropolitana di Parigi. Ma il primo prototipo della Scorz l’ho realizzato in Germania dove sono stato sei mesi per la ricerca di tesi. In quel periodo ho conosciuto Jasper Precht e ho iniziato a fare volontariato per i senza fissa dimora di Berlino. Ho cucinato, ho distribuito cibo e iniziato ad avere un primo contatto con una situazione ben più grave di quella che abbiamo a Napoli. Tornato in Italia, mi sono laureato discutendo la tesi con il professore Alfonso Morone e ho iniziato a lavorare nell’azienda di Nicola Savarese che produce manufatti di comunicazione con cartone ondulato di alta qualità. Un materiale che si utilizza per costruire i mobili, dotato di doppio strato di pellicola impermeabile esterna che rende il rifugio anti-vento, anti-pioggia e difficilmente infiammabile”.

“Abbiamo creato la ‘Scorz’ – aggiunge Giuseppe D’Alessandro, “confrontandoci con i senza fissa dimora ai quali abbiamo chiesto, per una forma di rispetto, se avessero piacere ad andarci a dormire di notte. Ci hanno risposto positivamente e noi l’abbiamo realizzata, stampando però sul cartone il numero di emergenza sociale di Napoli al quale possono decidere di rivolgersi se hanno bisogno di aiuto. Il rifugio protegge il clochard dalla pioggia, dal freddo e dal gelo della notte e regala un momento di intimità alla persona che lo usa, allontanandolo dagli sguardi indiscreti. Dunque, la ‘Scorz’ è davvero il nostro messaggio di solidarietà”.

Per la cronaca, nell’articolo si spiega che lo ‘Scorz’ può durare un intero inverno, ma è pur sempre un rifugio temporaneo. Un messaggio alle pubbliche amministrazioni, insomma, affinché non si abituino e… si dimentichino dei senza tetto.

E se ‘Scorz’ venisse portato anche a Palermo? Considerato che negli ultimi anni il numero dei senza tetto che dorme per strada è aumentato (in città si contano circa 250 persone che vivono per strada, COME POTETE LEGGERE QUI) e preso atto che la pubblica amministrazione non sembra molto interessata alla sorte di chi dorme all’aperto, beh, potrebbe anche essere una soluzione. Naturalmente temporanea: sempre meglio delle coperte distribuite in frett’e furia quando arriva il freddo!

QUI L’ARTICOLO DI MARIELLA ROMANO

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