Auguri di buon 2019 a tutti i lettori de I Nuovi Vespri/ MATTINALE 239

1 gennaio 2019

Un mondo di auguri a tutti i nostri lettori. Forse non sbagliamo se scriviamo che tutti abbiamo bisogno di auguri. Questo è il momento giusto per lasciarci alle spalle le delusioni del passato. E per aprire – noi e voi – una nuova pagina, per misurarci con nuove sfide. Noi saremo con voi. E voi provate a riservare a noi un po’ della vostra attenzione. Ancora auguri!

Ok, l’anno vecchio è passato. Restano i ricordi. Ma quella che non deve mai mancare è la voglia di guardare avanti.

I Nuovi Vespri si occupano, per lo più, di politica e di economia. Che cosa ci dobbiamo augurare e che cosa dobbiamo augurare al mondo che seguiamo ogni giorno?

In primo luogo, un augurio speciale va agli amici di Catania e dintorni che, negli ultimi giorni del 2018, hanno vissuto momenti di paura a causa del terremoto. A loro – soprattutto a chi, in questo momento, è stato costretto a lasciare la casa dove viveva, vanno i nostri auguri e la nostra solidarietà.

E poiché, come già ricordato, ci occupiamo di politica, ci auguriamo che la politica, a prescindere dal colore – la politica nazionale, la politica regionale e la politica comunale – faccia il possibile, e l’impossibile, per ridare serenità alle persone colpite un un evento così tragico.

La politica migliorerà? Noi ce lo auguriamo.

Occuparsi di politica significa anche occuparsi di economia. E, per quello che ci riguarda, soprattutto di economia siciliana. Noi seguiamo con particolare attenzione l’agricoltura. In un mondo con un’economia sempre più ‘finanziarizzata’, i valori forti, i valori veri sono rappresentati dalla nostra agricoltura.

Difendere la nostra agricoltura, l’agricoltura siciliana, non significa soltanto difendere le nostre tradizioni (cosa, questa, che è di per sé già molto importante): significa anche difendere noi stessi, la nostra vita, i nostri affetti e il nostro futuro.

La follia del liberismo economico che ha travolto anche l’Unione Europa trascinando nel baratro forze politiche che, nel passato, hanno svolto un ruolo importante – ci riferiamo ai Popolari e ai Socialisti europei, ormai in crisi irreversibile – sta distruggendo anche il mondo agricolo.

L’Europa è letteralmente invasa da produzioni agricole che, in buona parte, sono di pessima qualità: prodotti agricoli coltivati chissà dove e chissà come. Di alcuni ne conosciamo l’origine, come il grano duro e il grano tenero piedi di glifosato e, in parte, anche di micotossine.

Per questo è importate portare sulle nostre tavole derivati del grano – pasta, pane, dolci e via continuando – prodotti con il nostro grano. E siccome noi siamo del Sud Italia, prodotti con il grano del Sud Italia, che è uno dei migliori del mondo.

Ci riferiamo al grano duro, ma anche al grano tenero. Perché se il grano duro è alla base di pasta e pane, dobbiamo cominciare a considerare anche il grano tenero: il nostro grano tenero: il grano tenero italiano. Perché, oggi, mezzo mondo è invaso dal grano tenero Manitoba del Canada: e questo non va bene.

Dobbiamo cominciare a valorizzare il nostro grano, duro e tenero, cominciando ad opporci, ‘dal basso’, alla globalizzazione dell’economia che sta producendo danni enormi in tutto il Pianeta Terra.

Questo, per ciò che riguarda la Sicilia, non vale solo per il grano, ma per tanti altri prodotti agricoli. Ieri sera, a chiusura 2018, ci siamo occupati di agrumi. E ci siamo interrogati su una contraddizione di questi giorni: il Ministero delle Politiche agricole che promuove le arance (anche se non abbiamo capito quali arance: quelle italiane o quelle che arrivano in Italia dall’estero?) e i prezzi delle stesse arance praticati dalla Grande distribuzione organizzata che aumentano: cosa, questa, che scoraggia l’acquisto di arance da parte dei consumatori (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Come questo blog scrive spesso, in Sicilia, ogni anno, i siciliani spendono circa 12-13 miliardi di euro per acquistare i cibi che portano sulle proprie tavole.

Ebbene, di questi 12-13 miliardi di euro, solo 2-3 miliardi di euro vengono utilizzati per l’acquisto di prodotti agricoli siciliani.

Dobbiamo lavorare per cambiare questi ‘numeri’. Per fare in modo che i siciliani acquistino più prodotti agricoli siciliani. Dobbiamo fare in modo che l’offerta di prodotti agricoli siciliani incontro la domanda degli stessi siciliani.

Questo obiettivo si può raggiungere, almeno in parte, con i prodotti freschi. Un po’ più difficile con i prodotti agricoli trasformati, dal momento che, nel corso degli anni, molte delle aziende agro-alimentari siciliane hanno chiuso i battenti.

Non tutte, però. Ciò significa che, quando ci rechiamo a fare la spesa, anche nei prodotti agricoli trasformati – i formaggi, i salumi, la salsa di pomodoro e, in generale, i prodotti agricoli o del mare lavorati e conservati, proviamo a privilegiare i prodotti siciliani.

Così facendo – provando ad acquistare prodotti agricoli freschi e trasformati siciliani – daremo una mano ai nostri agricoltori, alle nostre industrie di trasformazione e alla nostra salute, perché i prodotti agricoli siciliani sono di gran lunga migliori di quelli che arrivano da chissà dove.

Ovviamente, il discorso – il nostro discorso – non si ferma all’agricoltura, ma investe anche altri settori dell’economia siciliana.

In una parola, nel 2019 dobbiamo provare a far crescere tutta l’economia siciliana.

Ancora buon anno a tutti.

 

 

 

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