Ars: deputati della maggioranza come topi affamati su pochi ‘spiccioli’. Si spaccano i grillini di Palermo?

10 dicembre 2018

Oggi alla commissione Bilancio dell’Ars esame dei circa 170 emendamenti al disegno di legge sulle variazioni di Bilancio. I soldi non basteranno per tutti: Province e IPAB resteranno a bocca asciutta. Il video dell’intervento in Aula della deputata grillina Gianina Ciancio spacca il Movimento a Palermo. Le notti lunghe di Riccardo Savona. Gli sprechi degli Ersu mai venuti fuori. Gli scippi alla sanità. La denuncia di Paolo Amenta: sistema degli enti locali siciliani fuori controllo

In un clima di grande confusione oggi la commissione Bilancio e Finanze del Parlamento siciliano – gestita in modo molto approssimativo e confusionario negli ultimi giorni dal presidente Riccardo Savona – dovrebbe completare l’esame dei circa 170 emendamenti. Impossibile dire quello che succederà da domani alle 11,oo in poi, quando Sala d’Ercole inizierà l’esame di un disegno di legge sulle variazioni di Bilancio strattonato di qua e di là.

Gli strascichi di quanto avvenuto la scorsa settimana sono pesanti. Con la commissione Bilancio e Finanze che, ripristinando un vecchio vizio del passato, ha reintrodotto la seduta notturna. Cosa, questa, che è stata stigmatizzata dalla parlamentare del Movimento 5 Stelle, Gianina Ciancio, che ha attaccato frontalmente la presidenza della commissione Bilancio e Finanze.

L’intervento della parlamentare grillina è finita sulla rete.

VIDEO DI GIANINA CIANCIO

E, da quello che si capisce, sarebbe scoppiato un mezzo putiferio anche tra i grillini di Palermo. Lo desumiamo da un post su Facebook del capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di palermo, Antonio Randazzo:

“Prima qualcuno ha rimosso e cancellato per 3 volte il post del video della portavoce Ciancio dove denuncia le porcate della vecchia politica all’Ars (fatico a comprendere i motivi di questa censura), qualche istante fa qualcuno ha deciso anche di eliminarmi da amministratore della Pagina del m5s Palermo evidentemente perché disturbato dal post della collega all’Ars e per non consentirmi di potere continuare a pubblicare nella pagina del Movimento 5 Stelle Palermo post di portavoce del Movimento 5 stelle”.

Il Movimento 5 Stelle di Palermo si conferma ‘entità’ strana, perché se si arriva a censurare l’operato del capogruppo in Consiglio comunale, beh, ci devono essere problemi di non facile ‘lettura’. Lo stesso Randazzo, sempre sulla propria pagina Facebook, dice di non essere stato “epurato”:

“Semplicemente uno degli amministratori della pagina non vuole che pubblico (che è uno dei consiglieri comunali del m5s, tranne Lo Monaco e Amella che hanno già smentito). Nessuna epurazione”.

Ma cosa dice nel suo intervento in Parlamento siciliano la deputata Gianina Ciancio? Si parla dell’articolo 2 del disegno di legge sulle variazioni di Bilancio, che stanzia 45 mila euro per uno studio progettuale che riguarda l’area dove un tempo sorgeva villa Deliella.

Si tratta di una villa Liberty della quale ci siamo occupati (QUI LA STORIA DELL’ABBATTIMENTO DI VILLA DELIELLA NEGLI ANNI DEL ‘SACCO’ DI PALERMO).

Da quanto è stato detto in Aula da Gianina Ciancio, l’assessorato ai Beni culturali dovrebbe spendere, entro il 31 dicembre di quest’anno, 45 mila euro per un progetto che prevede la realizzazione di un museo del Liberty.

“Tutti vorremmo un museo del Liberty – ha detto la parlamentare Gianina Ciancio – ma questa è una norma spot, perché sarà impossibile spendere questi soldi entro il prossimo 31 dicembre”.

Poi ci sono altre critiche ai burocrati della Regione che non hanno speso i fondi (supponiamo europei). E il tentativo di far passare dalla commissione Bilancio e Finanze norme non esaminate e approvate dalle commissioni di merito.

Insomma, anche in questa occasione la gestione del Parlamento siciliano da parte del presidente, Gianfranco Miccichè, si dimostra raffazzonata e furbesca, ma nel complesso fallimentare: in linea, insomma, con il Governo regionale di Nello Musumeci.

