Palermo, nella città dei 10 mila senza tetto, dove il clochard Aldo è stato ucciso da un sedicenne

20 dicembre 2018

Con tenacia e professionalità i Carabinieri di Palermo sono riusciti a individuare l’assassino del clochard avvenuto nella centralissima Piazza Ungheria: è stato un sedicenne Rom. Necessario interrogarsi sui tanti, troppi senza tetto della città. Le dichiarazioni del comandante dei Carabinieri, Antonio Caterino, della consigliera comunale, Sabrina Figuccia, e del presidente del SUNIA di Palermo, Nino Rocca

Nella Palermo dove è già stato speso oltre un miliardo e mezzo di euro per appalti ferroviari per avere – almeno fino ad ora – 15 Km di Tram che costano un patrimonio (10 milioni di euro all’anno circa, servizio ovviamente in perdita), un Passante ferroviario ancora incompleto (qualche fermata qua e là e il collegamento con l’aeroporto, che c’era già, bloccato per anni a riaperto da poco) e un Anello ferroviario ancora al 20% dei lavori, non ci sono i soldi per trovare gli alloggi i circa 10 mila senza tetto. Uno di questi – Aid Abdellah – un clochard di origini francesi conosciuto come Aldo è stato ammazzato da un sedicenne rumeno.

A quanto pare, il ragazzo ha ucciso il clochard per rubargli i soldi: circa 20 euro. Il sedicenne è stato incastrato dai Carabinieri della compagnia di Piazza verdi, che hanno utilizzato le telecamere della zona.

Importante si è rivelata la testimonianza di un altro senza tetto che avrebbe fornito elementi importanti per trovare il sedicenne rumeno che viveva a Ballarò.

Su Live Sicilia leggiamo il commento del colonnello Antonio Caterino, comandante del gruppo carabinieri Palermo:

“La nostra attività investigativa ci ha permesso di ottenere le risposte che attendevamo -. Le indagini sono state frutto di un controllo del territorio molto serrato anche in questa zona della città, in cui si trovano vari senzatetto. I circuiti della videosorveglianza che si trovano in quell’area si sono rivelati fondamentali e ci hanno indirizzato sulla strada giusta”.

Quello dei senza tetto, a Palermo, è ormai un’emergenza sociale. Della quale, però, non ci si occupa. Proprio in questi giorni Nadia Spallitta, presidente dell’associazione ‘Palermo Città Futura’ ha ricordato che il Comune sta mettendo in vendita circa 230 immobili, parte dei quali potrebbe essere

Chi ricorda i problemi legati ai ritardi nello sgombero del campo Rom del Parco della favorita di Palermo è la consigliera comunale dell’UDC, Sabrina Figuccia:

“Prima il grande dispiegamento di uomini e mezzi per sgomberare, finalmente dopo tantissimi anni, il campo Rom della Favorita. Poi, pian piano, è calato l’oblio con ipotetici slittamenti e proroghe del completamento delle operazioni”.

“La morte del povero Aldo, il clochard barbaramente ucciso sotto i portici di piazzale Ungheria da un ragazzino Rom – prosegue Sabrina Figuccia – ha violentemente riacceso i riflettori su una vicenda caduta nel dimenticatoio: lo sgombero definitivo del campo Rom che, secondo i primi trionfali annunci del sindaco Leoluca Orlando e dei suoi, doveva essere completato in pochissime settimane. Invece, la realtà è diversa. Se è vero che la magistratura aveva individuato di procedere secondo ‘criteri di ragionevolezza e buonsenso’, c’è da chiedersi in che modo l’attuale amministrazione comunale abbia interpretato tali indicazioni, considerato che trent’anni non sono stati sufficienti per eliminare definitivamente un luogo di sofferenza, ma anche di delinquenza e inciviltà”.

“Orlando – conclude Sabrina Figuccia – che si riempie tanto la bocca di legalità ed accoglienza, essendo stato il padre di questo campo, adesso troverà il modo per uscire da questo vicolo cieco? O, come spesso accade, darà la colpa a qualcun altro?”.

“Non si tratta di un ragazzo che appartiene alle famiglie Rom della Favorita, ma di un rumeno – dice Nino Rocca, presidente del SUNIA -. Purtroppo in questa campagna di odio e di violenza le prime vittime sono i giovani, che finiscono per fare gesti insani. Queste persone che vivono ai margini della società finiscono per esercitare violenza su chi è ancora più emarginato. Questa logica di violenza va interrotta con gli anticorpi della solidarietà e della comprensione reciproca”.

“Qui c’è il problema, che diventa drammatico, tra la dimensione della legalità e quella dei diritti civili. Le due cose devono andare di pari passo: avere una casa è un diritto che, se viene negato, finisce con il negare la legalità. Il problema si risolve assegnando le case a chi non le ha. Dando la priorità a coloro i quali vivono per strada. Mai Palermo ha avuto tante persone senza casa come in questo periodo. Non vogliamo aspettare il nono morto annunciato, o per freddo o per violenza”.

Foto tratta da tpi.it 

 

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