Agricoltura

Compra Siciliano: perché è importante acquistare prodotti agricoli siciliani

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Non possiamo che accogliere con felicità l’iniziativa di alcuni parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle eletti in Sicilia che hanno lanciato una proposta a tutti gli abitanti della nostra Isola: “Compra siciliano”. Di fatto, è quello che ‘I Nuovi Vespri’ scrive da quando è in rete. Non ci resta che coinvolgere quanti più siciliani è possibile. A tutela della nostra salute e della nostra economia  

Scrive il parlamentare grillino Rino Marinello sulla propria pagina Facebook:

“Diamo una mano non solo all’economia, ma anche all’ambiente e ne guadagnerà, soprattutto, la nostra salute. Sposiamo tutti insieme l’iniziativa lanciata dal deputato Dedalo Pignatone: “#CompraSiciliano” – volta a sensibilizzare lo specifico consumo di prodotti locali, di prodotti siciliani. Ricordo che la prevenzione è la prima arma che abbiamo contro le malattie oncologiche e l’alimentazione corretta, salutare e di qualità (come quella che propone la nostra terra) è di certo uno degli strumenti”.

“Ricordiamo, infatti, che il prodotto di prossimità non ha imballi, è a chilometro zero e quindi non prevede consumi e inquinamento, inoltre viene fatto con materie prime selezionate. Lo scopo di questa campagna è quello di sensibilizzare, fare in modo che i cittadini possano scegliere l’acquisto di un prodotto locale, sia durante queste festività natalizie, ma in generale anche durante tutto l’anno. Chiediamo a tutti, al di là di ogni colore politico, di sposare questa iniziativa, scegliete i prodotti locali e utilizzate l’hashtag #CompraSiciliano”.

“Potrete scattare e pubblicare le stesse foto mentre acquistate un prodotto locale – aggiunge Marinello -. Le aziende potranno realizzare un breve video dove presenteranno il loro prodotto, il valore culturale e tradizionale dello stesso e lo potranno inviare anche ai nostri canali social. L’obiettivo quello di aiutare la Sicilia e i siciliani e se uniamo le forze possiamo fare tanto. Io quest’anno, ad esempio, comprerò e regalerò: sarde, cucchitelle, cucciddati (buccellati), fichi secchi, formaggi, olio e vino, e tanto altro ancora, tutto Made in Sicily”.

Di fatto, è la battaglia che I Nuovi Vespri combatte da quando è in rete. Una battaglia che è culturale, salutare (a tutela della nostra salute) ed economica.

Non finiremo mai di ripetere che nel Sud dobbiamo acquistare l’olio d’oliva extra vergine presso i frantoi di fiducia, o presso le aziende agricole e non nei supermercati.

Non finiremo mai di ripetere che dobbiamo portare sulle nostre tavole il pane e la pasta fatta con grano del Sud Italia, soprattutto perché il Canada, COME ABBIAMO RACCONTATO IN QUESTO ARTICOLO, ha aumentato l’esportazione di grano duro.

La stessa cosa dobbiamo fare con la frutta e con gli ortaggi.

In questa battaglia c’è anche un significato economico. I Siciliani, ogni anno, spendono da 12 a 13 miliardi di euro per l’acquisto di prodotti agroalimentari freschi e trasformati.

Ebbene, di questi 13 miliardi di euro di spesa, solo 2 miliardi sono spesi, dai siciliani, per l’acquisto di prodotti agroalimentari freschi e trasformati della Sicilia, il resto dei prodotti arriva dal resto d’Italia e da altri Paesi del mondo.

Acquistare siciliano significa fare in modo che una parte dei 10-11 miliardi di euro all’anno che ogni anno i cittadini siciliani acquistano fuori dalla Sicilia resti in Sicilia.

Già raddoppiando l’acquisto di prodotti siciliani – passando dagli attuali 2 miliardi di euro a 4 miliardi di euro gli effetti positivi sarebbero significativi.

