Aeroporto di Trapani: perché il presidente Musumeci e Vito Riggio sbagliano

12 dicembre 2018

Il Presidente Musumeci vorrebbe creare due strutture di gestione: una per la Sicilia Orientale e l’altra per Sicilia Occidentale. Questa soluzione non va, in quanto con l’attuale sistema di gestione gli aeroporti più grandi di Palermo e di Catania si troverebbero a gestire e finanziare i più piccoli di Trapani-Birgi e di Comiso e non credo che questo porterebbe al risultato di un vero potenziamento

di Alfio Di Costa

Amiche e amici che mi state leggendo sapete già che scrivo per Amore verso la nostra Sicilia e spero di stimolare il dibattito e dare qualche suggerimento a qualche politico illuminato. Questo articolo ed i successivi sugli aeroporti siciliani tenderanno a dimostrarvi che in Sicilia gli aeroporti sono tutti inadatti ad affrontare le sfide del terzo millennio.

Di recente sono stato a Marsala a parlare di uno dei miei temi preferiti: “La Sicilia non avrà futuro senza le infrastrutture” e spero di aver contribuito al successivo dibattito in un territorio splendido sotto tutti i profili. Sapete che a me non dovete mai chiedermi mai cosa sarebbe meglio, perché io sono per la teoria del “questo e quello” piuttosto che “o questo o quello”, sono per unire invece che dividere!

Pertanto se vogliamo seriamente affrontare il tema del turismo che, a mio avviso, rappresenta il presente ed il futuro immediato, ovvero la soluzione per rilanciare l’economia della nostra meravigliosa terra di Sicilia, non possiamo non parlare delle infrastrutture e fra queste, per prima cosa, gli aeroporti, indispensabili per intercettare la domanda di turismo e portare i turisti in Sicilia.

Va subito detto, in premessa, che il rilancio non si fa per legge o per decreto, che l’economia non riparte da sola senza i giusti investimenti. Credo che solo una azione concertata con la buona politica può ottenere il giusto successo. Dobbiamo cominciare a fare “sistema”. Non è possibile pensare ad un buon sistema turistico se utilizziamo un metro di riferimento non consono ai tempi moderni.

Pertanto questo articolo sarà dedicato all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani-Birgi e Vi dimostrerò perché, secondo me, è fondamentale potenziarlo e non chiuderlo o collegarlo all’aeroporto “ Falcone Borsellino” di Palermo.

Se ripercorriamo un po’ di storia possiamo sicuramente dire che, nel territorio di Trapani, l’aeroporto forse c’è sempre stato e per essere brevi diremo che sicuramente dal 1930 vi era l’aeroporto di Trapani-Chinisia che era un importante aeroporto per la Regia Aeronautica utilizzato sia durante la seconda guerra mondiale che anche nel dopoguerra. Lo stesso aeroporto iniziò ad essere utilizzato ai fini civili dal 1955 fino al 1961 quando i voli vennero spostati sul nuovo aeroporto di Trapani-Birgi. I voli militari continuarono fino al 1978 quando anch’essi furono spostati a Birgi.

Quindi l’aeroporto di Trapani-Birgi è un aeroporto sia civile che militare, anzi per essere più precisi, l’aeroporto è classificato “militare aperto al traffico aereo civile”, pertanto i servizi di assistenza al volo (radioassistenze, traffico aereo, meteorologia) sono forniti dal personale dell’Aeronautica Militare Italiana anche agli aerei civili.

L’aeroporto inizia il suo percorso negli anni ’60, ma è soltanto dal 2000 che il traffico aereo conobbe il suo vero incremento passando da circa 400 mila passeggeri fino a toccare il suo massimo nel 2013 con circa un milione e novecentomila passeggeri. Da quel momento le scelte effettuate e le politiche sbagliate gli fanno perdere circa 600 mila passeggeri nel 2017.