Nella pagina Facebook di Gianina Ciancio leggiamo un interessante post sull’Ersu di Catania:

“Sapete che l’Ersu di Catania arriva a pagare anche 266 mila euro l’anno per una residenza universitaria con 32 posti letto? Parliamo di 8.300 euro a posto letto, quasi 700 euro al mese, che equivalgono a circa 3 volte la spesa media per questo servizio a Catania. Ci siamo chiesti… Ma non sarebbe meglio dare i soldi direttamente agli studenti e contribuire così alle spese di molti più ‘fuori sede’? Abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere al governo di intervenire in questa direzione”.

Gli Ersu sono gli Enti regionali per il diritto allo studio. La parlamentare pone un problema serio che, in realtà, dovrebbero essere gli stesso studenti universitari a denunciare.

Il post di Gianina Ciancio, che merita un approfondimento (che faremo), pone un tema fino ad oggi mai affrontato, né dalla politica siciliana, né dagli stessi studenti delle università siciliane: gli sprechi nella gestione di servizi che – da quello che sembra – ‘servono’ più a chi li gestisce che agli stessi studenti che dovrebbero usufruirne…

Che c’è da dire, poi, sul disegno di legge di variazioni di Bilancio che domani andrà in Aula?

In prima battuta – e qui ha ragione la parlamentare Ciancio – c’è il discredito del parlamento siciliano, che è tornato a ‘gettonare’ le sedute notturne della commissione Bilancio e Finanze…

Poi c’è un testo con 170 emendamenti in un’Aula dove non sempre il Governo Musumeci ha una maggioranza: perché e è vero che gli 11 deputati del PD non fanno opposizione, è anche vero che si attende una grande ressa per la ‘spartizione’ dei 40 milioni e rotti di euro di questa un po’ ‘miserabile’ manovra di variazioni di Bilancio.

Il dato certo è che, di questi 40 milioni e rotti di euro, 23 milioni sono stati tolti alla sanità! Questa è la vera vergogna di questo passaggio politico e parlamentare: mentre gli ospedali pubblici della nostra sempre più disastrata Isola sono in tilt, tra mancanza di posti letto, mancanza di medici, mancanza di infermieri e con i Pronto Soccorso in grandissima difficoltà, l’attuale Governo regionale, dopo aver ‘risparmiato’ sulla sanità pubblica 115 milioni di euro per pagare le rate dei mutui dei Comuni (cioè le rate degli investimenti: così almeno la raccontano…), ha scippato altre 23 milioni di euro al settore dei farmaci innovativi.

Questa è una ‘genialata’ sulla quale torneremo, per raccontare quello che sta succedendo con i farmaci, in queste ultime settimane, negli ospedali siciliani. Tempo al tempo.

Ca quello che si capisce, non ci saranno soldi per le ex Province siciliane. Solo 2 milioni di euro per la Provincia di Siracusa che ha già dichiarato il default.

“Ma con questi 2 milioni di euro – ci dice il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta – forse si pagheranno, a malapena, gli stipendi dei dipendenti. Ma le strade provinciali di Siracusa rimarranno senza manutenzione, le scuole della provincia di Siracusa rimarranno senza manutenzione, gli studenti disabili della provincia di Siracusa rimarranno senza il servizio di trasporto”.

“L’unica notizia positiva di queste ore – aggiunge il vice presidente dell’ANCi Sicilia – è che i grillini hanno capito che la situazione delle ex Province, in Sicilia, è drammatica e stanno intervenendo a Roma con il Governo nazionale (NE ABBIAMO SCRITTO IERI, COME POTETE LEGGERE QUI). Per il resto, da quello che leggiamo, con le variazioni di Bilancio, per gli enti locali, sono previste solo norme spot. La verità che nessuno vuole vedere, a cominciare dall’attuale Governo regionale, è che il sistema degli enti locali della Sicilia è ormai fuori controllo. I soli Comuni pagano, ogni anno, circa 50 milioni di euro di interessi sulle scoperture di tesoreria per garantire servizi pubblici. Ripeto: i Comuni siciliani si indebitano per garantire servizi pubblici. In uno scenario del genere, o si interviene con azioni strutturali, o si va verso il disastro”.

Sempre da quello che si capisce, anche le Opere Pie o IPAB della Sicilia sono destinate al fallimento. Motivo: i dipendenti di questi organismi non sono organizzati, non sanno organizzare manifestazioni di piazza e quindi possono essere messe di lato.

Anche se, a dir la verità, nemmeno chi protesta in modo garbato e civile, in Sicilia, trova risposte da parte della politica: è il caso dei dipendenti della Formazione professionale e degli ex Sportelli multifunzionali che, proprio per essere comportati in modo civile vengono regolarmente presi in giro, prima dal Governo di Rosario Crocetta e, da un anno a questa parte, dal Governo di Nello Musumeci.

Il messaggio è chiaro; in Sicilia, ormai, se si vuole ottenere qualcosa dalla politica bisogna farsi sentire.

 

 

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