Qualcuno dovrebbe spiegare agli ex ‘sportellisti’ che a prenderli in giro è il Governo regionale

22 dicembre 2018

Invece di blaterare a vanvera contro il vice premier Luigi Di Maio, certi lavoratori disoccupati di Formazione ed ex Sportelli multifunzionali dovrebbero riflettere su chi, fino ad oggi, pur avendo possibilità e mezzi finanziari, non ha fatto nulla. Quando ci si intesta una vertenza non bisogna tirare la volata a una parte politica, perché si danneggiano solo i lavoratori. Perché Costantino Guzzo ha ragione da vendere

Da un paio di settimane leggiamo sulla rete interventi di ex sportellisti (leggere ex dipendenti degli Sportelli multifunzionali) che se la prendono con il Governo nazionale – e in particolare con il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio – ‘reo’ di non avere rispettato gli impegni assunti con tutti i dipendenti della Formazione professionale siciliana (circa 8 mila persona tra Formazione propriamente detta e politiche del lavoro-Sportelli multifunzionali). Ma come stanno, in realtà, le cose?

La verità è che è l’attuale Governo regionale di centrodestra che, fino ad oggi, ha preso per i fondelli tutti gli 8 mila dipendenti del settore: ex dipendenti della Formazione propriamente detta ed ex sportellisti.

In questa storia – che è tutta siciliana (perché ci sono i fondi sia per far tornare al lavoro i dipendenti della Formazione, sia gli ex sportellisti: lo Stato, semmai, dovrebbe aggiungere altri fondi) – hanno tirato in ballo il Governo nazionale.

Noi non siamo teneri con i grillini: oggi, per esempio, li abbiamo chiamati a rispondere del perché tacciono sui 100 milioni di euro che la Regione vorrebbe regalare all’ISMETT ogni anno per i prossimi dieci anni (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Ma va detto che, fino ad oggi, Luigi Di Maio – pur avendo qualche impegno in più dei governanti della Regione siciliana – si è comportato bene. Ha sempre detto che avrebbe affrontato la questione dopo l’approvazione della legge di stabilità nazionale 2019 (leggere Bilancio e Finanziaria 2019). Addirittura, si è fatto vivo ancor prima del sì definitivo del Parlamento nazionale alla legge di stabilità 2019 e ha fatto sapere che a fine gennaio affronterà la questione.

Non possiamo che dare ragione a Costantino Guzzo, in battagliero sindacalista che è stato tra i promotori dell’incontro a Roma con Di Maio. Scrive Guzzo sulla propria pagina Facebook:

“Fino a qualche giorno fa postavano questo vergognoso post nei confronti del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio (si tratta di un disegno che raffigura Di Maio con la scritta “Le promesse non mantenute sono chiacchiere e tabacchiere di legno”). Oggi chiaramente è cambiato tutto, molto probabilmente perché Di Maio ha dimostrato che a raccontare chiacchiere sono altri (tipo i nostri cari politici siciliani soprattutto in campagna elettorale)”.

“Quello che mi lascia esterrefatto – prosegue Guzzo – è la coerenza che qualcuno grida ai 4 venti, visto che non c’è un post del genere nei confronti dei tanti politici siciliani che hanno riempito il comparto Formazione (interventi e servizi) di promesse, ma soprattutto di chiacchiere, ancora peggio dei politici che non si sono solo fermati alle promesse e alle chiacchiere”.

Guzzo sottolinea che “i carnefici del nostro destino” sono stati i politici siciliani, ma su questi ultimi “non risultano post così infamanti, anzi con i politici carnefici c’è chi ci cammina a braccetto, come colpiti da un vuoto di memoria, o facendo forse finta di non ricordare. Ma questa è la coerenza di qualcuno, non di certo la mia”.

Chiaro il riferimento a chi, già dalla fine della passata legislatura, si accompagnava con esponenti di centrodestra e del centrosinistra siciliano pensando di averne in cambio qualcosa. E qualcosa ha avuto: le promesse mirabolanti dell’allora candidato alla presidenza della Regione del centro destra, Nello Musumeci, oggi presidente della Regione, che fino ad oggi non ha mantenuto gli impegni assunti.

“La verità è soltanto una – conclude amaro Guzzo -: e cioè che alcune persone, sin dal primo giorno, hanno remato contro questa nostra vertenza, perché pensavano di poter portare acqua al proprio mulino, o chissà a quale mulino. Ma il tempo, al di là, di ciò che scriviamo o dichiariamo, è sempre galantuomo e restituisce al mittente tutti i torti”.

Morale: i lavoratori disoccupati della Formazione professionale e degli ex Sportelli che hanno creduto nel centrodestra siciliano farebbero bene a prendere atto di essere stati presi per i fondelli.

Detto questo, la vertenza è ancora aperta. E siccome a Roma sono un po’ più seri che in Sicilia tutto può ancora succedere.

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