La Regione ‘autorizza’ i Comuni a indebitarsi per pagare gli stipendi ai dipendenti! Perché pagheranno i cittadini

17 dicembre 2018

Con la legge di variazioni di Bilancio, attraverso l’istituzione di un “Fondo di garanzia”, la Regione autorizza i Comuni siciliani in difficoltà a indebitarsi con le banche per pagare gli stipendi ai propri dipendenti! Di fatto, Governo e Ars stanno provando ad aggirare un pronunciamento della Corte Costituzionale che vieta alle pubbliche amministrazioni di indebitarsi per pagare spese correnti! Pagheranno tutto gli ignari cittadini siciliani con tasse e imposte comunali più ‘salate’

L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: a nostro modesto avviso la legge sulle variazioni di Bilancio approvata venerdì scorso dal Parlamento siciliano è frutto di una votazione che ha travolto il regolamento d’Aula (COME ABBIAMO SCRITTO QUI). Notiamo che la cosa non sta creando problemi. Non siamo stupiti: in una realtà nella quale l’illegalità trionfa, beh, questa con le altre.

Detto questo, la legge c’è, verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Sicilia e la prima votazione valida annullata e la seconda votazione non prevista dal regolamento d’Aula considerata ‘valida’ verranno dimenticate. Prendiamone atto: questo è ormai il livello dell’Assemblea regionale siciliana, gestita da ‘saccunari’

A questo punto non ci resta che illustrare e commentare questa legge di variazioni di Bilancio. E cominciamo subito con il comma 11 dell’articolo 1, che sempre a nostro modesto avviso è incostituzionale. Leggiamolo insieme:

“E’ costituito presso l’Assessorato regionale delle Autonomie locali e della
Funzione pubblica – dipartimento regionale delle autonomie locali il Fondo regionale di garanzia per gli enti locali siciliani in dissesto e in piano di riequilibrio pluriennale, pari a 4.000 migliaia di euro (leggere 4 milioni di euro ndr), da destinare almeno per l’80 per cento ai Comuni, da ripartire in proporzione al numero di abitanti. Gli enti locali, previa delibera dell’organo consiliare, chiedono l’attivazione del Fondo attraverso un soggetto bancario previamente individuato nelle forme di legge. La somma massima garantita e quindi erogabile nel corso dell’esercizio finanziario 2018 non può superare 40.000 migliaia (leggere 40 milioni di euro ndr) di euro ed è utilizzabile esclusivamente per il pagamento degli stipendi, parte fissa, e degli oneri contributivi dell’ente locale richiedente e delle proprie partecipate. La somma erogata è rimborsata in cinque annualità al soggetto bancario dal dipartimento regionale delle autonomie locali, che è autorizzato a trattenere la rata annuale a valere sui trasferimenti in favore dell’ente locale richiedente che ha ottenuto l’erogazione delle risorse sulla base delle somme attribuite allo stesso ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale n. 5/2014 e successive modifiche ed integrazioni e dell’articolo 2 della legge regionale 9 maggio 2017, n. 8. Gli interessi rimangono a carico dell’ente locale richiedente”.

In pratica – e lo scrivono pure in una legge! – la Regione autorizza i Comuni siciliani a indebitarsi con le banche, fino a poco meno di 40 milioni di euro, per pagare stipendi e oneri contributivi ai dipendenti, cioè spesa corrente!

Peccato che una pubblica amministrazione non può indebitarsi per pagare spese correnti, come ha sottolineato la Corte Costituzionale.

Per essere ancora più chiari, è come se una famiglia è indebitata e, per pagare i debiti, contrae altri debiti. E’ chiaro che una famiglia che si comporta così non può che andare a sbattere.

E a sbattere andranno i Comuni siciliani indebitati che si andranno ulteriormente a indebitare per pagare gli stipendi e i contributi ai propri dipendenti. 

Quanto potrebbe durare l’eventuale prestito ad un Comune, da parte di una banca per pagare gli stipendi ai dipendenti? Due mesi? Tre mesi? E poi che succederebbe? L’Ars approverà un’altra legge di variazioni di Bilancio per continuare a indebitare i Comuni che non riescono più a pagare gli stupendi ai dipendenti? Dove porta un sistema di finanziamento dei Comuni previsto da questa folle legge?

Nella legge c’è scritto che il “dipartimento regionale delle autonomie locali… è autorizzato a trattenere la rata annuale a valere sui trasferimenti in favore dell’ente locale…”. In pratica, la Regione fa indebitare i Comuni e poi trattiene la “rata annuale” del prestito prendendola dai fondi regionali destinati agli stessi Comuni!

Quindi, ogni anno, il Comune siciliano che si va a indebitare riceverà meno fondi dalla Regione e quindi dovrà continuare a indebitarsi per importi sempre maggiori. Ma vi sembra normale?

Attenzione: la legge è folle, ma ha una sua logica. Perché a pagare i nuovi indebitamenti dei Comuni siciliani saranno gli ignari cittadini. Perché al crescere dell’indebitamento dei Comuni, cresceranno tasse e imposte comunali a carico dei cittadini!

Per curiosità: a chi è venuto in testa un meccanismo del genere? E come si fa a inserire in una legge una cosa del genere?

la speranza è che Roma impugni questa follia di legge!

 

 

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