Intanto sarebbero positivi per la salute, perché i prodotti agricoli siciliani sono meno ‘trattati’ con pesticidi ed erbicidi (ricordiamoci che la Sicilia è la prima Regione italiana per estensione dei terreni coltivati in biologico).

Gli effetti positivi si avrebbero anche sull’economia siciliana nel suo complesso, perché 2 miliardi di euro resterebbero in Sicilia.

Come si fa a consumare siciliano? Avendo cura di acquistare, là dov’è possibile, prodotti agricoli della Sicilia.

Sappiamo bene che tanti di noi, oggi, causa i ritmi della vita di ogni giorno preferiamo risolvere tutto recandoci nei supermercati. Questo è un errore: dobbiamo tornare a privilegiare i piccoli negozi artigianali. E valorizzare, fin dov’è possibile, il nostro territorio.

Come scriviamo spesso, l’olio d’oliva extra vergine acquistiamolo presso i frantoi di fiducia, o presso le aziende agricole di fiducia.

I formaggi e i salumi acquistiamoli presso i caseifici e i salumifici siciliani o meridionali. Se vi recate nei supermercati privilegiate l’acquisto di formaggi e salumi prodotti in Sicilia o nel Sud.

Idem per le uova. Acquistate uova siciliane da galline allevate a terra e non torturate nelle batterie industriali che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura.

Acquistiamo solo pasta fatta in Sicilia o, al massimo, nel Sud Italia. La possono girare come vogliono, ma il grano duro prodotto nel Sud Italia non ha nulla a che vedere con il grano duro prodotto nelle aree fredde del Nord Italia. Se vi recate nei supermercati scegliete la pasta siciliana o, al massimo, prodotta nelle Regioni del Sud Italia.

Acquistate, fin dov’è possibile, la carne siciliana o del Sud Italia. 

Per il pesce il discorso è un po’ più complicato, perché oggi l’Italia importa tantissimo prodotto dall’estero. Ma fin dov’è possibile acquistate anche il pesce pescato dalle marinerie siciliane.

Acquistate solo pesce azzurro salato o sott’olio siciliano. Se lo acquistate nei supermercati attenzione alle etichette.

Ormai tutti beviamo acqua imbottigliata. Ebbene, fin dov’è possibile acquistiamo non soltanto acqua siciliana, ma acqua imbottigliata da aziende siciliane o, al limite, meridionali. Non acquistiamo l’acqua imbottigliata dalle multinazionali.

Anche per il vino, stessa regola: acquistiamo il vino siciliano. Imbottigliato, ma anche presso le cantine sociali: in quest’ultimo caso, daremo una mano a un segmento – con riferimento alle cantine sociali – in alcuni casi in sofferenza.

La salsa di pomodoro è bene prepararla con i pomodori siciliani. Meglio prepararla in casa, come si faceva una volta, quando i nostri nonni, in estate, imbottigliavano la salsa di pomodoro per l’inverno. Se non vi è possibile, acquistate solo salsa di pomodoro siciliana.

Idem per i pomodori pelati e per il concentrato di pomodoro (‘u strattu).

Acquistiamo frutta e verdura, fin dov’è possibile, siciliane. Nei centri piccoli e grandi della nostra Isola non mancano gli orti periurbani, molti dei quali producono in biologico. Informiamoci e impariamo a frequentarli. Ci sono anche i mercati contadini che dovrebbero commerciare prodotti locali.

Acquistiamo frutta secca siciliana e non quella che arriva da altri Paesi del mondo.

Sul pane vi consigliamo di leggere gli articoli allegati. Se ci riuscite, mangiate pane prodotto con il grano duro siciliano e, ogni tanto, provate a prepararlo in casa, come si faceva una volta.

I dolci preparateli in casa. E preparateli con la farina di grano tenero siciliano, che si trova: basta cercarlo. In alternativa, farina di grano tenero italiano e non canadese!

P.s.

Avviso ai tanti siciliani e meridionali che vivono  nel Nord Italia: fin dov’è possibile privilegiate i prodotti della vostra terra.  

 

 

 

 

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