Il 2018 è sicuramente un disastro per il numero dei passeggeri e questo lo ritengo inaccettabile se pensiamo che siamo a circa 350 mila passeggeri.
Io credo che l’aeroporto di Trapani-Birgi sia fondamentale per il nostro sistema aeroportuale siciliano e deve ripartire. Penso sia necessario potenziare sia il traffico civile nazionale che il traffico internazionale. La sua posizione geografica è eccellente sotto tutti i profili, non per nulla è stato utilizzato nelle missioni militari recenti da parte della NATO.

La Provincia di Trapani ed il suo aeroporto hanno una posizione invidiabile con condizioni meteorologiche miti tutto l’anno: cosa, questa, che la rendono molto appetibile sia per il traffico Europeo che per il traffico del Nord Africa.

Se vogliamo rilanciare il turismo, che è la nostra naturale vocazione, non possiamo penalizzare nessun aeroporto siciliano, figuriamoci Trapani-Birgi, anzi dobbiamo potenziarli tutti! Il turismo potrebbe dare lavoro a così tanta gente che io nemmeno oso dire il numero. Basti pensare che il nostro Paese, l’Italia, possiede ben oltre il 70 % del patrimonio di beni artistico/culturale mondiale, e di questo oltre il 30% è localizzato in Sicilia.

Io credo che l’aeroporto di Trapani-Birgi dovrebbe essere potenziato e puntare ad avere nel 2020 un traffico di almeno 3 milioni di passeggeri, stima attendibile con qualche miglioramento per poi pensare a crescere ancora di più. Dobbiamo osare e volare alto se vogliamo una Sicilia moderna.

Pertanto ritengo sbagliate le attuali prese di posizione del Presidente della Regione siciliana On. Nello Musumeci e del Presidente dell’ENAC Prof. Vito Riggio. Il Presidente Musumeci vorrebbe, a quanto ho sentito dire, creare due strutture di gestione: una per la Sicilia Orientale e l’altra per Sicilia Occidentale.

Questa soluzione a mio parere non va, in quanto con l’attuale sistema di gestione gli aeroporti più grandi di Palermo e di Catania si troverebbero a gestire e finanziare i più piccoli di Trapani-Birgi e di Comiso e non credo che questo porterebbe al risultato di un vero potenziamento.

Io credo che bisognerebbe pensare ad una gestione più coraggiosa. Gli aeroporti in Sicilia dovrebbero avere un solo soggetto di gestione. Questa società dovrebbe essere il fulcro dello sviluppo turistico dell’Isola per la captazione dei flussi internazionali. Avere un sistema unico che rappresenti la Sicilia nel mondo delle fiere in modo da abbattere i costi dei singoli operatori turistici. Dobbiamo fare sistema, che vuol dire avere un ufficio regionale che si occupi di programmare gli itinerari più accattivanti da proporre agli ospiti differenziando le proposte.

Non entrerò nel merito delle lotte per la gestione degli aeroporti, che considero un vero cancro ed uno dei limiti per lo sviluppo degli stessi, in quanto penso ad un gestore unico. Credo che dovremmo smetterla con i posti di sotto-Governo dove si deve collocare l’ex trombato di turno o il fedelissimo portaborse del politico al Governo. Io credo che la gestione dovrebbe essere affidata a manager qualificati con obbligo di risultati, pena il licenziamento. E penso che bisognerebbe limitare la possibilità di nomina in più consigli di amministrazione e prevedere un massimo di due mandati.

La Sicilia deve diventare una Regione normale, ma c’è bisogno di tanto lavoro e c’è bisogno del coraggio dei nostri nonni e dei nostri genitori se vogliamo lasciare ai nostri figli una Sicilia migliore di quella che c’è stata consegnata. Da uomo innamorato della nostra Sicilia auspico un cambio di cultura che possa riportare la nostra Sicilia al posto che merita in Italia ed in Europa.

Noi Siciliani vorremmo vivere in una Sicilia moderna e competitiva, non vogliamo privilegi, ma vorremmo gli stessi servizi e le stesse infrastrutture di un qualsiasi altro cittadino italiano o europeo. Chiediamo troppo? Non credo.

Noi vorremmo continuare a vivere nella nostra Sicilia senza essere costretti all’emigrazione. Vorremmo poter competere con gli stessi mezzi per poter affrontare serenamente le sfide che il terzo millennio ci impone.

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